Ragazza sorda risponde alle domande più comuni sulla sua vita: ecco come 'sente' la sveglia

Beatrice Bozza, conosciuta su TikTok come @beatrixboz, è una giovane content creator italiana non udente che ha conquistato migliaia di utenti raccontando la sua quotidianità per molti aspetti diversa. Nei suoi video, con ironia e naturalezza, mostra come la sordità non le impedisca di vivere una vita piena e autonoma. Tra i contenuti più visti, c’è quello in cui spiega in che modo gestisce situazioni che per molti sono scontate, come il suono del campanello di casa o la sveglia al mattino.

Il campanello trasformato in luce

Quando qualcuno suona alla porta, Beatrice non può fare affidamento all’udito. In casa sua, dove vive con i genitori anch’essi sordi, il campanello è collegato a un sistema luminoso: appena qualcuno bussa o suona, una luce lampeggiante si accende per alcuni secondi. Questo segnale visivo sostituisce il rumore che le persone udenti percepiscono automaticamente. Lei stessa, con ironia, ha raccontato di trasformare quel momento in un piccolo siparietto: le luci che lampeggiano diventano quasi come quelle di una discoteca, e lei finge di ballare sotto “l’impianto luci”.

Il sistema non serve solo per il campanello. Nella casa della famiglia Bozza, le stesse luci entrano in funzione anche in caso di emergenza. Se, ad esempio, qualcuno è sotto la doccia e ha bisogno di aiuto, può tirare un filo collegato a un pomello di plastica. Subito dopo, la lampada d’emergenza lampeggia, avvisando gli altri membri della famiglia che è necessario intervenire. Una soluzione semplice, ma di vitale importanza in un contesto domestico in cui la comunicazione sonora non è disponibile.

La sveglia vibrante per iniziare la giornata

Un’altra curiosità che Beatrice ha condiviso riguarda la sveglia. Se per molti è sufficiente un suono insistente o, al contrario, una melodia più dolce, per chi non sente occorre un meccanismo differente. Beatrice utilizza una speciale sveglia vibrante, che presumibilmente posiziona molto vicino al corpo. Quando arriva l’orario impostato, l’apparecchio vibra con forza, rendendo impossibile ignorarlo. Questo strumento è ormai comune tra molte persone non udenti, perché consente di rispettare gli impegni senza dipendere da terzi.

A sinistra la luce che lampeggia quando qualcuno bussa al campanello, a destra la sveglia vibrante.
A sinistra la luce che lampeggia quando qualcuno bussa al campanello, a destra la sveglia vibrante.

La giovane content creator ha spiegato che, grazie a questo dispositivo, riesce a svegliarsi autonomamente e ad affrontare la giornata con gli stessi ritmi di chiunque altro. Non si tratta soltanto di praticità: avere una sveglia indipendente rappresenta anche un simbolo di libertà e di autosufficienza.

La vita in famiglia: rumori che non disturbano

Beatrice vive con i suoi genitori, anch’essi sordi. Questo significa che, quando rientra a casa nel cuore della notte, può muoversi liberamente senza preoccuparsi di fare rumore. Il tintinnio delle chiavi nella toppa, il frigorifero che si apre, una sedia spostata: tutti quei piccoli suoni che solitamente disturbano il sonno degli altri, in casa Bozza non rappresentano alcun problema.

Per guardare la televisione, la soluzione è altrettanto semplice: sottotitoli sempre attivi. Grazie a questa impostazione, la famiglia riesce a seguire programmi, film e serie senza alcuna difficoltà. L’abitudine di utilizzare i sottotitoli, ormai diffusa anche tra persone udenti, diventa quindi una necessità quotidiana per chi non può affidarsi ai suoni.

Quando la tecnologia aiuta: l’impianto cocleare

In alcuni dei suoi video, Beatrice ha precisato di avere un impianto cocleare. Questo dispositivo elettronico non è una protesi acustica tradizionale, perché non si limita ad amplificare i suoni. La sua funzione è molto più sofisticata: converte i suoni in segnali elettrici che stimolano direttamente il nervo uditivo, bypassando le parti dell’orecchio interno che non funzionano. In questo modo, anche chi ha una sordità grave o profonda può percepire i suoni.

L’impianto è formato da due parti principali. La componente esterna, posizionata dietro l’orecchio, è costituita da microfono, processore sonoro e antenna: cattura i suoni, li trasforma in segnali digitali e li invia alla parte interna tramite un sistema magnetico. La componente interna, impiantata chirurgicamente nella coclea, è composta da un ricevitore e da uno o più elettrodi. Questi, una volta ricevuti i segnali, li trasformano in impulsi elettrici che arrivano direttamente al nervo acustico. Il cervello li interpreta come suoni, restituendo così una percezione uditiva a chi ne era privo.

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