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Budapest continua ad attirare sempre più italiani, soprattutto nell’era post-Covid. Chi ci andrà in autunno troverà una città vibrante, accogliente e già pronta a ospitare migliaia di visitatori che decidono di esplorarla tra ottobre e novembre, quando le temperature minime restano ancora accettabili. Altri invece la scopriranno a dicembre, nel periodo dei mercatini di Natale, quando però il freddo pungente del Nord-Est europeo potrebbe farsi sentire con tutta la sua froza dopo il tramonto. In ogni caso, c’è un consiglio pratico che vale per tutto l’anno: non buttare le bottiglie di plastica o le lattine nell’immondizia. A Budapest, infatti, quei vuoti valgono denaro.
Il sistema di rimborso per bottiglie e lattine a Budapest
Come in molte città del Nord Europa, anche nella capitale ungherese è attivo un sistema di cauzione e rimborso. Ogni volta che si acquista una bevanda in plastica o in alluminio, sul prezzo finale viene aggiunta una piccola cifra, solitamente indicata con il simbolo del riciclo e la scritta “50 ft”. Si tratta di 50 fiorini ungheresi, poco più di 13 centesimi di euro, che vengono restituiti quando il contenitore viene riportato in un punto di raccolta.
A raccontarlo con chiarezza è stato il content creator spagnolo @borjallego, che in estate ha pubblicato su TikTok un video diventato virale. Nel filmato, mostra come le reverse vending machines – le macchine installate all’ingresso dei supermercati – funzionino in maniera semplice: basta inserire le bottiglie o le lattine e scegliere se ricevere i fiorini in contanti o un buono da spendere nello stesso supermercato.

Il sistema non fa guadagnare soldi extra (a meno che le bottiglie non siano state trovate per terra!), ma restituisce solo quanto già pagato al momento dell’acquisto. Tuttavia, rappresenta un incentivo concreto al riciclo e spiega perché, soprattutto di sera, non sia raro vedere persone con sacchi pieni di contenitori da riconsegnare.
Perché non conviene buttare la plastica nei cestini
Chi visita Budapest per la prima volta potrebbe pensare che si tratti di un piccolo dettaglio, ma in realtà è una regola che permette di unire risparmio e sostenibilità. Non si tratta solo di evitare sprechi, ma di partecipare a un modello virtuoso di gestione dei rifiuti. I supermercati diventano così veri e propri hub di raccolta, e ogni cittadino o turista viene coinvolto direttamente nel processo.
Inoltre, questo meccanismo rende evidente quanto la cultura del riciclo sia radicata in Ungheria. Restituendo i vuoti, si contribuisce a ridurre l’inquinamento e a mantenere più pulite le strade, evitando che bottiglie e lattine finiscano nei cestini o, peggio, abbandonate per strada.
I sistemi di eco-compattatori in Italia
Chi vive in Italia non troverà del tutto nuovo questo concetto. Anche nel nostro Paese esistono da anni gli eco-compattatori, installati soprattutto nei supermercati e gestiti da consorzi come Coripet. Le logiche sono simili: inserendo bottiglie di plastica PET o lattine, la macchina assegna punti o rilascia buoni sconto.
Nei supermercati Decò, ad esempio, basta conferire le bottiglie vuote per ottenere buoni spesa. MyMercatò premia con 3 euro ogni 250 punti accumulati, mentre con l’app Recopet, attiva in catene come Iper La Grande i, si possono ricevere buoni da 5 euro ogni 100 bottiglie riciclate oppure gadget come zaini e felpe.
Non mancano poi iniziative comunali: in alcune città italiane gli eco-compattatori si trovano anche nelle scuole, negli impianti sportivi o vicino alle fermate dei mezzi pubblici. Qui, i punti raccolti possono essere utilizzati per sconti sui trasporti, riduzioni delle tasse locali o piccoli premi.
Europa e nuove frontiere del riciclo incentivato
L’idea di incentivare direttamente i cittadini con premi concreti non si ferma alle bottiglie o alle lattine. In diversi Paesi europei, e in occasione di grandi eventi, sono stati sperimentati sistemi che premiano con buoni per i trasporti pubblici o ricariche telefoniche chi conferisce tappi di bottiglia o altri materiali riciclabili. In ambito industriale, anche le imprese edili possono ottenere sgravi fiscali o finanziamenti se riciclano correttamente materiali come cemento o mattoni.
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