Italiani a Tokyo provano la granita giapponese: "Totalmente diversa da quella italiana"

L’estate sta lentamente lasciando spazio all’autunno, ma fino a metà settembre non mancheranno sicuramente giornate calde, ideali per concedersi ancora un gelato o una granita. In Italia, la granita è sinonimo di freschezza e leggerezza: ghiaccio tritato, sciroppi semplici e un gusto immediato che rinfresca senza appesantire. Eppure, non tutti sanno che anche in Giappone esiste un dolce simile, chiamato Kakigori, e che la sua preparazione è molto più elaborata e raffinata. Una tradizione che affascina, incuriosisce e sorprende chi la prova per la prima volta.

La testimonianza di due content creator italiani a Tokyo

Serena Peppoloni, content creator italo-giapponese, ha trascorso la sua infanzia in Giappone prima di trasferirsi in Italia. Negli ultimi mesi è tornata a Tokyo e ha raccontato la sua esperienza insieme a Marco Togni, tra i più noti creatori di contenuti italiani dedicati alla cultura giapponese. Durante una passeggiata hanno deciso di fermarsi in una delle gelaterie più rinomate della città, Azuki to Kouri, famosa per la sua interpretazione di Kakigori.

La granita giapponese ordinata da Serena e Marco
La granita giapponese ordinata da Serena e Marco

Serena ha scelto la variante alla pesca, mentre Marco ha preferito il frutto della passione. Entrambi si sono trovati davanti non solo a un dolce, ma a un vero spettacolo visivo: una montagna di ghiaccio soffice ricoperta di sciroppi naturali e sormontata da un “cappello” di pancake alla meringa, cucinato al momento e pressato con una tecnica scenografica. “In estate è un must – ha spiegato Serena – anche se agli italiani di solito non piace. Per me resta uno dei dolci più belli perché mi riporta all’infanzia vissuta qui in Giappone”.

Kakigori: come nasce la granita giapponese

La Kakigori ha origini antiche e, rispetto alla granita italiana, mostra un approccio quasi artigianale nella scelta delle materie prime. Il ghiaccio non viene semplicemente tritato, ma prodotto con acqua minerale pura, congelata in blocchi trasparenti e poi rasata con macchine speciali che creano una neve sottilissima, leggera e vellutata. Prima della lavorazione, i blocchi vengono “temperati”, cioè lasciati riposare a temperatura ambiente per evitare spaccature e ottenere un taglio uniforme.

Il risultato è una consistenza talmente soffice che si scioglie subito in bocca, diversa dalla granulosità tipica della granita siciliana. L’attenzione al dettaglio non riguarda solo il ghiaccio, ma anche gli sciroppi e le guarnizioni, preparati seguendo ricette precise tramandate da generazioni.

Dagli sciroppi tradizionali alle varianti gourmet

La preparazione degli sciroppi è un’arte a sé. Si parte dalla frutta fresca, frullata e cotta con zucchero e limone, fino a ottenere una riduzione densa che viene lasciata raffreddare. Accanto ai gusti classici – fragola, limone, melone – il Giappone offre varianti uniche come il tè matcha con miele, il sesamo nero, l’uva kyoho o combinazioni gourmet con latte condensato, pasta di fagioli azuki e mochi.

Ogni Kakigori può essere personalizzato con strati alternati di sciroppo e ghiaccio, inserendo al centro piccole sorprese come frutta fresca o gelatine. Non manca chi arricchisce la coppa con una pallina di gelato o addirittura con fiori commestibili, trasformando il dessert in una piccola opera d’arte.

Granita italiana vs. granita giapponese: due culture a confronto

Se la granita italiana punta sulla semplicità e sull’immediatezza dei sapori, la Kakigori giapponese rappresenta una visione più teatrale e complessa del dolce estivo. Entrambe, tuttavia, hanno lo stesso obiettivo: rinfrescare e rendere piacevole anche la giornata più calda. Non è raro che chi abbia sempre amato la granita siciliana rimanga spiazzato davanti alla leggerezza quasi eterea del ghiaccio giapponese, percepito come diverso e inaspettato. Allo stesso tempo, chi è cresciuto in Giappone continua a considerare il Kakigori una parte irrinunciabile dell’estate, simbolo di convivialità e memoria familiare.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Serena Peppoloni (@serenapeppoloni)

Lascia un commento