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Il Giappone continua a esercitare un fascino irresistibile su migliaia di turisti italiani. Tra templi millenari, sushi autentico e città ultramoderne come Tokyo, Kyoto e Osaka, molti viaggiatori finiscono per ignorare un altro lato del Paese: il mare. Eppure il Giappone è un arcipelago, circondato da coste che offrono paesaggi unici. Ma andare al mare qui non è proprio come in Italia. C’è una regola, in particolare, che ha lasciato interdetti moltissimi italiani.
A raccontarlo è Giulia Lamarca, content creator italiana seguitissima sui social. Il suo profilo mostra il quotidiano di una donna in sedia a rotelle, il marito e i loro due figli. In un video diventato virale, è proprio il marito di Giulia a spiegare cosa significa davvero passare una giornata in una spiaggia giapponese. E lo fa mettendo in luce dieci dettagli sorprendenti che non lasciano indifferenti.
1. Tatuaggi vietati: la regola che spiazza gli italiani
Partiamo da quella che per molti è la più assurda: non puoi andare in spiaggia se hai tatuaggi visibili. Proprio così. In Giappone, il tatuaggio viene ancora spesso associato alla Yakuza, la mafia locale, e molte strutture pubbliche – compresi onsen, piscine e spiagge – lo vietano. In alcuni casi si può coprire il disegno con cerotti o magliette, ma il divieto resta chiaro. E non è finita: vietatissimo bere alcolici sotto l’ombrellone. Dimenticatevi la birra ghiacciata guardando il tramonto. Qui la regola è rigida, e vale per tutti, turisti compresi.
2. Il rischio tsunami è reale e preso molto sul serio
La costa giapponese non perdona. Il rischio tsunami è costante e le autorità locali fanno di tutto per tenere alta l’attenzione. In spiaggia si trovano ovunque cartelli con le indicazioni per le vie di fuga, oltre a spiegazioni su cosa fare in caso di emergenza. Un sistema che può apparire ansiogeno, ma è il risultato di una cultura che ha imparato a convivere con la natura. Non mancano gli annunci al megafono, frequenti e rigorosi, anche se – come racconta ironicamente il marito di Giulia – per chi non parla giapponese è impossibile capirli.
3. Un paradiso per famiglie (ma senza sigarette in riva al mare)
La spiaggia visitata dalla famiglia di Giulia è pensata per tutti, ma in particolare per i più piccoli. C’è una kids area dove l’acqua rimane bassa anche a diversi metri dalla riva. Perfetta per giocare in sicurezza. Chi vuole fumare può farlo, ma solo in una zona specifica ai bordi della spiaggia, delimitata da un semplice cartello blu. Nessuna colonnina, nessuna area coperta: è una zona di tolleranza, più che una concessione.
4. Gonfiabili gratuiti, docce fredde e accessibilità totale
Chi cerca comfort non resterà deluso. In acqua si trovano gonfiabili gratuiti, disponibili per tutti. Le docce sono anch’esse gratuite, ma solo fredde. Per chi è abituato alle docce calde degli stabilimenti italiani potrebbe essere uno shock, ma con 35 gradi all’ombra si sopravvive. Anzi, va più che bene. E poi c’è un punto che fa davvero la differenza: l’accessibilità. “A livello di accessibilità, molto bene”, racconta il marito di Giulia. “Ci sono le rampe per scendere fino alla spiaggia”. Una scelta non scontata, che in Italia spesso manca anche nei lidi più frequentati.
5. Magliette in acqua e distributori automatici sulla sabbia
Ultima chicca, che fa sorridere molti occidentali: i giapponesi fanno il bagno con le magliette. In molti casi si tratta di magliette UV, pensate per proteggere la pelle. Ma è anche una scelta culturale: qui, abbronzarsi non è di moda. Anzi, al contrario: chi può resta coperto il più possibile. Secondo il luogo comune, gli asiatici tendono a non abbronzarsi perché, di norma, gli asiatici abbronzati sono coloro che fanno lavori umili, sotto il sole. Forse nel 2025 non è più così, mentre resta il desiderio di avere una pelle quanto più chiara possibile, forse più per motivi estetici che di vezzo. Altra particolarità? La maggior parte dei giapponesi usa gli ombrelloni, ma non è affatto raro vedere delle vere e proprie tende da campeggio come copertura dai raggi solari.

E se hai sete? Nessun problema. Sulla spiaggia ci sono distributori automatici che vendono bottigliette d’acqua fredda a 1 euro. “Quanto è bello avere l’acqua ghiacciata direttamente sulla sabbia e pagarla 1€?”, dice l’autore del video, visibilmente soddisfatto.
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