Il "piccolo Tibet delle Marche": un luogo dove il silenzio regna

Questo borgo è considerato il più silenzioso delle Marche. Un luogo dove è meraviglioso poter staccare la spina.

Incastonato come un gioiello raro tra le pieghe dell’Appennino marchigiano, Elcito è molto più di un semplice borgo: è un angolo sospeso nel tempo, un rifugio d’anima, un luogo dove il silenzio domina sovrano e la natura abbraccia con rispetto la storia millenaria.

Situato a 821 metri di altitudine, Elcito si arrampica su uno sperone roccioso alle pendici del Monte San Vicino, nel cuore della Riserva Naturale del Monte San Vicino e del Canfaito. Da qui, lo sguardo può spaziare libero sulle vallate sottostanti, perdendosi tra crinali ondulati, boschi di faggi secolari e orizzonti che sembrano non finire mai. È forse per questa sua posizione remota e spirituale che molti lo definiscono il “Tibet delle Marche”.

Social LorenzoMaddalena, Marche
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Un borgo che parla con il silenzio

Appena si varca la soglia ideale che separa Elcito dal resto del mondo, ci si immerge in un’atmosfera unica. Le sue strette viuzze in pietra, le abitazioni compatte dai tetti bassi, le porte minute che sembrano raccontare storie di altri tempi: tutto qui sembra fatto su misura per il silenzio. Un silenzio che non è assenza, ma presenza viva: il fruscio del vento tra le fronde, il richiamo lontano di un falco, lo scricchiolio dei passi sul selciato antico.

Il borgo è composto da un pugno di case in pietra, restaurate con rispetto per le forme originarie. Si raccolgono attorno ai resti di un castello medievale e alla chiesa di San Rocco, cuore spirituale del paese. Non ci sono negozi, né supermercati o uffici postali.

 

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Elcito è la prova vivente che si può vivere al ritmo della natura, lontano dalla frenesia urbana. Qui la vita scorre lenta, come l'acqua che scende dai monti o come le stagioni che si rincorrono sul volto degli alberi. Un tempo il borgo era popolato da pastori e contadini: fino agli anni Settanta contava circa duecento anime. Oggi molte delle case sono diventate residenze estive, rifugi per chi desidera ritrovare un contatto autentico con se stesso e con la terra.

Una storia antica scolpita nella roccia

Le radici di Elcito affondano nell’XI secolo, quando fu eretto come castello a protezione dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Valfucina, poco più in basso. Col tempo il borgo crebbe attorno a questa rocca, mantenendo una struttura difensiva che ancora oggi traspare nei resti delle mura e dell'antica porta d'ingresso.

La chiesa di San Rocco, costruita nel XVI secolo sui ruderi del castello, domina la piazzetta centrale e custodisce la memoria spirituale del paese. Ogni pietra, ogni gradino, ogni finestra sembra custodire un frammento di storia. Elcito non ha bisogno di musei: è esso stesso un museo vivente, un patrimonio silenzioso ma eloquente. Passeggiare tra i suoi vicoli è come sfogliare un libro scritto con la lingua della pietra e del vento. Ogni scorcio regala una visuale diversa: una valle che si apre in lontananza, un tetto coperto di muschio, una finestra che riflette il cielo.

Ma Elcito non è solo memoria: è anche punto di partenza per numerosi sentieri naturalistici. La Riserva del Monte San Vicino e del Canfaito offre una rete di itinerari per escursionisti di ogni livello. Dalle semplici camminate panoramiche ai trekking più impegnativi, ogni percorso è un invito a lasciarsi alle spalle il superfluo e ad abbracciare l’essenziale.

Uno dei luoghi più affascinanti nei dintorni è l’Eremo di San Lorenzo, immerso in un bosco di faggi monumentali. Questo luogo solitario e mistico rappresenta una meta ideale per chi cerca raccoglimento e ispirazione.

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