Indice dei contenuti
Quanti italiani hanno davvero visitato il Kirghizistan? Probabilmente pochissimi. Eppure questa nazione dell’Asia centrale, stretta tra le montagne del Tien Shan e le steppe infinite, offre esperienze uniche e affascinanti. Talia, una content creator appassionata di viaggi registrata come @travellingwithtalia, solitamente solitaria nelle sue avventure, ha deciso di partire insieme a quattro amici. Con l’aiuto di una guida locale, il gruppo è entrato in un mercato alimentare kirghiso, dove ha incontrato prodotti e piatti che per un occidentale possono sembrare insoliti, se non addirittura bizzarri. Per chi abita in questo angolo remoto del mondo, invece, rappresentano la normalità di ogni giorno.
Carne di cavallo e salsicce locali
Il primo assaggio non poteva che essere un simbolo del Paese: la carne di cavallo. La viaggiatrice, incuriosita, pronuncia ad alta voce “horse meat”. Il venditore la corregge immediatamente: “Horse sausage”, ossia salsiccia di cavallo, la parte più grassa dell’animale. Con un gesto cordiale, le porge una fettina. Il commento è diretto: “È buona, molto grassa, molto ricca di proteine, ma è buona. È la prima volta nella mia vita che la mangio”. Nel Kirghizistan, il cavallo non è soltanto un animale da allevamento e da trasporto: fa parte integrante della cultura, della cucina e persino dell’identità nazionale.
Dal grasso di pecora all’argilla commestibile
Il secondo assaggio è meno entusiasmante: un boccone di grasso di pecora con pane, definito semplicemente “molto salato”.

Ma la vera sorpresa arriva subito dopo. Davanti alla content creator compare un piccolo sassolino grigio. Non è un souvenir, bensì argilla commestibile. La ragazza ne morde un frammento e scuote la testa: “Oddio, ma come fa la gente a mangiarlo? Ha il sapore di sporco”. La guida spiega che questi sassolini vengono consumati perché ricchi di calcio, una tradizione che spiazza chi arriva da lontano. Nei sacchetti in vendita se ne vedono a decine, pronti per essere acquistati come se fossero frutta secca.
Formaggi croccanti e frutta essiccata
Il quarto assaggio è un formaggio croccante, probabilmente a base di latte fermentato e lasciato seccare al sole, ma la descrizione rimane vaga: la content creator lo definisce soltanto “la cosa più strana che abbia mai mangiato”. Dal quinto boccone in poi, invece, l’esperienza diventa più familiare anche per un palato europeo. Appaiono le noci pecan, spiegate al pubblico come semi nutrienti e dal gusto intenso. Arrivano poi i mango essiccati, venduti in sacchetti da mezzo chilo a meno di due euro, e una quantità sorprendente di datteri: Talia compra circa sessanta frutti per la stessa cifra (1.80€)
Pane artistico e ospitalità kirghisa
Il mercato del Kirghizistan non è solo cibo. La viaggiatrice si ferma davanti a un banco che espone grandi forme di pane decorato, ricoperto di semi di sesamo. Ne acquista uno per l’equivalente di trenta centesimi e lo divide con i suoi compagni di viaggio. Il dettaglio più sorprendente è la decorazione: linee intrecciate che ricordano motivi artistici, quasi un ricamo impresso nella pasta. Una piccola opera d’arte che trasforma un alimento semplice in un simbolo culturale.
Alla fine della visita, la ragazza riflette sull’esperienza. Racconta che in Kirghizistan il cavallo è davvero l’animale più importante: viene allevato, curato, usato per spostarsi e, quando arriva il momento, anche consumato. Nonostante la sorpresa e talvolta lo spaesamento davanti a certe pietanze, la content creator apprezza un altro aspetto fondamentale del viaggio: la discrezione della gente del posto. “In altri paesi mi fissano, qui no. Amo la gente del posto”, racconta sorridendo.
Un mercato che unisce culture diverse
Nel commento finale, la viaggiatrice definisce il mercato kirghiso “il più folle” tra quelli che abbia mai visitato nel mondo, paragonandolo a un mix tra i mercati di Marocco, El Salvador e Albania. Un luogo in cui potresti letteralmente passare anni a scoprire sapori, colori e tradizioni. L’esperienza, condivisa online, dimostra come anche un semplice giro tra le bancarelle possa trasformarsi in un viaggio culturale profondo. E per molti spettatori italiani, rappresenta uno spunto per considerare una meta insolita e affascinante, lontana dalle rotte turistiche più battute.
Visualizza questo post su Instagram
