Perché ci viene sonno dopo pranzo, anche se abbiamo dormito bene? La motivazione

Per quale motivo subito dopo aver mangiato, anche se abbiamo dormito abbastanza, ci viene sonno? Ecco la spiegazione che devi assolutamente conoscere. Ti aiuterà a scoprirti nel profondo.

Immagina questa scena: hai dormito otto ore, ti senti riposato e affronti la mattina con energia. Poi arriva l’ora di pranzo. Mangiate un pasto gustoso, magari con un primo ricco di carboidrati, una fetta di pane, e concludete con un piccolo dessert. Tornate alla scrivania ed eccolo lì, l'abbiocco. Quella sonnolenza che ti appesantisce le palpebre e ti rende difficile concentrarti, anche se sei ben riposato. Ma perché succede? Potremmo pensare che si tratti solo di una reazione a un pasto abbondante, ma la verità è più complessa e affascinante. La scienza ci offre diverse spiegazioni, e alcune aprono spiragli interessanti anche sul funzionamento del nostro cervello.

Una delle teorie più accreditate riguarda la redistribuzione del sangue durante la digestione. Dopo aver mangiato, una parte significativa del flusso sanguigno viene deviata verso l’apparato digerente, in particolare l’intestino tenue, per agevolare l’assorbimento dei nutrienti. Questa “priorità digestiva” toglie risorse ad altre aree del corpo, incluso il cervello. Il risultato? Una sensazione diffusa di stanchezza, quasi come se l’organismo ci invitasse a rallentare.

Dormi subito dopo pranzo? Ecco cosa devi assolutamente conoscere, nel dettaglio

Cosa ancora non conosci? Il tipo di cibo ingerito gioca un ruolo cruciale. I pasti ricchi di carboidrati semplici, come pasta, pane bianco, dolci, causano un rapido innalzamento della glicemia, seguito da un aumento dell’insulina. Questo meccanismo accelera l’ingresso dello zucchero nelle cellule, ma spesso è così efficace da causare un abbassamento repentino del glucosio nel sangue: ed è proprio questo calo a farci sentire improvvisamente stanchi e assonnati. Inoltre, l’insulina stimola anche l’assorbimento di alcuni amminoacidi nel muscolo, ma lascia il triptofano libero di arrivare al cervello. Questo amminoacido è il precursore della serotonina e della melatonina, due sostanze legate al rilassamento e al sonno. Non è un caso, quindi, che dopo un pasto ricco di carboidrati ci sentiamo quasi in uno stato di torpore controllato dalla biochimica.

Perché dormi subito dopo pranzo
Perché dormi subito dopo pranzo

Se però pensiamo che l’abbiocco sia solo un fastidioso ostacolo alla produttività, dobbiamo ricrederci. Uno studio affascinante condotto da Avi Karni e Maria Korman presso l’Università di Haifa, pubblicato su Nature Neuroscience, ha messo in luce un fatto sorprendente: chi riposa regolarmente dopo pranzo migliora le proprie performance cognitive rispetto a chi resta sveglio. La ricerca suggerisce che anche un breve sonnellino pomeridiano può consolidare la memoria e aumentare l’apprendimento, migliorando la capacità di affrontare compiti mentali nel corso del pomeriggio. In altre parole, la pennichella non è un lusso per pigri, ma una potenziale strategia di ottimizzazione cerebrale. Ed è interessante notare che molte culture, dai paesi mediterranei all’Asia, da secoli contemplano un momento di pausa postprandiale, spesso ignorato nelle società più frenetiche.

Una nuova prospettiva: il sonno dopo pranzo come bussola interiore

Oltre alle spiegazioni fisiologiche, però, vale la pena aggiungere una riflessione meno scientifica ma altrettanto interessante. E se il sonno postprandiale fosse anche un messaggio del corpo che ci invita ad ascoltarci? Nella società attuale, sempre più performativa, viviamo in uno stato di allerta continuo. Il pranzo rappresenta spesso l’unico momento in cui rallentiamo, almeno a livello metabolico. L’arrivo della sonnolenza potrebbe non essere solo un effetto collaterale della digestione, ma un richiamo ancestrale al riposo, alla riflessione, a una forma di “reset” mentale che ci riporta a un ritmo più umano. In un mondo che premia la veglia costante, il bisogno di chiudere gli occhi anche solo per venti minuti potrebbe rappresentare un atto di ribellione gentile. Non per pigrizia, ma per equilibrio. Non per fuga, ma per ricalibrazione. C'è da ricordare un aspetto molto importante in merito a questa tematica. Queste spiegazioni scientifiche sono solo una parte, chiaramente da approfondire con esperti del settore, dedicate a spiegare i motivi. Ogni persona e ogni corpo, ha le sue esigenze e le sue priorità.

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