Romania, italiano mostra gli affari fatti con 10€ al mercato dell'usato

Comprare abiti usati in Romania spendendo meno di una pizza al tavolo e tornare a casa con capi originali firmati? Si può fare, parola di @strafattoalmercato. Il content creator italiano ha pubblicato un video diventato virale su Instagram, dove mostra gli acquisti fatti con appena 10€ (circa 50 Lei) al Mercato Militari, uno dei più noti mercatini dell’usato di Bucarest.

Al Mercato Militari con 10 euro: abbigliamento di marca e pezzi vintage

Il primo affare è un costume da bagno OAKLEY, grigio chiaro con dettagli rossi. L’etichetta è originale, il tessuto è ben conservato e la tonalità rossa ancora brillante, segno che il capo è stato usato ma non maltrattato. Costo? Solo 1€, l’equivalente di 5 Lei.

Il costume a 2€ è uno degli affari fatti al mercato dell'usato di Bucarest.
Il costume a 2€ è uno degli affari fatti al mercato dell'usato di Bucarest.

Poi arriva un pezzo che manda in visibilio gli appassionati di calcio: una maglietta del Barcellona del 2012. Lo stemma del club è embroderied, ovvero ricamato e non stampato, dettaglio che spesso indica un prodotto ufficiale e non una replica scadente. La patch della Liga spagnola è cucita sulla manica, e la maglia non presenta alcun nome o numero. Anche qui i colori sono vivi e non sbiaditi. Prezzo? 2€.

La terza scoperta è un cappellino POLO Ralph Lauren blu scuro, con il celebre cavallino color beige sul fronte e la scritta “POLO” sul retro. Etichetta interna autentica, condizioni ottime. Prezzo? 2€. In Italia, anche nei mercatini, trovarlo a questa cifra è praticamente impossibile.

Maglie da collezione e accessori in argento: l’affare continua

Il quarto capo entra nella categoria “vintage da collezione”: una maglia dello Sheffield United del 2001. Lo sponsor tecnico è Diadora, quello principale è Chupa Chups, con il classico logo a forma di fiore. Nessuna personalizzazione, ma l’originalità del pezzo è fuori discussione. Prezzo? 3€, un euro in più rispetto alla maglia del Barcellona ma giustificato dal valore storico, dato che parliamo di un capo di quasi 25 anni fa.

Non solo abiti: tra le mani dell’italiano finisce anche un anello in argento con una grossa lettera “M” incisa: "È la mia iniziale, l'ho comprato subito". Non si conosce la provenienza né la composizione esatta, ma il prezzo è stato davvero basso: 5€. Un'aggiunta interessante, soprattutto per chi ama abbinare accessori ricercati a pochi euro.

Compra, mostra e rivende: la strategia Vinted

Una volta mostrato tutto, il content creator ammette candidamente che – tranne l’anello – rivenderà tutti i capi su Vinted. Una strategia utilizzata da molti micro rivenditori online: acquistare low cost nei mercati dell’Est e vendere su app come Vinted a cifre più alte.

Ma attenzione: la legge italiana ha fissato paletti precisi per chi decide di trasformare questa attività in una fonte di guadagno. Se in un anno si superano i 2.000€ di incassi oppure si vendono più di 30 oggetti, scatta l’obbligo di dichiarazione e, in alcuni casi, di apertura di partita IVA. Le app di vendita come Vinted sono ora obbligate a comunicare al Fisco i dati dei venditori che superano tali soglie. Non rispettare la normativa può comportare sanzioni e accertamenti.

Parlando di oggetti usati che si sono rivelati dei piccoli tesori, segnaliamo l'articolo più letto del mese di giugno: che vede protagonista una macchina fotografica degli Anni '50.

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