In Giappone gli uffici governativi usano ancora i floppy disk: il motivo è molto interessante

Quando si parla di Giappone, l'immaginario collettivo va subito a robot umanoidi, i treni di trasporto passegeri più veloci al mondo e WC tecnologici che sembrano usciti da un film di fantascienza. Eppure, nel cuore della burocrazia giapponese del 2025, esiste ancora una realtà fatta di floppy disk e fax.

A sollevare la questione è stato Jimmy Maio, content creator seguito da centinaia di migliaia di utenti su TikTok. In un video diventato virale, Maio ha svelato un dettaglio che sembra uscito dagli anni ’90: “In Giappone, i dipendenti pubblici usano ancora i floppy disk per lavorare”. Sì, quei dischetti neri rigidi da 3,5 pollici che molti nativi digitali non hanno mai visto dal vivo, o al massimo in una 'scatola dei ricordi' dei loro genitori che conservano un po' tutto.

Perché in Giappone si usano ancora i floppy disk nel 2025

La risposta ha radici profonde nella storia recente del paese. Negli anni ’90, il Giappone era considerato il faro della tecnologia mondiale. In quel contesto, i floppy disk rappresentavano l’avanguardia: permettevano lo scambio di dati in modo semplice, veloce e relativamente sicuro. Così il governo decise di standardizzare molte procedure attorno a questo supporto, pensando ingenuamente che sarebbero rimasti la normalità per i prossimi cento anni. Il tempo è passato, le tecnologie si sono evolute – prima le pen drive, poi il cloud, ora persino la blockchain – ma il Giappone è rimasto fermo. Secondo dati ufficiali, nel 2025 esistono ancora 1900 procedure governative che richiedono l’uso di floppy disk o CD-ROM. Sì, ma perché?

Una collezione di floppy disk, che 'urlano' "Anni '90".
Una collezione di floppy disk, che 'urlano' "Anni '90".

Il motivo di questa apparente contraddizione sta nella cultura giapponese, profondamente ancorata alla stabilità e alla prudenza. Ogni cambiamento, anche minimo, richiede un iter burocratico complesso. E non è solo una questione amministrativa: c’è un vero e proprio atteggiamento mentale radicato nel concetto “se non è rotto, perché sostituirlo?”. Per questo, strumenti come il FAX restano ancora centrali nella comunicazione tra enti pubblici. Il Giappone è l’unico tra i paesi tecnologicamente avanzati a farne un uso quotidiano, anche nel 2025. In molte prefetture, inviare un documento via fax è ancora considerato più sicuro e affidabile rispetto all’email.

Floppy e fax: tecnologie vecchie, ma ancora utili

È facile sorridere davanti a un dipendente che inserisce un floppy disk in un computer con Windows 95. Ma c’è un dettaglio da non sottovalutare: la sicurezza. Il Giappone registra un numero molto basso di attacchi informatici rispetto ad altri paesi occidentali. L’assenza di interconnessione con sistemi cloud o server esterni riduce di molto le vulnerabilità. In un'epoca in cui anche i data breach fanno notizia ogni giorno, questa arretratezza assume una valenza diversa.

Non a caso, molti cittadini giapponesi esprimono una forte fiducia nel sistema. Non percepiscono l’urgenza di modernizzare ciò che, a livello locale, continua a funzionare. E l’efficienza nipponica, in certi ambiti, riesce ancora a stupire.

I commenti degli utenti: tra ironia e nostalgia

Sotto il video di Jimmy Maio, i commenti si sprecano. C’è chi condivide le immagini del proprio ufficio, dove il FAX è ancora acceso e funzionante, o di un PC con installato Windows 95. Altri ironizzano: “In Giappone sono nel 2000... da quarant’anni”, scrive un utente. Un altro commenta: “Il floppy sarà anche lento, ma almeno non crasha mai il cloud”.

Al di là delle battute, la questione accende una riflessione più ampia sul rapporto tra innovazione e tradizione. Mentre il mondo corre verso l’intelligenza artificiale, il 5G e il quantum computing, il Giappone ricorda che ogni trasformazione tecnologica, per essere accettata, deve prima passare attraverso il filtro della cultura. Alla fine, forse il dischetto da 1,44 MB ha ancora qualcosa da insegnare.

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