Proprietario di bar spiega perché questo espositore gli fa perdere 2000€ l'anno

Beppe Trebeschi, proprietario del bar "Belle Epoque", ha raccontato in un video virale perché un semplice espositore di caramelle e gomme da masticare gli faccia perdere circa 2000 euro l’anno. La vicenda ha incuriosito clienti, colleghi e perfino alcuni esperti di sicurezza nel retail. Il tema dei furti nei bar e nei supermercati, infatti, resta un problema attuale e in continua crescita.

Il racconto del barista: perché le gomme diventano “merce fantasma”

Trebeschi ha spiegato che le gomme da masticare, chiamate da lui “cicche” come in gran parte del Nord Italia, e le caramelle per l’alito sono i prodotti più sottratti nel suo locale. L’espositore si trova accanto alla cassa e diventa così facile bersaglio per i ladri. “Molti entrano, ordinano un caffè e, mentre la barista si gira per prepararlo, prendono un pacchetto e lo infilano in tasca”, ha raccontato davanti alla telecamera.

Secondo il suo calcolo, spariscono due o tre confezioni al giorno. Alla fine dell’anno, la somma non incassata raggiunge i 2000 euro. “Il mio locale lavora bene, ma perdere anche un euro al giorno non è mai banale. In un anno significa 360 euro in meno. Non bisogna sottovalutare nulla", ha aggiunto.

Perché non eliminare l’espositore di caramelle e cicche?

Alla domanda del cameraman sul perché non abbia deciso di togliere del tutto l’espositore, Trebeschi ha risposto con fermezza. Secondo lui, un bar di servizio aperto 365 giorni l’anno deve offrire piccoli prodotti di consumo immediato. “Chi prende un caffè al mattino, spesso aggiunge un pacchetto di cicche. Sarebbe scorretto eliminare questo servizio", ha sottolineato. Insomma, anche se comporta delle perdite, resta una parte dell’offerta che i clienti si aspettano.

L'imprenditore assicura che i ripetuti furti a questo espositore gli costano circa 2000€ l'anno
L'imprenditore assicura che i ripetuti furti a questo espositore gli costano circa 2000€ l'anno

Il proprietario ammette di vivere la contraddizione: continuare a proporre un articolo molto richiesto, pur sapendo che sarà il più rubato. Ma a suo dire l’esperienza del cliente deve rimanere completa, anche a costo di sacrificare una parte degli incassi.

Furti nei supermercati: i prodotti più colpiti in Italia

Il caso del bar “Belle Epoque” si inserisce in un contesto più ampio. Anche i supermercati italiani registrano perdite consistenti per i furti di merce. Secondo il report “La Sicurezza nel Retail in Italia”, realizzato da Crime&tech (Università Cattolica) e Checkpoint Systems, i prodotti più rubati appartengono a due categorie principali: alimentari di marca e beni di largo consumo.

Tra gli alimentari in testa ci sono tonno in scatola, caffè, formaggi stagionati come il Parmigiano Reggiano, carne e salumi. Non mancano alcolici, vini e superalcolici di valore medio-alto. Crescono anche i furti di pinoli e altri prodotti costosi in confezioni piccole e facili da nascondere.

Oggetti non alimentari più rubati: elettronica e cosmetici

Oltre al cibo, i furti coinvolgono cosmetici, profumi, accessori di telefonia come caricatori e cuffiette, piccoli dispositivi elettronici, ma anche occhiali, bigiotteria e capi di abbigliamento. Persino prodotti per la salute e la cura personale, come preservativi, cerotti, insetticidi e creme solari, finiscono spesso tra gli articoli sottratti.

Il valore medio della merce rubata per episodio si aggira intorno ai 40 euro, ma la tendenza più recente riguarda prodotti dal formato ridotto, facilmente occultabili nelle tasche o nelle borse. In molti casi i furti vengono classificati come “di necessità”, ma le perdite per gli esercenti restano significative.

Il racconto di Trebeschi dimostra come la microcriminalità colpisca anche le attività più piccole, non soltanto le grandi catene. Che si tratti di un pacchetto di gomme rubato al bar o di un formaggio sparito da uno scaffale del supermercato, il risultato è lo stesso: un danno economico che, moltiplicato per migliaia di episodi, pesa in maniera importante sui bilanci degli esercenti.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Giuseppe Trebeschi (@beppetrebeschi)

Lascia un commento