Plastica, vetro o depuratore: qual è l’acqua migliore? La risposta del medico

Bere acqua non è soltanto un gesto quotidiano, ma un atto che incide profondamente sulla salute e, in misura minore, sull’ambiente. La dottoressa Sara Farnetti, medico specializzato in nutrizione con due dottorati in Fisiopatologia della Nutrizione e Metabolismo e in Scienze Chimiche e Nutraceutica, ha affrontato il tema con un approccio scientifico e funzionale. In un recente intervento su Instagram, ha spiegato se sia preferibile scegliere acqua in plastica, in vetro o proveniente dal depuratore domestico. La sua analisi non si è fermata alla sola qualità del liquido, ma ha intrecciato aspetti di salubrità e sostenibilità ambientale.

Acqua in plastica: comodità e limiti

La bottiglia di plastica ha rappresentato per decenni la soluzione più pratica. Leggera, trasportabile, disponibile in una grande varietà di marche e mineralizzazioni. Secondo la dottoressa Farnetti, questo è il principale pregio: la possibilità di scegliere l’acqua più adatta alle proprie esigenze metaboliche, con residui fissi e contenuti minerali differenti. Tuttavia, i punti critici non possono essere ignorati. La plastica, soprattutto se non conservata correttamente (prolungata esposizione al sole, ad esempio) rilascia microplastiche che finiscono direttamente nell’organismo. Inoltre, l’impatto ambientale del materiale resta tra i più alti in termini di produzione e smaltimento. Negli anni, la scienza ha dimostrato che l’accumulo di plastiche nei mari e nei fiumi ha conseguenze devastanti sia per l’ecosistema che per la catena alimentare.

Acqua in vetro: garanzia di qualità, ma meno sostenibile

Il contenitore in vetro viene da sempre associato a maggiore sicurezza e qualità. Il Ministero della Salute certifica che l’acqua in etichetta corrisponde esattamente a quella imbottigliata, e il vetro, a differenza della plastica, non rilascia sostanze indesiderate. Per il consumatore rappresenta quindi una scelta salubre, capace di preservare gusto e composizione. Eppure, non è la soluzione più comoda: il vetro è pesante, fragile e comporta maggiori costi di trasporto. Dal punto di vista ambientale, risulta sostenibile soltanto se viene praticato il sistema del vuoto a rendere. In mancanza di questo circuito virtuoso, il dispendio energetico necessario per produrre e riciclare il vetro limita i benefici ambientali.

Acqua da depuratore: comodità domestica ma attenzione necessaria

Il depuratore domestico si è diffuso negli ultimi anni come alternativa comoda e potenzialmente sostenibile. Sistemi a osmosi inversa, carboni attivi e microfiltri garantiscono un’acqua microbiologicamente sicura, a patto che la manutenzione venga eseguita regolarmente. La dottoressa Farnetti ricorda che nessun ente certifica in modo diretto la qualità dell’acqua filtrata in casa: la responsabilità resta nelle mani del consumatore, che deve controllare e pulire spesso i filtri.

L'acqua filtrata con il depuratore ha il pregio di inquinare pochissimo, ma non permette di 'variare' e di assumere i sali minerali che altri tipi d'acqua hanno.
L'acqua filtrata con il depuratore ha il pregio di inquinare pochissimo, ma non permette di 'variare' e di assumere i sali minerali che altri tipi d'acqua hanno.

Dal punto di vista ambientale, il depuratore riduce notevolmente l’impatto, poiché elimina l’uso di bottiglie. Tuttavia, limita la varietà di scelta: la mineralizzazione resta invariata e, sul lungo periodo, potrebbe non soddisfare del tutto le diverse esigenze nutrizionali di chi lo utilizza.

L’acqua del rubinetto: sicurezza e sostenibilità

Un punto che la nutrizionista ha voluto sottolineare riguarda l’acqua del rubinetto. Spesso sottovalutata, è invece controllata dal Ministero della Salute e rappresenta una fonte affidabile e sostenibile. In Italia, i parametri di qualità sono tra i più severi in Europa. Bere acqua corrente significa ridurre drasticamente l’impatto ambientale legato alla produzione di bottiglie e al trasporto. La dottoressa Farnetti la considera un’ottima scelta, soprattutto se accompagnata da consapevolezza e da eventuali sistemi domestici di miglioramento del gusto.

Bere consapevole: salute e ambiente insieme

Ogni scelta in tema di acqua incide non soltanto sul benessere personale, ma anche sulla salute collettiva del pianeta. La dottoressa Farnetti ribadisce che idratazione e metabolismo devono andare di pari passo con un approccio responsabile. Residuo fisso, contenitori, microplastiche e manutenzione dei filtri: sono tutti elementi che orientano una scelta più consapevole. In prospettiva, la sfida sarà conciliare la libertà di selezionare l’acqua più adatta al proprio organismo con il dovere di ridurre sprechi e inquinamento.

Che si scelga la praticità della plastica, la purezza del vetro o la comodità del depuratore, l’importante resta conoscere benefici e rischi di ciascuna soluzione. Perché bere bene, ricorda la nutrizionista, significa nutrire il corpo con coscienza, senza dimenticare che ogni bicchiere d’acqua è anche un atto di responsabilità verso l’ambiente.

 

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