Nelle Marche c'è un castello spettacolare arroccato su un colle e che in pochi conoscono: sembra di vivere un vero sogno ad occhi aperti, come in una favola.
Nelle Marche ci sono borghi che sembrano usciti da un libro di fiabe. Tra questi spicca Piticchio, uno dei nove castelli di Arcevia e senza dubbio tra i meglio conservati. Arroccato su un colle a circa 400 metri di altitudine, questo borgo fortificato regala al visitatore un tuffo autentico nel Medioevo. La sua forma compatta e circolare, le mura imponenti e il camminamento di ronda che corre lungo l’intero perimetro lo rendono un luogo unico, un vero gioiello sospeso tra terra e storia.
Il castello sul colle delle Marche: un vero sogno ad occhi aperti
A mostrare delle immagini del castello è la creatrice di contenuti, conosciuta come @loveborghitaliani. Le prime testimonianze scritte di Piticchio risalgono al 1223, quando il castello era tra i possedimenti del vescovo di Senigallia. La sua storia è segnata da contese e scontri che coinvolsero il Comune di Rocca Contrada, l’attuale Arcevia. Si ritiene che Piticchio sia stato edificato sopra un insediamento romano, forse chiamato “Pitulum”. Anche se questa ipotesi non è del tutto certa, la suggestione che sotto le sue strade di pietra ci siano radici antiche aggiunge fascino al borgo.
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Ciò che appare evidente, invece, è la sua struttura urbanistica quattrocentesca, rimasta sorprendentemente intatta. Il restauro del 1542 contribuì a dare al borgo quell’aspetto circolare che oggi colpisce chiunque vi metta piede per la prima volta. Le mura sono tra gli elementi più spettacolari di Piticchio. Spesse, compatte, con una scarpa imponente, conservano ancora il fascino originario. Il camminamento di ronda è perfettamente percorribile lungo tutta la cinta muraria. Camminare lassù significa guardare il borgo dall’alto e ammirare allo stesso tempo il paesaggio marchigiano, fatto di colline morbide, vigneti e campi che cambiano colore con le stagioni. È un’esperienza che avvicina alla vita dei soldati medievali, che da quelle torri sorvegliavano il territorio.

Anche l’ingresso al castello racconta la sua lunga storia. In origine esisteva una porta gotica dotata di ponte levatoio. Tra Ottocento e Novecento furono aggiunti altri passaggi, tra cui un doppio ingresso che oggi rende più agevole l’accesso al borgo. Passeggiando per le stradine si respira un’atmosfera d’altri tempi. Le case in pietra, i vicoli stretti e le piazzette raccolte sembrano custodire un silenzio carico di memorie.
La chiesa di San Sebastiano
Sulla via principale si incontra il palazzo Carletti Giampieri, costruito nella seconda metà del Settecento. Al suo interno si nasconde una piccola sorpresa: un minuscolo teatro privato, realizzato nel 1846. È un luogo intimo e raffinato che testimonia il gusto e le passioni culturali delle famiglie nobiliari dell’epoca.
Nel punto più alto del paese sorge la chiesa di San Sebastiano, edificata nel XV secolo e ampliata alla fine del secolo successivo. All’interno conserva opere di grande valore, tra cui dipinti di Ercole Ramazzani, allievo di Lorenzo Lotto, e un organo del 1737 attribuito a Sebastiano Vici. La chiesa domina il borgo e completa la suggestione di un luogo in cui spiritualità, arte e storia si intrecciano senza soluzione di continuità.
Oggi Piticchio non è solo un museo a cielo aperto, ma un borgo vivo che accoglie visitatori con calore e autenticità. Passeggiare tra le sue mura significa vivere un viaggio nel tempo, scoprendo un patrimonio architettonico perfettamente conservato. Ogni pietra racconta secoli di vicende, ogni scorcio invita a fermarsi e a contemplare.
Il castello è uno dei nove di Arcevia e resta tra i più amati e visitati, proprio per la sua straordinaria integrità. Non è un caso che venga considerato uno dei borghi fortificati più belli delle Marche. Offre un’esperienza che unisce storia e natura, grazie anche al paesaggio che lo circonda. Chi raggiunge Piticchio porta con sé il ricordo di un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, ma che continua a vivere e a emozionare.
