Psicologo conferma: "Gli amici che conosci prima dei 20 anni sono speciali", il motivo

Francesco Boz, psicologo italiano molto seguito su TikTok, ha affrontato in un video un tema che tocca la memoria affettiva di moltissime persone: le amicizie nate prima dei 20 anni possiedono una qualità unica e difficilmente replicabile in età adulta. Non si tratta solo di nostalgia, ma di fattori biologici, psicologici e sociali che incidono profondamente sul nostro modo di relazionarci e di crescere.

Il cervello in evoluzione e la memoria affettiva

Durante l’adolescenza e la prima età adulta il cervello umano si trova in una fase di intenso sviluppo. Le ricerche della neuroscienziata Sarah-Jayne Blakemore hanno mostrato come le aree coinvolte nella regolazione emotiva e nell’attaccamento diventino particolarmente sensibili in questo periodo.

Francesco Boz, psicologo, ha confermato ciò che molti sanno senza aver letto manuali di psicologia: le amicizie fatte prima dei 20 anni hanno qualcosa di speciale.
Francesco Boz, psicologo, ha confermato ciò che molti sanno senza aver letto manuali di psicologia: le amicizie fatte prima dei 20 anni hanno qualcosa di speciale.

Ogni esperienza vissuta in quegli anni, soprattutto a livello relazionale, tende a fissarsi in maniera duratura nella memoria affettiva. Per questo, gli amici conosciuti prima dei 20 anni restano impressi con una forza speciale, diventando punti di riferimento emotivi che resistono al tempo.

Amicizie senza filtri: oltre status e convenzioni

Boz sottolinea un altro aspetto fondamentale: le amicizie giovanili nascono in un contesto in cui non contano status, ruoli sociali o interessi di convenienza. Non ci si sceglie per calcolo, ma per pura affinità. “Ci si capita, ci si succede”, afferma lo psicologo, ricordando che in quelle relazioni si concedeva una vulnerabilità autentica, spesso impossibile da ritrovare una volta adulti. La naturalezza con cui si condividono fragilità, sogni e paure durante quegli anni rende quei legami particolarmente profondi.

Identità e crescita: le ricerche di Rowlins e Hartup

Gli studi degli psicologi William Rowlins e Willard Hartup hanno dimostrato come le amicizie formatesi prima dei 20 anni contribuiscano a costruire il senso di identità individuale. Non si tratta solo di rapporti affettivi, ma di relazioni che partecipano attivamente alla definizione di chi siamo. Boz spiega: “Quelle relazioni ci hanno letteralmente insegnato chi siamo”. La loro influenza non si esaurisce con il tempo, ma continua a riverberarsi anche nelle relazioni adulte, perché fanno parte del nucleo fondante della nostra storia personale.

Un tempo di possibilità: tra letteratura e memoria

Lo psicologo cita anche voci autorevoli della cultura italiana per dare forma a questo pensiero. Nelle parole di Francesco Guccini, il passaggio dall’“io sarò” all’“io ero” racconta la trasformazione della giovinezza in memoria. La scrittrice Michela Murgia ricordava come le amicizie nate prima dei 20 anni abbiano la qualità irripetibile di essere la testimonianza di quando ognuno di noi poteva ancora essere tutto. Questi rapporti portano con sé non solo ricordi, ma la testimonianza viva delle possibilità che definivano la nostra età più aperta al futuro.

Perché quelle amicizie restano insostituibili

Gli amici conosciuti prima dei 20 anni hanno accompagnato momenti di crescita, di scoperta e di trasformazione. Hanno visto versioni di noi che forse nemmeno noi ricordiamo bene, e proprio per questo continuano a occupare uno spazio che nessun legame adulto può davvero sostituire. Non significa che le nuove amicizie non abbiano valore, ma che quelle giovanili possiedono un marchio indelebile: ci ricordano chi eravamo e chi avremmo potuto essere. E, nel farlo, ci aiutano a non dimenticare l’autenticità che ha segnato i nostri primi passi nel mondo adulto.

@francesco.boz.psiGli amici conosciuti prima dei 20 anni hanno qualcosa di speciale Bibliografia Blakemore, S. J. (2012). Imaging brain development: The adolescent brain. NeuroImage, 61(2), 397–406. Hartup, W. W. (1996). The company they keep: Friendships and their developmental significance. Child Development, 67(1), 1–13. Rawlins, W. K. (1992). Friendship matters: Communication, dialectics, and the life course.

♬ suono originale - Francesco Boz psicologo

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