Pietro Castellitto è un vero spettacolo su Netflix in un'interpretazione che lascia il segno. Dal primo fino all'ultimo minuto, la trama conquista e fa riflettere, senza perdere mai di vista il focus.
C’è un film su Netflix che sta facendo parlare di sé, non solo per l’argomento audace che affronta, ma soprattutto per l’interpretazione intensa e carismatica di Pietro Castellitto. Stiamo parlando di Diva Futura, pellicola firmata da Giulia Louise Steigerwalt, che ha deciso di immergersi in una delle pagine più controverse, provocatorie e affascinanti dello spettacolo italiano: la nascita dell’industria del porno nazionale negli anni Ottanta, vista da dentro.
Una scelta rischiosa, quella di Castellitto, che però si è rivelata vincente. Il suo Riccardo Schicchi, emerge come una figura tragicamente poetica, al tempo stesso geniale e ambigua. Il film si basa sul romanzo autobiografico Non dite alla mamma che faccio la segretaria di Debora Attanasio, che ha anche contribuito alla sceneggiatura. Una narrazione che unisce racconto personale e ricostruzione storica, offrendo una prospettiva inedita sul fenomeno Diva Futura.
Un viaggio negli eccessi e nelle contraddizioni di un’epoca
La trama si svolge tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, un’epoca di grandi trasformazioni culturali e sociali in Italia. Al centro della storia c’è Debora Attanasio, interpretata con misura e intensità da Barbara Ronchi, una giovane donna alle prese con i problemi economici e familiari della vita quotidiana. Il suo ingresso all’interno dell’agenzia Diva Futura, scelta inizialmente solo per “pagare il mutuo”, si trasforma ben presto in un’esperienza destabilizzante, che la porterà a conoscere da vicino un mondo fatto di contraddizioni brucianti. Dietro i riflettori e le luci rosse si nasconde un ambiente in cui desideri e potere, provocazione e fragilità si intrecciano in modo inestricabile.

Debora si muove tra attrici icone come Moana Pozzi (interpretata da Denise Capezza), Ilona Staller (Lidija Kordic) ed Eva Henger (Tesa Litvan), figure simbolo della trasgressione che qui vengono raccontate con una nuova profondità umana, lontana dagli stereotipi. Ma è con Riccardo Schicchi, interpretato da un Pietro Castellitto in stato di grazia, che si costruisce il fulcro emotivo del film. Diva Futura si muove su più livelli: è una ricostruzione storica, ma anche una riflessione sul ruolo del corpo e del desiderio nella società italiana, ancora oggi intrisa di contraddizioni e ipocrisie.
È un’opera che cerca di restituire dignità e complessità a figure spesso ridotte a simboli o caricature. E lo fa con un’estetica pop, colorata, che mescola leggerezza e profondità, ironia e denuncia. Castellitto incarna tutto questo in modo straordinario. Diva Futura segna una tappa importante nella carriera di Pietro Castellitto, che già aveva dimostrato la sua versatilità come regista e attore. Ma qui c’è qualcosa in più: c’è il coraggio di affrontare un personaggio che si muove sul crinale del giudizio, che non cerca mai l’assoluzione ma chiede di essere compreso.
