Italiana che vive in Canada indica una cosa che l'Italia dovrebbe "copiare"

Giuliaincanada è una content creator italiana che, superati i 35 anni, ha deciso di lasciare l’Italia per trasferirsi in Canada. Una scelta di vita radicale, documentata attraverso video e contenuti condivisi con migliaia di follower, dove racconta in modo diretto e senza filtri cosa funziona — e cosa no — del Paese che oggi chiama casa. In uno dei suoi video più recenti, ha indicato una cosa che, secondo lei, l’Italia dovrebbe assolutamente copiare dal sistema canadese. E riguarda qualcosa che tocca milioni di persone: il pagamento dello stipendio.

Stipendio bisettimanale: il modello canadese che sorprende gli italiani

Giulia lo dice senza mezzi termini: "Lo stipendio pagato ogni due settimane, invece che una volta al mese, cambia tutto". Il totale non varia — a fine mese si riceve sempre la stessa cifra, ça va sans dire — ma la sensazione cambia radicalmente. Secondo la creator, avere più frequenza nei pagamenti fa percepire di avere più soldi in mano. E non si tratta solo di una questione psicologica.

Ricevere lo stipendio ogni due settimane consente di gestire meglio eventuali spese improvvise, come una visita medica, una bolletta più salata del previsto o un guasto domestico. Sapere che nel giro di pochi giorni si riceverà un’altra tranche di denaro rende più leggera l’ansia da imprevisto. Alcuni lavori in Canada, tra l’altro, prevedono il pagamento addirittura settimanale. Un vantaggio non da poco.

Secondo Giulia, l'Italia avrebbe tanto da imparare dal Canada
Secondo Giulia, l'Italia avrebbe tanto da imparare dal Canada

Nei commenti al video, diverse persone confermano l’effetto positivo del pagamento frequente. "Rende la vita più facile", scrive un utente. Ma c’è anche chi fa notare un limite: per chi guadagna stipendi medio-bassi, intorno ai 1.200 euro, dividere la cifra in due tranche non cambia poi molto dal punto di vista pratico. Viceversa, chi è abituato a una paga più bassa italiana e trova un lavoro dall'equivalente di 4.000€ mensili, accoglierà con gioia due stipendi mensili da 2.000.

Servizi più snelli e libertà quotidiana: cosa piace del Canada

Nel suo canale, Giuliaincanada ha condiviso altri aspetti del Canada che considera vincenti. Uno di questi è la facilità d’accesso ai servizi. In molti casi, non serve prenotare. Parrucchiere, estetista, rinnovo documenti: si entra, si aspetta il proprio turno e si risolve. In Italia, questo approccio è raro. La burocrazia pretende telefonate, code e — spesso — molta pazienza. Si chiamano "walk-in".

Un altro elemento che ha colpito la creator è la possibilità di girare a destra anche con il semaforo rosso, in alcune strade canadesi. Una regola semplice, ma che rende il traffico più scorrevole, purché non ci siano cartelli che lo vietano.

Infine, la gestione degli oggetti ingombranti. In Canada è legale lasciare per strada un vecchio mobile, un divano o un armadio. Nel giro di massimo due giorni, viene recuperato: o da chi ne ha bisogno, o dai servizi comunali di raccolta rifiuti. Niente appuntamenti, niente codici da indicare, niente rischio di multe. Un sistema più diretto e, paradossalmente, più rispettoso dell’ambiente. In Italia, invece, il processo è molto più macchinoso.

Salario minimo e distacco sociale: i pro e contro di vivere in Canada

Uno dei motivi per cui Giulia ha apprezzato il Canada è la presenza di un salario minimo nazionale, che garantisce un livello base di retribuzione per tutti i lavoratori. Un elemento che in Italia manca, e che spesso alimenta le disuguaglianze. In Canada, invece, anche i lavori meno qualificati garantiscono una base salariale tutelata dalla legge.

Ma non è solo questione di soldi. Anche il clima sociale le piace: nessuno si fa gli affari degli altri. I canadesi, racconta, non sono invadenti. Non giudicano. Una volta, ha visto una persona al supermercato con solo l’accappatoio addosso. Nessuno l’ha guardata storto. “Non è che la gente gira in pigiama, ma nessuno ti giudica se lo fai”, spiega.

Un atteggiamento che, per molti italiani abituati a essere sotto esame continuo, può sembrare liberatorio. Meno pressioni, meno aspettative sociali, più libertà.

Il rovescio della medaglia: il traffico di Toronto

Non tutto è perfetto, però. C’è una cosa che Giulia detesta: il traffico a Toronto, la città in cui vive. “Le strade sono poche e le auto tante. Non ci sono alternative, non esistono strade secondarie”, denuncia in un video diventato virale. Una situazione aggravata dai lavori stradali infiniti, che bloccano interi quartieri e rendono impossibile muoversi in certi orari. Nonostante l’efficienza dei servizi e la gentilezza della gente, vivere a Toronto comporta una dose non indifferente di stress se ci si deve spostare ogni giorno in auto.

Un elemento che in parte riequilibra l’entusiasmo iniziale. Il paradiso non esiste, ma qualche idea da esportare, sì.

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