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Quando si parla di Napoli e delle sue tradizioni, si pensa subito alla pizza, al caffè o alla musica popolare. Eppure, tra le tante invenzioni che avrebbero cambiato la vita quotidiana, c’è anche un oggetto insospettabile: la forchetta moderna. A sostenerlo è Gennaro Calvano, esperto di storia napoletana e meridionale, che in un recente video virale ha ricostruito l’origine di questo utensile fondamentale sulle nostre tavole.
Dalle corti bizantine alle tavole europee
La storia della forchetta non è lineare. I primi modelli giunsero in Occidente attraverso le principesse bizantine, ma erano molto diversi da quelli che conosciamo. Non avevano quattro rebbi, bensì due. Questa forma biforcuta suscitò perplessità e addirittura ostilità da parte della Chiesa cattolica, che li considerava oggetti poco graditi. L’uso della forchetta, dunque, rimase marginale per secoli, mentre gran parte della popolazione europea continuava a mangiare con le mani o utilizzando coltelli e cucchiai.
A Napoli, città che da sempre vive di contaminazioni culturali e gastronomiche, la forchetta trovò però un terreno fertile. Qui il consumo di pasta, già diffuso tra i ceti popolari, rendeva necessario uno strumento che semplificasse l’atto di mangiare senza sporcarsi eccessivamente.
Maria Carolina e la rivoluzione a corte
Il salto decisivo avvenne nel XVIII secolo, quando Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando di Borbone, arrivò a Napoli come regina. Proveniente da Vienna, Maria Carolina rimase turbata dalle abitudini alimentari locali. Non poteva accettare che a corte, durante i banchetti ufficiali, si mangiasse la pasta con le mani. Per lei, abituata a un’etichetta più formale, quella pratica risultava poco dignitosa, specialmente quando lei e il marito ospitavano altri sovrani, personalità famose e cortigiani.
Per risolvere il problema, spiega Calvano, la sovrana incaricò il suo ciambellano napoletano, Gennaro Spadaccini, di studiare una soluzione pratica. Fu proprio lui a riprendere il modello bizantino della forchetta e a modificarlo. Da due rebbi, lo trasformò in quattro. Così nacque la forchetta moderna, perfetta per arrotolare spaghetti e gustare altri piatti tipici della dieta mediterranea.
La diffusione popolare della forchetta napoletana
Dopo che i sovrani iniziarono a utilizzarla regolarmente, la forchetta a quattro denti divenne rapidamente uno status symbol. Non rimase confinata alle mense aristocratiche, ma scese progressivamente anche nelle case della borghesia e, col tempo, tra le famiglie popolari. A differenza di altri oggetti, non tornò più indietro: l’uso si consolidò e si diffuse in tutta Europa, fino a diventare uno strumento indispensabile.

Lo stesso fenomeno era avvenuto con il bidet, un altro oggetto introdotto grazie ai reali napoletani e poi adottato, con tempi diversi, prima dal popolo napoletano e poi, gradualmente, nel resto d'Italia e parte d'Europa. La forchetta napoletana, invece, ebbe un impatto immediato e trasformò radicalmente il modo di mangiare.
La voce degli esperti e i retaggi culturali
“Lo so cosa state pensando: possibile che i napoletani abbiano inventato pure la forchetta? Ora vi spiego”, afferma Calvano nel suo video, rivolgendosi direttamente agli spettatori per creare empatia e curiosità. La sua ricostruzione si basa su fonti storiche relative alla corte borbonica e trova riscontro in diverse cronache dell’epoca. Il dato sorprende, ma al tempo stesso rafforza l’idea di Napoli come capitale culturale e innovativa del Mediterraneo.
A distanza di secoli, resta persino un proverbio legato a questo utensile: “Sei utile come la forchetta nel brodo”. Un modo ironico per sottolineare l'inutilità dei gesti di una persona in un determinato contesto.
Un’invenzione che ha cambiato il mondo
La forchetta che oggi teniamo tra le mani, quasi senza pensarci, è figlia di una scelta precisa maturata a Napoli nel Settecento. Da semplice curiosità bizantina, rifiutata dalla Chiesa e ignorata per secoli, divenne un oggetto universale grazie a un contesto storico e culturale unico. L’attenzione di una regina, l’ingegno di un funzionario napoletano e la passione per la pasta hanno reso possibile quella trasformazione che oggi diamo per scontata.
Ogni volta che portiamo alla bocca un piatto di spaghetti, stiamo ripetendo un gesto nato tra i vicoli, le cucine e le corti di Napoli. Un gesto che ha attraversato i secoli e che continua a raccontare, in silenzio, una storia di cultura e innovazione partenopea.
@gennaro_calvano Una invenzione napoletana #echetodicaffà #napoli #anapolisidicecosì ♬ Tarantella Napoletana - Gente per tutti
