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Roma è una città che non smette mai di stupire. Anche un semplice tombino può diventare una macchina del tempo, capace di riportarci a uno dei momenti più drammatici del Novecento. A raccontarlo è Fabio Toncelli, documentarista ed esperto di storia moderna, che su Instagram ha pubblicato un video diventato virale: oltre 570.000 visualizzazioni in quattro giorni.
Il protagonista del video non è un monumento né una statua, ma un oggetto umile e quotidiano: un tombino in ghisa sul marciapiede di via Asiago, all’angolo con via Montello, quartiere Della Vittoria, a Roma nord. Milioni di persone - non è un'iperbole - lo hanno calpestato da quando è stato installato, molti dei quali senza sapere la sua storia. Sopra è inciso un acronimo ormai dimenticato: EIAR, cioè Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, l’antenata della Radio Rai.
EIAR: la radio che raccontò l’Italia, fino all’armistizio
Il palazzo che ospita oggi gli studi di Radio Rai, in via Asiago 10, è lo stesso che nel 1943 veniva utilizzato dalla EIAR. Lì, due giorni prima del fatto che Toncelli racconta nel video, il maresciallo Pietro Badoglio aveva annunciato via radio alla nazione l’Armistizio dell’8 settembre.

Quella comunicazione radiofonica segnò la fine dell’alleanza con la Germania nazista e l’inizio del caos. La sera del 10 settembre 1943, mentre Roma era nel panico, alcune truppe tedesche si presentarono proprio lì, davanti all’edificio della Radio. Il loro obiettivo era chiaro: prendere il controllo dell’emittente. Un punto nevralgico per il potere comunicativo in un momento in cui la radio rappresentava l’unico megafono nazionale.
Un muro che ha visto tutto: tra storia e fotografia
Nel secondo video pubblicato da Toncelli, si vede il muro di cinta accanto alla sede della radio. Quello stesso muro appare in una foto storica del settembre 1943: ci sono paracadutisti tedeschi e militari italiani in uniforme coloniale. Alcuni di loro erano reduci dall’Africa e, trovatisi a Roma durante quei giorni concitati, vennero coinvolti negli scontri e nelle trattative che segnarono il passaggio di consegne tra l’Italia monarchica e i nuovi occupanti.
Quel muro è ancora lì, identico. Nessuna ristrutturazione, nessuna cancellazione del tempo. È come se avesse voluto restare a guardia della memoria, a pochi passi da quel tombino EIAR che nessuno nota, ma che ha sentito i passi della Storia.
10 settembre 1943: l’occupazione tedesca di Roma
La data del 10 settembre rappresenta una tappa fondamentale per Roma e per l’Italia intera. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre, le truppe tedesche entrarono nella Capitale. Non trovarono una vera difesa. Il Re Vittorio Emanuele III, il governo Badoglio e i vertici militari erano già in fuga. La città fu lasciata allo sbando.
In molte zone, però, ci furono tentativi di resistenza spontanea. Tra i luoghi simbolo: Porta San Paolo e la Montagnola. Centinaia di civili, insieme a reparti dell’esercito italiano, cercarono di opporsi ai nazisti. I combattimenti durarono poche ore, ma furono sanguinosi: a Porta San Paolo morirono circa 400 persone, tra cui 43 donne. Quello fu il primo vero atto di Resistenza romana.
Nel pomeriggio, le autorità italiane firmarono la resa. Roma venne dichiarata "città aperta", cioè fuori dal conflitto armato. Ma di fatto, da quel momento, iniziava l’occupazione tedesca della città, che sarebbe durata fino al 4 giugno 1944.
Quel tombino calpestato da milioni di persone
Quante volte passiamo sopra un tombino senza notarlo? Quante volte a Roma camminiamo senza sapere cosa è accaduto proprio sotto i nostri piedi? Fabio Toncelli, con la semplicità di un video da pochi secondi, ha riportato alla luce un frammento dimenticato ma fondamentale della memoria collettiva. Quel tombino EIAR non è un dettaglio da nulla: è un simbolo. Rappresenta un’Italia che comunicava, che crollava e che provava a resistere. Rappresenta la radio come strumento di propaganda, ma anche come voce di libertà. E rappresenta la storia urbana di Roma, fatta non solo di Colosseo e Fori Imperiali, ma anche di angoli anonimi dove il passato si nasconde in piena vista. Ed è raro perché l'EIAR non esiste più e non ne verranno mai più prodotti di simili.
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