Hai voglia di trascorrere una giornata indimenticabile a Ischia? La visita in questo posto meraviglioso è affascinante e non smette di regalare emozioni ai suoi visitatori.
Quando si pensa all’isola d’Ischia, è inevitabile che lo sguardo si posi sull’imponente silhouette che emerge dalle acque: il Castello Aragonese. Arroccato su uno sperone di roccia trachitica, collegato alla terraferma da un ponte lungo 220 metri, il castello è molto più di un semplice monumento. È un racconto inciso nella pietra, un diario di battaglie, fughe, rinascite e splendori che da secoli accompagna la vita degli isolani.
L’isolotto su cui sorge è frutto di un evento primordiale: una violenta eruzione vulcanica avvenuta circa 300.000 anni fa. La lava, raffreddandosi, formò una cupola di magma solidificato che oggi svetta per 113 metri sul livello del mare, offrendo una superficie di circa 56.000 metri quadrati. Questo affioramento roccioso, diventato naturale baluardo contro le incursioni dal mare, ospita una delle roccaforti storiche più affascinanti del Mediterraneo.
Castello Aragonese, una storia da scoprire e da vivere ancora
La storia inizia nel 474 a.C., quando Gerone I di Siracusa ricevette in dono l’isola per aver aiutato i Cumani nella lotta contro i Tirreni. Fu lui a far costruire la prima fortificazione, il “Castrum Gironis”. Nei secoli successivi, il castello cambiò molte volte volto e padrone: Romani, Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni, Svevi e Angioini lo conquistarono e adattarono alle proprie esigenze. Ai suoi piedi sorgeva la città romana di Aenaria, centro commerciale e portuale, che fu poi abbandonata nel tempo. Il Medioevo segnò una svolta significativa per il castello. L’eruzione del Monte Epomeo nel 1301 distrusse la città di Geronda e costrinse gli abitanti a rifugiarsi sull’isolotto fortificato. Fu allora che il castello divenne un vero rifugio per la popolazione locale, un luogo di salvezza e difesa contro minacce naturali e belliche.

Nel corso del XVI secolo il Castello Aragonese visse il suo massimo splendore: divenne residenza nobiliare, ma anche crocevia culturale, frequentato da artisti e pensatori. Qui soggiornarono personalità del calibro di Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto e Vittoria Colonna, poetessa e musa rinascimentale che celebrò proprio in queste stanze il suo matrimonio con il marchese di Pescara. L’aria del castello, sospesa tra cielo e mare, divenne ispirazione per versi e dipinti, testimone silenzioso di amori, intrighi e passioni. Col tempo, la fortezza vide mutare la sua funzione: da palazzo a convento, da abbazia a prigione politica durante il periodo napoleonico e il Risorgimento. Ogni epoca lasciò un’impronta: un altare, un affresco, una cella, una finestra spalancata sul blu.
Dopo un lungo periodo di decadenza e abbandono, il Castello Aragonese ritrovò vita nel 1912, quando fu acquistato da Nicola Ernesto Mattera. Con intuizione e coraggio, Mattera intraprese un ambizioso restauro, rispettando la memoria storica e restituendo dignità a ogni pietra. L’opera non fu solo conservativa, ma anche creativa: il castello fu trasformato in un polo culturale, aperto al turismo ma anche all’arte, alla conoscenza, al dialogo.
Per quale motivo è impossibile non innamorarsene
Oggi il Castello Aragonese è una proprietà privata, ma accoglie ogni anno migliaia di visitatori. L’itinerario di visita si snoda tra chiese, conventi, giardini sospesi e terrazze panoramiche. Un ascensore scavato nella roccia consente di raggiungere facilmente la quota di 60 metri, mentre per i più temerari c’è un’antica mulattiera che sale tra i profumi della macchia mediterranea. Dall’alto, il panorama è mozzafiato: il golfo di Napoli si apre in tutto il suo splendore, il profilo del Vesuvio si staglia all’orizzonte e Ischia si distende tra verde e azzurro. È facile comprendere perché questo luogo sia considerato una delle gemme più preziose della Campania, tappa obbligata per ogni viaggiatore in cerca di bellezza e significato. Il Castello Aragonese non è solo un monumento, è un narratore instancabile. Ogni pietra custodisce una storia, ogni vista racconta un’emozione. È la voce di Ischia che attraversa i secoli, un ponte tra passato e presente, tra la forza della natura e l’ingegno umano. Un luogo dove resistere è stato, ed è ancora, un atto di bellezza.
