"Il mio bimbo di 2 anni non mangia": Giorgione svela la soluzione perfetta

Giorgione ha la soluzione perfetta per tutte le mamme, come quella che le ha inviato l'ultimo messaggio sui social, il cui bimbo di 2 anni (o poco più) non mangia.

Giorgione è ormai un punto di riferimento in cucina non solo per le sue ricette, ma anche per la sua filosofia legata al cibo. Nell’ultimo video pubblicato su Instagram ha affrontato un tema che riguarda moltissimi genitori: i bambini che non vogliono mangiare. Una mamma gli ha scritto raccontando la sua difficoltà con un bimbo di due anni che rifiuta quasi tutto, chiedendo un consiglio per una ricetta semplice e invitante. La risposta dell’oste più famoso d’Italia ha spiazzato tutti perché è andata oltre il piatto in sé.

Giorgione ha la soluzione perfetta: cosa fare se un bimbo non mangia

Per Giorgione, il cibo non è mai una trattativa. Questo è il concetto chiave che ha voluto trasmettere. Spesso, nel suo locale, si trova davanti a famiglie preoccupate che i bambini non tocchino il piatto servito. Lui non crede che sia un problema, anzi sostiene che non si debba mai lasciare la scelta totale nelle mani dei più piccoli. Secondo la sua visione, permettere a un bambino di due anni di decidere cosa mangiare significa dargli già una vittoria e il rischio è che diventi un’abitudine.

Il ragionamento è semplice. Un bambino così piccolo non deve avere la sensazione di guidare le regole a tavola. Deve piuttosto crescere dentro a certezze e paletti. Per l’oste, imparare a mangiare è parte dello stesso percorso che porta un bambino a camminare o a parlare. È un processo educativo, non un gioco di potere.

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Giorgione mentre spiega come risolvere se il tuo bimbo non mangia, fonte: Instagram

La sua idea si fonda su un principio chiaro: non imporre ma insegnare. Questo vuol dire costruire una base ampia di possibilità. Non bisogna limitarsi a due o tre piatti considerati “adatti” o “sicuri”. Meglio offrire al piccolo un ventaglio di gusti e consistenze, così da abituarlo a scoprire gradualmente i sapori. Non importa se all’inizio un cibo sarà accolto con entusiasmo o rifiutato con fermezza. Quel che conta è che il bambino impari che a tavola c’è sempre qualcosa di nuovo e buono da conoscere.

Il problema delle merendine

Il problema, per Giorgione, nasce quando si introducono merendine troppo dolci o prodotti confezionati che, a suo avviso, possono alterare la percezione del gusto. Se un bimbo piccolo viene abituato a mangiare snack ricchi di zuccheri, sarà molto più difficile fargli apprezzare la frutta o i sapori semplici. Le papille si adattano velocemente al dolce intenso e rifiutano ciò che sembra meno goloso. Per questo il cuoco invita a ripartire dalle basi della tradizione. Pane, olio e sale, oppure pane, burro e zucchero. Sono combinazioni semplici che educano al gusto e che accompagnano da sempre l’infanzia di generazioni intere. Non servono piatti complicati o ricette speciali. Serve solo costanza nel proporre alimenti sani e nella giusta misura.

Secondo Giorgione, ogni scelta va adattata all’età del bambino. Non si tratta di dare tutto subito, ma di accompagnarlo passo dopo passo nella scoperta del cibo. Proprio come si fa quando si insegna a camminare: non si pretende che corra, ma lo si sostiene finché non trova il suo equilibrio. Per lui il compito degli adulti è insegnare, non assecondare. L’obiettivo è costruire un rapporto sano con il cibo, che duri nel tempo.

Se il bambino impara a conoscere i sapori autentici fin da piccolo, sarà più facile che in futuro non rifiuti nulla e sappia apprezzare ogni piatto. La riflessione di Giorgione non si limita a un consiglio di cucina. È un invito a ripensare il ruolo dei genitori a tavola, a non vivere i pasti come un terreno di scontro ma come un momento educativo. La sua soluzione non passa attraverso la ricetta perfetta, ma attraverso un metodo: proporre, guidare, insistere senza cedere alle trattative.

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