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Giugno 2025 ha segnato un nuovo allarme climatico per il Mar Mediterraneo. Le temperature superficiali hanno raggiunto valori record: fino a 27°C, con anomalie termiche anche di +5-6°C rispetto alla media climatica del periodo 1991-2020. Si tratta della temperatura più alta mai registrata nel mese, secondo l'Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA). Il bacino occidentale, tra Mar delle Baleari, Mar Tirreno, Golfo del Leone e le acque tra Corsica e Sardegna, mostra le anomalie più estreme. In alcune aree, i valori termici superano addirittura le 7-8 deviazioni standard rispetto ai dati storici.
Perché il Mediterraneo si sta riscaldando più del previsto?
Il riscaldamento del Mediterraneo è un effetto amplificato del cambiamento climatico globale, ma ci sono anche cause locali che ne esasperano l’intensità. Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, la temperatura superficiale del bacino è aumentata di circa +1,5°C negli ultimi 40 anni, con un'accelerazione marcata nell’ultimo decennio.
- Ondata di calore marina: persistenti anticicloni impediscono il raffreddamento notturno e intrappolano il calore in superficie.
- Venti deboli: riducono la turbolenza e il rimescolamento verticale, impedendo al calore di distribuirsi in profondità.
- Aumento della salinità: l’evaporazione accelera e altera la circolazione termoalina, compromettendo l’equilibrio tra acque superficiali e profonde.
Questi fattori combinati stanno trasformando il Mediterraneo in un hotspot climatico, con impatti diretti sulla biodiversità marina, sugli ecosistemi costieri e sulla stabilità climatica regionale.

Le soluzioni più discusse per raffreddare il Mediterraneo
Le strategie per mitigare l’aumento delle temperature sono in fase di ricerca e, nella maggior parte dei casi, ancora sperimentali. Alcune proposte provengono dal campo della geoingegneria climatica, altre da modelli idraulici estremi.
1. Marine Cloud Brightening (MCB)
Questa tecnica prevede di nebulizzare particelle di acqua salata nell’atmosfera per aumentare la riflettività delle nuvole marine. L’obiettivo è ridurre la quantità di radiazione solare che raggiunge la superficie marina, raffreddandola.
Pro: potrebbe temporaneamente rallentare l’aumento termico.
Contro: effetti imprevedibili su piogge e circolazione atmosferica; la tecnologia non è ancora pronta per l’applicazione su vasta scala.
2. Ocean Foaming
Consiste nel creare una pellicola riflettente sulla superficie marina, utilizzando schiume o bolle stabili, per riflettere la luce solare.
Pro: aumenta l’albedo dell’oceano, riducendo il calore assorbito.
Contro: elevati rischi per gli ecosistemi marini e costi operativi enormi.
3. Stratospheric Aerosol Injection (SAI)
Questa tecnica, più studiata a livello globale che mediterraneo, mira a iniettare aerosol solforici nella stratosfera per schermare la radiazione solare.
Pro: abbassamento delle temperature su scala planetaria.
Contro: rischio di alterare i pattern delle piogge e danni alla fascia di ozono. L’IPCC la considera una misura di ultima istanza.
4. Allargamento dello Stretto di Gibilterra
Alcuni ingegneri ambientali hanno ipotizzato un progetto di macro-ingegneria per aumentare il ricambio d’acqua tra l’Oceano Atlantico e il Mediterraneo. L’obiettivo sarebbe facilitare l’ingresso di acque più fredde e ricche di ossigeno.
Pro: soluzione strutturale con effetti potenzialmente duraturi.
Contro: impatti geopolitici e ambientali imprevedibili, oltre a costi che superano i 200 miliardi di euro secondo le prime simulazioni dell'Horizon Europe Programme.
Un mare sempre più caldo, un futuro sempre più incerto
Il Mar Mediterraneo si riscalda più rapidamente rispetto alla media degli oceani globali. Questo fenomeno sta già producendo effetti concreti: pesci tropicali che colonizzano nuove aree, moria di specie endemiche, aumento dell’acidificazione e cambiamenti nella pesca e nel turismo. Le soluzioni esistono, ma nessuna è priva di effetti collaterali. L’unica strada credibile, secondo i climatologi, resta quella della mitigazione delle emissioni, dell’adattamento costiero e della resilienza ecologica. Le tecnologie possono aiutare, ma il cuore del problema resta la combustione dei combustibili fossili.
Il Mediterraneo è il nostro termometro climatico: e la febbre sale sempre più.
