Indice dei contenuti
In Russia i dipendenti lavorano di meno e hanno più ferie. Questo è un dato di fatto. Tuttavia, ci sono altre differenze rispetto all’Italia in materia di lavoro. La comparazione tra i due Paesi riserva sorprese: da una parte ci sono più giorni di vacanza, dall’altra una maggiore flessibilità sui permessi e sugli straordinari. Scopriamo tutti i dettagli.
Quanti giorni di ferie spettano in Italia e in Russia
In Italia il diritto minimo alle ferie è fissato dalla legge in 20 giorni lavorativi all’anno, cioè quattro settimane. I contratti collettivi possono comunque migliorare queste condizioni, portando spesso le ferie a periodi più lunghi. Almeno due settimane devono essere godute in modo consecutivo entro l’anno di maturazione, mentre le altre possono essere utilizzate entro i 18 mesi successivi.
In Russia, invece, la normativa garantisce 28 giorni di calendario di ferie retribuite, che corrispondono a circa 20 giorni lavorativi più i weekend inclusi. Almeno un periodo deve durare 14 giorni consecutivi. A ciò si aggiungono numerose festività pubbliche che aumentano ulteriormente il tempo libero complessivo. La monetizzazione delle ferie è possibile soltanto per i giorni eccedenti al minimo legale.
Permessi e assenze brevi: due sistemi diversi
Uno dei punti di maggiore differenza riguarda i permessi lavorativi. In Italia esiste un sistema articolato che comprende permessi retribuiti per motivi personali, familiari, visite mediche, festività soppresse e altre necessità specifiche. In media un lavoratore può disporre di 32 fino a oltre 100 ore annue, a seconda del contratto applicato.
In Russia questo istituto è meno sviluppato: la legge prevede principalmente permessi non retribuiti o straordinari per motivi familiari, mentre il congedo per malattia è regolato da un sistema statale di indennità. Non esiste quindi la stessa varietà di soluzioni prevista dal modello italiano.
Orario di lavoro: chi lavora di più
Se guardiamo all’orario settimanale, anche qui emergono differenze significative. In Italia la durata ordinaria è di 40 ore a settimana, con la possibilità di effettuare straordinari fino a un massimo di 48 ore, calcolate come media su un periodo di riferimento. La legge vieta di imporre sistematicamente più di questo limite.

In Russia la regola è più stringente: la settimana lavorativa non può per nessun motivo superare le 40 ore complessive. Gli straordinari sono consentiti solo eccezionalmente, con il consenso scritto del lavoratore, e non devono oltrepassare le quattro ore in due giorni o le 120 ore all’anno. Una tutela che riduce l’abuso del lavoro oltre l’orario standard.
Festività e benefici aggiuntivi
Un altro punto interessante riguarda le festività pubbliche. La Russia ne prevede un numero elevato e ciò, sommato ai 28 giorni di ferie, porta a un monte ore di riposo annuale superiore rispetto all’Italia. Inoltre, in particolari contesti come aree a clima estremo o mansioni rischiose, i dipendenti russi ottengono ulteriori giorni di vacanza o riduzioni dell’orario settimanale.
In Italia, al contrario, il sistema si basa soprattutto sulla flessibilità dei permessi e sulla protezione garantita dai contratti collettivi. Questo consente una gestione più personalizzata delle assenze, ma lascia invariato il numero base di giorni di ferie.
Quali sono le differenze principali
In sintesi, i lavoratori italiani godono di una maggiore varietà di tutele in materia di permessi e flessibilità nella gestione delle ore di lavoro. In Russia, invece, il vantaggio sta nel numero complessivo di giorni di riposo, grazie sia alle ferie sia alle festività nazionali, e nella rigidità del limite delle 40 ore settimanali.
Chi lavora in Italia può contare su un sistema più articolato e protettivo per le esigenze quotidiane, mentre chi lavora in Russia beneficia di periodi di pausa più lunghi e di una disciplina oraria più rigida. Due modelli diversi, che rispecchiano culture del lavoro differenti, ma entrambi orientati a bilanciare produttività e qualità della vita.
