"Ogni quanto cambi l'asciugamano?": farmacista spiega l'errore che fanno tutti

Il farmacista spiega ogni quanto cambiare gli asciugamani e quali sono i rischi se li lasciamo in uso troppi giorni. 

Sembra una domanda banale, una di quelle che rientrano nei gesti meccanici della routine quotidiana: ogni quanto dovremmo cambiare l’asciugamano? Ma dietro questa semplice abitudine si nasconde un mondo invisibile fatto di batteri, funghi, cellule morte e rischi sottovalutati. A fare luce sulla questione è il dottor Vincenzo Spinelli, farmacista e divulgatore molto seguito sui social, che ha deciso di sfatare alcuni miti su ciò che riteniamo “pulito”.

Secondo Spinelli, uno degli errori più frequenti è credere che un asciugamano usato “solo da noi” e apparentemente privo di macchie sia ancora sicuro. Nulla di più fuorviante. Il tessuto, soprattutto quando umido, diventa un terreno di coltura perfetto per ospitare colonie microbiche che, giorno dopo giorno, crescono indisturbate tra le fibre, minando la salute della pelle e l’igiene dell’ambiente.

Ogni volta che usiamo un asciugamano, la nostra pelle lascia dietro di sé residui di sebo, sudore, cellule morte e impurità. A ciò si aggiunge l’umidità che spesso rimane intrappolata nel bagno, un microclima ideale per la proliferazione di microrganismi. Tra questi, non solo innocui batteri della pelle, ma anche agenti patogeni potenzialmente dannosi: stafilococchi, funghi come la candida, e muffe. Un asciugamano che sembra pulito può in realtà contenere più batteri di una tavoletta del WC, afferma senza mezzi termini Spinelli. La differenza? Il WC viene pulito regolarmente con detergenti aggressivi, mentre gli asciugamani vengono spesso dimenticati sul termosifone o sul gancio, utilizzati per giorni, se non settimane.

asciugamani
Ogni quanto lavare gli asciugamani secondo l'esperto.

Frequenza ideale: il consiglio scientifico per viso, corpo e bidet

Arriviamo quindi al cuore della questione: quanto spesso cambiarli? Qui la risposta non è universale, ma segue una logica legata al tipo di utilizzo e alla parte del corpo coinvolta. Il farmacista raccomanda che gli asciugamani per il viso e il corpo vengano cambiati ogni due o tre utilizzi, massimo ogni tre giorni. Questo consente di mantenere basso il carico batterico e prevenire irritazioni o infezioni, specialmente in chi ha la pelle sensibile o già infiammata.

Discorso diverso, e ancor più stringente, per l’asciugamano del bidet, che secondo Spinelli andrebbe sostituito ogni giorno. Si tratta infatti di una zona del corpo più delicata, soggetta a squilibri del microbiota locale, per la quale l’igiene dev’essere assoluta. Usare lo stesso asciugamano per più giorni, magari in un bagno condiviso, espone a rischi di contaminazione incrociata che possono trasformarsi in fastidi anche gravi.

Al di là della salute cutanea, la cura degli asciugamani rappresenta un gesto di attenzione verso la qualità dell’ambiente domestico. Un bagno in ordine, profumato e visivamente pulito trasmette una sensazione di freschezza che migliora la percezione di benessere. E tutto inizia proprio da quei piccoli dettagli apparentemente trascurabili: un asciugamano morbido, asciutto e profumato non è solo un piacere, ma anche un atto di amore verso se stessi e verso chi condivide la casa. Non si tratta, quindi, di pignoleria, ma di consapevolezza igienica. Un asciugamano pulito non è un optional, ma uno strumento quotidiano di prevenzione, tanto quanto lo spazzolino da denti o il sapone per le mani. Trascurarlo significa ignorare uno dei veicoli principali attraverso cui germi e impurità possono minare la salute della pelle. Ecco qui invece un consiglio infallibile su come lavare le lenzuola e igienizzarle al meglio soprattutto in estate. 

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