"In Regno Unito non esistono i concorsi pubblici", italiano spiega le differenze a livello lavorativo

Il Regno Unito non è più quello di prima. Dopo la Brexit, trasferirsi per lavoro per un cittadino italiano o dell'Unione Europea è diventato più complicato. Le restrizioni introdotte dai governi britannici post-2016 hanno reso più difficile ottenere un visto, per tutti i migranti economici. L’economia di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord ha accusato il colpo. E anche se oggi non si parla apertamente di un referendum che possa sancire il ritorno nell’Unione Europea, le lamentele sulle conseguenze dell’uscita si moltiplicano.

Nonostante tutto, migliaia di italiani continuano a vivere e lavorare nel Regno Unito. Alcuni sono arrivati prima del referendum, altri dopo, affrontando procedure burocratiche più complesse e maggiori controlli. Ma perché tanti connazionali scelgono ancora di cercare fortuna oltre Manica? Una delle risposte sta nel mercato del lavoro britannico, che funziona in modo molto diverso rispetto a quello italiano.

Il racconto di @italianoinuk: “Qui lavori, non aspetti il concorso”

Sul suo profilo TikTok, Gabriele — registrato come @italianoinuk — racconta ogni giorno curiosità e differenze tra Italia e Inghilterra. In un video diventato virale, ha affrontato un tema che fa discutere: i concorsi pubblici nel Regno Unito semplicemente non esistono. O almeno, non nel senso italiano del termine.

“In Italia – racconta – trovare un posto stabile è complicato. Una volta entrato, cambiare è quasi impossibile. Anche se non ti piace più quello che fai. In Inghilterra è diverso”.

  • Nessun concorso pubblico: “Per lavorare in un ufficio pubblico, in un ospedale o in un ente governativo, basta mandare una candidatura. Se vieni selezionato, fai il colloquio. Se va bene, ti assumono e inizi un percorso di formazione. Niente test scritti, niente graduatorie nazionali”.
  • Nessun limite di età: “Hai 50 anni e vuoi cambiare carriera? Nessun problema. Ti chiederanno perché vuoi farlo, ma qui l’età non è un ostacolo". Insomma, non esiste il concetto che ‘sei troppo vecchio per ricominciare’.
  • Niente lavoro in nero: “Tranne qualche caso isolato in pub e ristoranti, sei assunto regolarmente fin dal primo giorno. Formazione, ferie e straordinari sono messi in busta paga”

Come funziona il pubblico impiego in Inghilterra

Nel Regno Unito non esistono concorsi pubblici centralizzati come in Italia. Non ci sono test a crocette, prove scritte standardizzate o graduatorie nazionali. Tuttavia, questo non significa che non ci siano selezioni o che il pubblico impiego sia “alla buona”. Anzi.

Gabriele, residente in Regno Unito da vent'anni, ha spiegato alcune differenze sostanziali del mercato lavorativo nostrano e quello UK.
Gabriele, residente in Regno Unito da vent'anni, ha spiegato alcune differenze sostanziali del mercato lavorativo nostrano e quello UK.

Le assunzioni nel settore pubblico avvengono attraverso portali ufficiali come Civil Service Jobs o Jobs Go Public. Ogni posizione viene pubblicata con requisiti precisi, tempistiche e modalità di candidatura. Il candidato invia curriculum e lettera motivazionale. In seguito, partecipa a una selezione che può includere test attitudinali, esercitazioni pratiche e colloqui individuali o di gruppo.

Questo sistema si basa sul principio di “fair and open competition”, sancito dal Constitutional Reform and Governance Act del 2010. La Civil Service Commission vigila affinché ogni selezione sia trasparente, equa e fondata sul merito.

Il concetto di “posto fisso” nel Regno Unito

In Inghilterra, quello che in Italia viene chiamato posto fisso corrisponde a un permanent contract: un contratto a tempo indeterminato, senza scadenza. Ma attenzione, non è un “posto garantito a vita”.

Il lavoratore può restare in azienda finché lo desidera, ma può essere licenziato per motivi oggettivi: ristrutturazioni, tagli di budget, performance insufficienti. La legge tutela i dipendenti da licenziamenti arbitrari, ma non esiste l’inamovibilità tipica di certi impieghi pubblici italiani.

Un dettaglio interessante riguarda i contratti a termine. Se durano più di quattro anni, rischiano di trasformarsi automaticamente in contratti permanenti, a meno che il datore di lavoro non dimostri ragioni valide per mantenerli a tempo determinato.

Il vantaggio principale del sistema britannico sta nella rapidità e nella flessibilità. Il mercato del lavoro è più dinamico. I lavoratori possono cambiare settore, crescere, formarsi, ricominciare da zero. Non devono attendere anni per entrare in graduatoria o “vincere un concorso”.

Il rovescio della medaglia? La competizione è alta e il curriculum conta. Senza una buona lettera motivazionale e senza esperienza, ottenere posizioni di rilievo può essere difficile. Ma non impossibile. E soprattutto, non è mai tardi per provarci.

Lascia un commento