Un italiano in Cina, un tiramisù locale, e una "r" che diventa "l" come nei luoghi comuni: nasce il mitico Tilamisù. A documentare tutto ci ha pensato Nicola Torrisi, conosciuto online come befric, un content creator italiano che sta vivendo un'avventura orientale fatta di risate, afa e dolci decisamente sorprendenti.
Il tiramisù diventa Tilamisù: la lingua colpisce ancora
Chi conosce un minimo le difficoltà linguistiche dell’Est asiatico lo sa: la lettera "R" in cinese e giapponese è un rebus fonetico. Non esiste nella forma italiana che conosciamo e spesso viene sostituita con una "L". Così, quando befric ha trovato in un conbini di Pechino (uno di quei minimarket aperti h24) un tiramisù con l’etichetta "Tilamisù", il sorriso è partito automatico. La confezione mostra chiaramente il nome in alfabeto latino, scritto proprio così: Tilamisù. Un dettaglio che ha scatenato la curiosità di Nicola, già seguito da migliaia di utenti per i suoi contenuti a tema viaggi. Ma oltre al nome buffo, la vera domanda era una sola: com'è questo dolce made in China?

La sorpresa continua: prezzo 1€. Porzione da 70 grammi, quindi un quadratino di dolcezza, ma decisamente accessibile. In un'estate bollente da 42 gradi, befric decide di acquistare il prodotto e gustarlo nella tranquillità della stanza d'albergo. Nessun rischio di squagliarsi per strada o attirare troppi occhi curiosi.
Il tiramisù si presenta bene: una confezione in plastica trasparente, dolce stratificato come da tradizione, due piani di savoiardi separati da abbondante crema. «È stratificato per davvero», dice nel video, e i fan già fremono.
Tilamisù promosso: “È buonissimo, sa di casa”
All’assaggio arriva la conferma: «È molto buono. Anzi, è buonissimo per essere fatto in Cina». Il mascarpone c’è, il caffè pure, il cacao regala il tocco finale. Forse i savoiardi non sono proprio originali, ma il risultato convince anche un italiano DOC. «Per essere un prodotto cinese è sorprendentemente fedele all’originale», commenta. Non è una parodia del tiramisù, è una versione quasi autentica, solo con un nome buffo. E a giudicare dalle reazioni online, molti italiani espatriati avrebbero voluto essere al suo posto.
Chiudiamo con una nota nutrizionale per chi vuole sentirsi meno in colpa: 230 calorie ogni 100 grammi, ma la confezione è da 70g. Si tratta quindi di un piccolo sgarro da 161 calorie circa. Considerando il prezzo, la qualità e la sorpresa di ritrovare il sapore di casa a migliaia di chilometri dall’Italia, è un compromesso più che accettabile. E se è vero che in Cina tutto è possibile, da oggi sappiamo che anche un tiramisù può attraversare mezzo mondo, cambiare una lettera e restare comunque delizioso. Tilamisù, promosso con lode e con sorriso!
Nei commenti, alcuni italiani che vivono in Cina fanno sapere che nelle grandi città sta aumentando esponenzialmente il consumo di caffè. Com'è noto, i cinesi amano il tè e lo bevono da secoli, ma la voglia di provare sapori diversi cresce di anno in anno. Di conseguenza, non poteva non aumentare la richiesta di un dolce in cui il caffè ha un'importanza enorme. Inoltre sempre più chef italiani si trasferiscono in Cina per lavoro, dove esportano la loro conoscenza e preparano dolci deliziosi come quello provato da Torrisi.
