Roma, ragazza mostra cosa mangiano i giovani del Giubileo: il contenuto del pacco e il prezzo

Altro che carbonara e supplì: i giovani del Giubileo arrivati a Roma per salutare Papa Leone si sono dovuti accontentare panini al salame e tramezzini al prosciutto, il tutto chiuso in un box-lunch da 35 euro. Il grande raduno a Tor Vergata ha trasformato la Capitale in un campus a cielo aperto. E tra cori, tende e metro affollate, sui social in molti si sono chiesti: cosa mangiano davvero i pellegrini del Giubileo?

A svelarlo è stata Serenapia_notserena, una tiktoker che ha condiviso con i suoi follower il contenuto del pacco alimentare ricevuto sabato 3 agosto. Nessuna misteriosa sovvenzione vaticana: tutto regolarmente pagato, come specifica lei stessa nel video diventato virale nel giro di poche ore.

Giovani del Giubileo a Roma: cosa conteneva il box alimentare da 35 euro

Il box-lunch fornito agli iscritti comprendeva cena del 2 agosto, colazione e pranzo del 3 agosto. Prezzo? 35 euro. Con una certa ironia e una buona dose di trasparenza, Serenapia ha mostrato ogni singolo pezzo del pacco, scatenando commenti di ogni tipo:

  • 3 succhi di frutta all’albicocca
  • 1 pacchetto di biscotti con gocce di cioccolato
  • 2 scatolette: tonno e fagioli + tonno e piselli
  • 1 pacco di mini bruschette al rosmarino
  • 2 cornetti vuoti confezionati
  • 1 sandwich prosciutto e formaggio
  • 1 panino con salame milanese
  • 1 macedonia confezionata
  • 1 set di posate in plastica

Una selezione che sembra più da gita scolastica che da pellegrinaggio internazionale. Ma del resto, l’organizzazione logistica per oltre 100.000 giovani accampati nei pressi della Capitale non è cosa da poco. E in tempi di inflazione, anche un panino con salame diventa oro colato. Serena ha precisato che chi ha intolleranze alimentari o non mangia carne ha ricevuto un kit diverso, ovviamente dopo averlo comunicato al momento del pagamento. Per quanto riguarda l'acqua, veniva scoraggiato l'uso di bottiglie di plastica e incentivato quello di borracce, pertanto c'erano diversi punti dove riempirla.

La giovane diocesana ha mostrato il contenuto del pacco alimentare che lei e altre migliaia di giovani partecipanti al Giubileo hanno ricevuto.
La giovane diocesana ha mostrato il contenuto del pacco alimentare che lei e altre migliaia di giovani partecipanti al Giubileo hanno ricevuto.

Metro assediata, cori e polemiche: i romani divisi sul maxi evento

Che la presenza dei giovani del Giubileo avrebbe lasciato il segno era scritto. Ma tra entusiasmo e disagio, a far notizia è stato anche un video-sfogo di un cittadino romano infastidito da un vagone della metro trasformato in karaoke. “Io vengo da lavoro e questi mi cantano sopra la testa”, ha detto nel video diventato virale su Instagram e Facebook. L’ondata di canti, cori, schiamazzi notturni e occupazioni spontanee di spazi pubblici ha acceso il dibattito online.

Non sono mancati nemmeno i classici “boomer comment” sui social: “Ecco dove finiscono i soldi delle tasse”, “Ce li mantiene l’8x1000!”. In realtà, ogni partecipante ha pagato il proprio pacchetto, che poteva variare da 35 euro (solo pasti) a 220 euro (con alloggio incluso), a seconda della formula scelta.

Kit del diocesano: il contenuto completo tra fede e praticità

Oltre al box-lunch, molti partecipanti hanno ricevuto anche il cosiddetto “kit del diocesano”. Anche qui, Serenapia ha aperto la borsa in diretta TikTok, elencando tutto il contenuto:

  • 1 cappellino
  • braccialetti identificativi
  • telo di plastica per isolarsi dal terreno (chi non ha preso un alloggio privato ha dormito nei sacchi a pelo)
  • 1 t-shirt celebrativa
  • libretto delle celebrazioni ufficiali
  • “emergency blanket”, una coperta termica per freddo e vento
  • opuscoli dedicati alla vita di Pier Giorgio Frassati

Un mix tra gadget da festival e attrezzatura da escursione spirituale. L’obiettivo? Vivere un’esperienza collettiva che va oltre la fede e tocca la logistica, la convivenza e, ovviamente, la condivisione social.

Chi ha pagato davvero? Facciamo chiarezza sulle polemiche online

In mezzo alla pioggia di commenti indignati, molti hanno insinuato che tutto fosse stato finanziato dal Vaticano o dallo Stato italiano. Ma i dati parlano chiaro: i pasti e i kit sono stati acquistati direttamente dai partecipanti tramite la loro diocesi. L’unica eccezione? I volontari. Chi ha prestato servizio nei punti sicurezza, oppure ha aiutato a pulire le aree dopo il passaggio dei gruppi, ha ricevuto un box gratuito. Tutti gli altri hanno messo mano al portafoglio.

Una precisazione importante, perché eventi di questa portata rischiano spesso di alimentare narrazioni sbagliate. Anche perché, come fanno notare diversi sacerdoti presenti, “questi ragazzi hanno dormito per terra, mangiato panini e camminato sotto il sole. L’hanno fatto per vivere un momento di fede, non una vacanza all inclusive”.

Lascia un commento