Si trasferisce in Nuova Zelanda e mostra quanto guadagna come operaio in una fabbrica di dolci

Il content creator argentino @lautisoruco ha deciso di condividere la sua esperienza da emigrante in Nuova Zelanda, dove ha trovato lavoro in una fabbrica di dolciumi. Dopo il suo trasferimento, Lauti ha raccontato in un video come trascorre una tipica giornata lavorativa, rivelando anche quanto guadagna come operaio in una fabbrica di 'pies', le famose torte che sono una vera e propria tradizione del Paese. Scopriamo insieme la sua storia e i dettagli della sua esperienza lavorativa in Nuova Zelanda.

La giornata lavorativa in una fabbrica di dolci neozelandese

Lauti inizia la sua giornata lavorativa alle 6 del mattino, indossando una tuta bianca, stivali di gomma e un grembiule di plastica. Sebbene non sia il massimo del comfort, questo abbigliamento è necessario per svolgere il suo compito principale: la pulizia. Nella sezione della fabbrica di cui è responsabile, infatti, una macchina automatica spruzza un potente getto di acqua calda e sapone sulle casseruole di plastica che hanno contenuto le torte; Lauti è incaricato di completare la pulizia con una rapida sciacquata, eliminando eventuali residui di sapone e mettendo le casseruole in verticale per permettere all'acqua di defluire.

Il sistema di pause e i vantaggi offerti dall’azienda

Il turno di lavoro dura sei ore, seguito da una pausa pranzo. Tuttavia, c'è una particolarità: la pausa pranzo dura un'ora, ma solo 30 minuti sono pagati. Oltre a questa pausa, ogni due ore di lavoro, Lauti ha a disposizione due micropause da 15 minuti. Sebbene la pausa pranzo non sia retribuita, c'è un aspetto positivo: il cibo è fornito gratuitamente dall'azienda.

Tra i vari 'benefit' dei dipendenti della fabbrica di dolci in Nuova Zelanda, c'è cibo illimitato
Tra i vari 'benefit' dei dipendenti della fabbrica di dolci in Nuova Zelanda, c'è cibo illimitato

Nel frigo sono disponibili riso, frutta e altri alimenti, oltre a pane, pasta, macchinette del caffè ed è presente un distributore automatico non richiede denaro. C'è anche un tavolo da biliardo e, durante il giorno, si possono incontrare colleghi provenienti da diverse parti del mondo. Lauti, per esempio, ha condiviso di aver incontrato persone di ben sei nazionalità diverse durante il suo turno.

Quanto guadagna Lauti in Nuova Zelanda?

Ma quanto guadagna Lauti per il suo lavoro in fabbrica? A suo dire, lavora 45 ore a settimana e guadagna 25,50 dollari neozelandesi l'ora. Non considerando le tasse, il suo guadagno netto settimanale ammonta a circa 979 dollari neozelandesi, che corrispondono a circa 500 euro. In un mese, Lauti riesce quindi a guadagnare intorno ai 2000 euro, una cifra che potrebbe sembrare modesta rispetto agli standard di altri Paesi, ma che comunque permette una vita dignitosa in Nuova Zelanda.

Il sistema di immigrazione in Nuova Zelanda

Per chi desidera seguire l'esempio di Lauti e trasferirsi in Nuova Zelanda, è importante conoscere il sistema di immigrazione. La Nuova Zelanda adotta un sistema a punti per i visti, che valuta età, qualifiche, esperienza e conoscenza della lingua inglese. Esistono diversi tipi di visti a seconda della motivazione del soggiorno. Per esempio:

  • Visto turistico/ETA: Permette soggiorni brevi (fino a 3 o 6 mesi a seconda del Paese di provenienza) senza possibilità di lavorare.
  • Visto di lavoro: Lo Skilled Migrant Visa è uno dei visti più comuni, basato su un sistema a punti che premia chi possiede competenze richieste dal mercato neozelandese.
  • Visto di studio: Consente di studiare nelle scuole o università neozelandesi, con durata variabile a seconda del corso di studio.
  • Working Holiday Visa: Ideale per i giovani italiani tra i 18 e i 30 anni, permette di vivere e lavorare temporaneamente in Nuova Zelanda per un massimo di 12 mesi.
  • Residenza permanente: Ottenibile tramite visti di lavoro o investimenti, con la possibilità di chiedere la cittadinanza dopo almeno 5 anni di residenza.

Il sistema di immigrazione neozelandese è competitivo e selettivo, favorendo chi ha un buon livello di inglese, esperienze professionali qualificanti o la possibilità di investire nel Paese. L'intero processo di richiesta è online, con requisiti che possono variare periodicamente.

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