Nel cuore delle Marche, tra i monti e i fiumi dell’Appennino centrale, c’è un posto dove l’autoironia è patrimonio culturale, in particolare quella associata al proprio aspetto fisico. Il suo nome è Piobbico, provincia di Pesaro e Urbino. Ma tutti lo conoscono con un soprannome decisamente particolare: il paese dei brutti. Sì, esiste davvero. E non è un insulto, né una provocazione. A raccontarlo è anche la pagina Instagram @fattidiviaggi, che ha dedicato un video virale a questo borgo unico nel suo genere. Perché a Piobbico, ogni anno, si elegge il “più brutto d’Italia”. Ma attenzione: qui la bruttezza è un vanto, una bandiera contro la perfezione imposta dai social e un modo intelligente per ridere dei pregiudizi.
Piobbico, il borgo che sfida i canoni estetici
Piobbico non è un paese qualunque. Conta poco meno di 2.000 abitanti e si trova tra Monte Nerone e Monte Montiego, immerso nel verde e attraversato dai fiumi Biscubio e Candigliano. Il suo centro storico, in pietra, è dominato dall’imponente Castello dei Brancaleoni. Un quadro perfetto da cartolina. E allora, perché viene chiamato “paese dei brutti”?
Tutto nasce da un’idea geniale: nel 1879 viene fondato proprio qui il Club dei Brutti, noto ufficialmente come World Association of the Ugly People. L’obiettivo originario era quello di aiutare le donne del paese, considerate “poco attraenti” secondo i canoni dell’epoca, a trovare marito. Ma nel tempo, il messaggio si è trasformato in qualcosa di più potente e universale: un inno alla libertà di essere se stessi.
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Oggi il Club conta più di 30.000 iscritti in tutto il mondo. E ogni prima domenica di settembre, Piobbico diventa il centro dell’ironia globale con il Festival Mondiale dei Brutti. Un evento goliardico e amatissimo in cui si incorona il nuovo “re dei brutti”, si consegna l’irriverente premio “No-bel” e si celebra la diversità con allegria e orgoglio. Nel 2008, il paese ha persino inaugurato un monumento dedicato ai brutti, a suggello della propria identità.

Dietro la maschera della “bruttezza”, Piobbico mostra un volto da borgo da sogno. Vicoli medievali, aria pulita, sentieri panoramici e un paesaggio che toglie il fiato. E poi c’è il bosco dei folletti, che incanta grandi e piccoli, e una rete di escursioni tra natura e storia che attira turisti da tutta Italia e non solo. Il nome stesso del paese affonda le radici nella storia romana: deriva da “publicum”, ovvero territorio pubblico, evoluto poi in “plobicum” e infine “Piobbico”. Ma la vera identità di questo borgo nasce dal suo spirito inclusivo e rivoluzionario.
Piobbico: dove l’imperfezione è un’arte
A Piobbico, l’imperfezione è un punto di forza. E ogni pietra del borgo sembra volerlo ribadire. In un mondo ossessionato dall’apparenza, questo piccolo paese delle Marche ha costruito un’identità forte e unica, trasformando un’etichetta in un’occasione di riscatto sociale e attrazione turistica.
La pagina Instagram @fattidiviaggi lo racconta bene nel suo video, mostrando anche il vincitore dell’ultima edizione del festival. “Il Club dei Brutti ci ricorda che in un mondo che insegue la perfezione a tutti i costi, la vera bellezza è quella interiore” – dicono nel filmato. Il paradosso è evidente: il “paese dei brutti” è bellissimo. E forse proprio per questo lascia il segno. Per chi volesse visitare un altro borgo affascinante del centro Italia, eccone uno toscano circondato dalle vigne.
