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Valga-Valka: una città, due Stati
Valga si trova in Estonia, Valka in Lettonia. Un unico centro urbano attraversato da una linea che non divide più come un tempo, ma che continua a incuriosire migliaia di viaggiatori. Fino al 2007, chi abitava da una parte e voleva recarsi dall’altra doveva fermarsi al posto di frontiera e mostrare il passaporto. Oggi, invece, grazie all’ingresso di entrambi i Paesi nell’area Schengen, quel controllo non esiste più.
Emma ha raccontato di aver dormito in un hotel di Valga, in territorio estone, per poi passeggiare liberamente fino in Lettonia la mattina seguente. «Se voglio fare colazione in un’altra nazione, mi basta attraversare la strada», ha spiegato. Un dettaglio che fino a vent’anni fa sarebbe stato impensabile.
Dal confine rigido alla libertà di movimento
Negli anni Novanta, con il ritorno all’indipendenza di Estonia e Lettonia dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la città è stata formalmente divisa. Quel confine rappresentava allora una separazione concreta: famiglie, amici e persino chi lavorava in una parte del centro doveva fare i conti con lunghe file e controlli per spostarsi. Non era raro che un breve tragitto di pochi metri diventasse un’operazione che richiedeva tempo e pazienza.

L’adesione all’Unione Europea e soprattutto all’area Schengen ha cambiato tutto. Dal 2007 in poi, gli abitanti e i viaggiatori hanno cominciato a muoversi liberamente, senza più documenti da mostrare. Passeggiare da un lato all’altro del confine è diventato naturale, tanto che oggi si vedono ancora le tracce dei vecchi posti di blocco, ma hanno perso la loro funzione originaria.
Un confine che diventa attrazione turistica
Il video di Emmasroadmap non è il primo a diventare virale: in passato erano circolate immagini del confine tra Belgio e Paesi Bassi, tracciato sui marciapiedi delle cittadine di Baarle-Hertog e Baarle-Nassau. Valga-Valka però sorprende ancora di più perché la linea non attraversa semplicemente una piazza o un ristorante, ma taglia a metà l’intera città.
Oggi, la panchina che Emma ha mostrato è diventata un simbolo di questa unione paradossale: basta sedersi per essere in due Stati contemporaneamente, nel vero senso della parola. Non mancano i turisti che scattano foto con un piede in Estonia e l’altro in Lettonia, trasformando un tempo di attesa e controllo in un’esperienza divertente e leggera.
La vita quotidiana tra Estonia e Lettonia
Chi vive a Valga-Valka conosce bene questa particolarità. In un quartiere sventolano bandiere estoni, in un altro quelle lettoni. Le scuole, i supermercati e gli uffici appartengono a due Stati diversi, ma le persone si muovono liberamente, come se non ci fosse alcuna barriera. Rimangono visibili i resti di alcuni vecchi checkpoint, segni concreti di un passato recente che sembra lontanissimo alle nuove generazioni.
Per molti giovani, come la stessa Emma che ha 26 anni, l’idea di dover mostrare un passaporto per attraversare la strada appare quasi incredibile. Eppure, fino a poco tempo fa, era la normalità. Questa consapevolezza rende ancora più speciale la possibilità di viaggiare senza barriere interne, un privilegio che in Europa non viene più dato per scontato. Possiamo dire che l'Europa ha fatto anche cose buone?
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