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Molte persone tendono a valutare l’intelligenza come un criterio fondamentale per distinguere interessi, gusti e abitudini. Eppure esistono comportamenti e passioni che, pur essendo comuni tra chi ha un quoziente intellettivo più basso, risultano spesso irritanti o addirittura incomprensibili a chi possiede capacità cognitive nella media o superiori. Non si tratta sempre di abitudini dannose, ma di modalità con cui alcuni individui cercano conforto, distrazione o senso di appartenenza.
1. Gossip sui VIP
Il fascino esercitato dal gossip sulle celebrità rappresenta una delle differenze più evidenti tra persone con basso QI e quelle con intelligenza media. Una ricerca pubblicata sulla rivista BMC Psychology ha mostrato come chi idolatra figure dello spettacolo tenda a ottenere punteggi più bassi nei test cognitivi. Questo accade perché il gossip fornisce evasione, un’illusione di controllo e una sorta di comunità online a cui sentirsi parte. Al contrario, chi possiede un approccio critico e razionale tende a percepirlo come superficiale e inutile.
Con il diffondersi dei social media, questa dinamica si è intensificata. Ore trascorse a scorrere feed pieni di notizie frivole alimentano un circolo vizioso che rafforza l’attenzione verso contenuti poco stimolanti, creando una dipendenza difficile da spezzare.
2. Appassionarsi ai reality show
I reality show sono tra i programmi televisivi più amati da chi cerca un intrattenimento leggero e immediato. Una parte della popolazione con basso QI predilige questo tipo di contenuti perché richiedono poca concentrazione e offrono una distrazione immediata dopo giornate faticose o lavori ripetitivi. Studi riportati dalla rivista Applied Developmental Science hanno evidenziato come, spesso, chi ha un’intelligenza inferiore tenda ad avere occupazioni fisicamente impegnative o poco flessibili. Dopo ore di fatica, è comprensibile che opti per svaghi semplici e privi di sforzo cognitivo.
Le persone con maggiore elasticità mentale, invece, ricercano attività che stimolino creatività, riflessione o socialità attiva, percependo i reality show come contenuti banali o addirittura irritanti.
3. Infrangere le regole e le norme sociali
Molti individui con basso QI provano attrazione per la trasgressione di regole e convenzioni sociali. Non si tratta solo di ribellione fine a sé stessa: secondo ricerche criminologiche, un livello cognitivo inferiore è spesso associato a una maggiore probabilità di comportamenti antisociali o illegali. Il desiderio di distinguersi, di attirare attenzione o di sfogare frustrazione sociale contribuisce a rendere la rottura delle regole un’attività percepita come eccitante.
Le persone con intelligenza media o elevata, invece, interpretano questi comportamenti come irresponsabili o addirittura pericolosi, preferendo il rispetto delle regole come base per la convivenza civile.
4. Giochi basati sulla fortuna
Diversi studi, tra cui uno del 2019, hanno dimostrato che chi possiede un QI più alto predilige giochi di strategia, perché stimolano ragionamento, gestione delle emozioni e problem solving. Al contrario, chi non dispone delle stesse capacità cognitive preferisce giochi basati sul caso, come lotterie, gratta e vinci o giochi di dadi. L’elemento casuale annulla la necessità di strategia e rende l’attività più accessibile, offrendo comunque momenti di socialità e svago.

Per chi ha una mente più allenata, questi giochi risultano noiosi o persino frustranti, in quanto privi di complessità e di vera sfida intellettuale.
5. Idolatrare altre persone
L’idolatria verso figure esterne, che siano celebrità, influencer o anche semplici conoscenti, è un tratto ricorrente nelle persone con basso QI. La psicologia sociale sottolinea come questa tendenza nasca spesso da un’autostima fragile e dalla necessità di compensare una percezione di inferiorità. Ammirare eccessivamente gli altri offre un senso illusorio di controllo e appartenenza, ma allo stesso tempo limita la crescita personale.
Chi possiede un’intelligenza più sviluppata tende a valorizzare modelli di riferimento senza cadere in una venerazione acritica, sviluppando invece una capacità critica e autonoma di valutazione.
