Italiano visita l'Iran come turista: "Vi dico com'è davvero questo paese"

Iran, maggio 2025. In un momento in cui il mondo guarda con ansia al Medio Oriente per le tensioni tra Iran e Israele, un creator italiano ha deciso di raccontare l'altra faccia della medaglia. Si chiama @diegosworld su Instagram e, poche ore fa, ha condiviso un video che sta facendo il giro dei social.

“Sono appena tornato dall’Iran e ho bisogno di dirvi una cosa: non è come lo raccontano i media occidentali. Un messaggio forte, lanciato a muso duro, che ha acceso subito il dibattito. Non si tratta di negare i problemi, ma di rimettere al centro le persone, quelle che vivono ogni giorno sotto un regime, ma con un’anima tutta loro. E spesso molto più vicina alla nostra di quanto pensiamo.

Persiani, non arabi: l’ospitalità è legge (non scritta)

L’Iran non è un paese di estremisti tagliagole – scrive Diego nella didascalia del post, con la sicurezza di chi ha visto con i propri occhi - la gente è fantastica, l’ospitalità è commovente. Hanno una cultura che ruota attorno al Taarof, un insieme di regole non dette che impongono gentilezza estrema e generosità senza condizioni”. È un altro mondo, dove l’ospite viene trattato come un re, anche se il portafoglio è vuoto. I persiani – ci tiene a precisarlo – si distinguono dagli arabi per cultura, lingua, identità storica. E ci tengono moltissimo. È uno di quei dettagli che in Occidente si ignorano, ma che là fanno la differenza.

Il turista italiano ha dichiarato che molte persone, in strada, gli hanno offerto l'acqua di rose, una delle bevande più consumate in Iran
Il turista italiano ha dichiarato che molte persone, in strada, gli hanno offerto l'acqua di rose, una delle bevande più consumate in Iran

Altro stereotipo smontato pezzo per pezzo: le donne in Iran non sono sottomesse e passive. “Certo, il velo è ancora obbligatorio per legge - racconta Diego - ma sempre più ragazze scelgono di toglierlo. Alcune lo indossano per non avere problemi. Altre no, e rischiano grosso”. Dietro a un’apparente uniformità si nasconde un movimento silenzioso, ribelle, ma carico di dignità. “Le iraniane sono colte, forti, indipendenti. Studiano, lavorano, ricoprono ruoli di potere. La loro presenza nella società è tangibile e fa rumore, anche se nessuno ne parla in TV”. L’Iran vanta uno dei più alti tassi di alfabetizzazione femminile al mondo. Non è un dato da sottovalutare. Ed è una chiave per capire quanto la narrazione occidentale, spesso, dimentichi sfumature fondamentali.

Dietro la propaganda, c’è l’umanità

Non è tutto rose e fiori, anzi. Il regime iraniano continua a reprimere dissenso e libertà. “Ho conosciuto un ragazzo imprigionato per aver manifestato dopo la morte di Mahsa Amini”, confessa Diego. “Lo hanno pestato insieme alla sua fidanzata. Ma lui non si è piegato. E ne va fiero”. È qui che l’esperienza del creator si fa cruda, vera, pesante. Ma anche piena di rispetto. “Il problema non è la gente, è il governo”, ribadisce. “Gli iraniani sono resilienti. E continuano a vivere, lavorare, amare. Anche sotto le bombe e le minacce.”

La rete si divide: chi lo accusa di ingenuità, chi lo ringrazia per aver raccontato l’Iran al di là dei missili. Intanto il suo profilo vola, con decine di migliaia di interazioni in poche ore. Ma più che numeri, resta il messaggio: conoscere prima di giudicare. Oggi, 23 giugno 2025, raggiungere l'Iran è sconsigliato anche ai turisti, per via dei frequenti bombardamenti che stanno colpendo Teheran. Tutti sperano in una risoluzione rapida delle tensioni (ma questo è un tema complesso e non ci sentiamo di parlarne), affinché tra pochi mesi questo affascinante paese riapra le porte ai turisti.

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