Perché i personaggi Disney e dei Simpson hanno quattro dita? La risposta è molto interessante

Perché i personaggi Disney e quelli dell'universo 'Simpson' hanno solo quattro dita? Una domanda che milioni di spettatori si sono posti guardando Topolino, Paperino o Minni. La curiosità non riguarda solo la Disney: anche i protagonisti della serie I Simpson hanno lo stesso dettaglio. A rispondere è stato di recente il content creator britannico @inspire.a.journey, che con una rubrica virale si fissa l'obiettivo di rendere l'algoritmo delle persone più "acculturato". In un suo video ha spiegato che non si tratta di un errore, ma di un preciso trucco di design. Un’illusione ottica e, soprattutto, un’enorme scorciatoia per risparmiare tempo durante la produzione.

Un problema di animazione nato con i primi cartoni

I primi cartoni animati della Disney, come le avventure di Topolino degli anni ’20 e ’30, erano realizzati interamente a mano. Non esistevano software o computer in grado di velocizzare il lavoro: ogni secondo di film richiedeva 24 disegni separati, creati da artisti che replicavano la stessa scena - con piccolissimi dettagli differenti - più e più volte.

I cartoni animati a inizio secolo avevano bisogno di oltre 20 fogli al secondo, tutti fatti a mano.
I cartoni animati a inizio secolo avevano bisogno di oltre 20 fogli al secondo, tutti fatti a mano.

Per completare una pellicola breve servivano settimane di lavoro e un numero impressionante di fogli. In questo contesto, ogni dettaglio contava. Le mani, da sempre considerate una delle parti del corpo più difficili da disegnare, diventavano un ostacolo. Aggiungere un dito in più significava moltiplicare lo sforzo e il tempo necessario.

La scelta delle quattro dita: semplicità e funzionalità

Ridurre le dita da cinque a quattro non cambiava la percezione dello spettatore, ma permetteva agli studi di risparmiare migliaia di ore di lavoro. Un dito in meno significava linee più semplici, forme più rapide da riprodurre e meno rischi di errori di proporzione. Lo spettatore medio, immerso nella trama e nell’azione, raramente si soffermava su quel dettaglio. Il risultato era una mano che appariva comunque “umana”, ma molto più veloce da animare. Lo stesso Walt Disney aveva spiegato in più occasioni che «aggiungere la quinta dita a Topolino avrebbe reso la sua mano goffa e sproporzionata».

Dalla Disney ai Simpson: un trucco diventato tradizione

Questa soluzione grafica non è rimasta confinata ai primi decenni. Col tempo, il modello a quattro dita è stato adottato anche da altre case di animazione. Matt Groening, creatore de I Simpson, ha dichiarato di aver mantenuto questa scelta proprio perché ormai faceva parte del linguaggio dei cartoni. Guardando Homer o Bart non si percepisce un’anomalia, anzi: lo spettatore associa quel dettaglio allo stile tipico delle serie animate. Nel corso degli anni, i quattro dita sono diventati un tratto distintivo e un omaggio alla tradizione iniziata un secolo fa.

Un piccolo trucco per un grande effetto

La mano con quattro dita rappresenta uno degli esempi più chiari di come l’animazione riesca a fondere arte e praticità. Un compromesso apparentemente banale che ha reso possibile la creazione di opere destinate a entrare nella storia del cinema e della televisione. Oggi, quando guardiamo un classico Disney o una puntata dei Simpson, osserviamo in realtà una scelta artistica e produttiva vecchia di oltre cento anni. Un dettaglio minuscolo che ha permesso ai disegnatori del passato di lavorare con più rapidità e ai personaggi di restare per sempre impressi nell’immaginario collettivo.

La prossima volta che rivedrai Topolino, Paperino o Homer Simpson, saprai che dietro quelle quattro dita c’è un segreto che racconta la storia stessa dell’animazione.

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