Cosa dice di te il caos che lasci sulla scrivania? La spiegazione che ti sorprenderà

Hai sempre tanto caos sulla tua scrivania? C'è una spiegazione che devi scoprire, un modo per poter conoscere dettagli sulla tua personalità e su come sei ogni giorno e nella tua routine.

Ci sei passato anche tu, ammettilo. Hai finito la giornata lavorativa e, mentre ti alzi dalla sedia, ti volti un attimo a guardare la tua scrivania. Un campo di battaglia. Bicchieri mezzi pieni post-it impilati l’uno sull’altro, appunti scarabocchiati al volo, penne senza cappuccio e magari anche una tazza con l’alone del caffè di stamattina. E se qualcuno ti chiedesse: "Ma come fai a lavorare in questo caos?", tu risponderesti con la classica: "So esattamente dove si trova tutto".

Ma ti sei mai chiesto davvero cosa dice di te questo disordine? E se ti dicessimo che non si tratta semplicemente di pigrizia, distrazione o mancanza di tempo? E se il caos che lasci sulla tua scrivania fosse, in realtà, una finestra sul tuo mondo interiore, sulla tua personalità e persino sul tuo modo di pensare? La psicologia dell’ambiente ha molto da dire su come gli spazi influenzino e riflettano chi siamo. E la scrivania è uno degli ambienti più intimi e rivelatori di tutti: un piccolo universo personale all'interno del quale si muove (o si nasconde) il nostro cervello. Ma attenzione, perché la spiegazione che stai per leggere potrebbe davvero sorprenderti.

Il disordine creativo: perché una scrivania caotica può essere un superpotere

Secondo alcune ricerche condotte dall’Università del Minnesota, tra cui quelle della psicologa Kathleen Vohs, un ambiente disordinato può stimolare la creatività e il pensiero non convenzionale. I partecipanti a uno studio, infatti, sottoposti a compiti di problem-solving in ambienti caotici, hanno prodotto soluzioni più originali rispetto a quelli seduti in stanze ordinate. Tradotto: chi lavora su una scrivania in subbuglio potrebbe avere una mente in grado di trovare connessioni dove altri vedono solo confusione. Il caos fisico, quindi, riflette una sorta di caos mentale? Forse. Ma non nel senso negativo che immagini. Piuttosto, sembra rappresentare un pensiero che non segue le vie tracciate, che non ha paura di “saltare” da un concetto all’altro, lasciando magari sulla scrivania indizi di quel processo creativo. Un appunto a metà, un libro aperto, una frase cerchiata due volte. È un flusso libero, dinamico, intuitivo.

Perché c'è caos sulla scrivania
Perché c'è caos sulla scrivania

E poi c’è la dimensione simbolica. Lasciare oggetti fuori posto può essere una forma inconscia di resistenza all'omologazione. Una piccola ribellione contro l'ordine imposto, contro l'ideale di produttività lineare, contro il mito dell’efficienza sterile. In questo senso, una scrivania disordinata potrebbe essere una bandiera silenziosa di individualità. Attenzione però: non si tratta di glorificare il disordine in sé, ma di osservare cosa quel disordine racconta. Perché non tutti i caos sono uguali. C’è quello del pensatore immerso nel proprio mondo, e quello del distratto che non riesce a gestire il tempo. C’è quello vissuto come stimolo e quello che genera ansia. La chiave sta nella consapevolezza. Prova a fermarti un momento e guarda la tua scrivania adesso, cosa vedi?

Ogni oggetto può raccontarti qualcosa di te che magari non avevi ancora messo a fuoco. Nel mondo del lavoro contemporaneo, dove l’immagine che proiettiamo conta tanto quanto i risultati, mantenere una scrivania impeccabile può essere una strategia sociale. La scrivania riflette un altro mondo: quello che hai dentro. Non è detto che tu debba cambiare. Ma sapere cosa dice di te il caos che lasci o l’ordine che mantieni, è già un primo passo verso un lavoro (e una vita) più consapevole.

Lascia un commento