"In Giappone non cambiano l'acqua della vasca tra un bagno e l'altro", italo-giapponese spiega il motivo

Shinhai Ventura, tiktoker italo-giapponese seguita da migliaia di utenti, ha attirato l’attenzione del pubblico con un video in cui, insieme alla madre, mette a confronto alcune abitudini quotidiane tra Italia e Giappone. La differenza che ha colpito di più riguarda la vasca da bagno: in Giappone l’acqua non viene cambiata tra un utilizzo familiare e l'altro. Una scelta che per molti italiani può sembrare insolita, ma che trova una spiegazione precisa nella cultura nipponica.

Il bagno giapponese: la vasca per rilassarsi, non per lavarsi

La madre di Shinhai ha chiarito un dettaglio fondamentale: in Giappone non ci si lava nella vasca. Prima ci si fa la doccia, ci si insapona e ci si risciacqua. Solo dopo questa fase di pulizia ci si immerge nella vasca, che serve esclusivamente per rilassarsi e ritrovare benessere. Ecco perché l’acqua resta pulita e può essere condivisa tra i membri della famiglia.

La tradizione del furo è radicata da secoli nella cultura giapponese. Le case sono spesso dotate di vasche profonde e più compatte rispetto a quelle italiane. In aggiunta, molte abitazioni possiedono dispositivi tecnologici che mantengono l’acqua calda costantemente, evitando sprechi e rendendo l’esperienza sempre piacevole. In Italia, invece, l’acqua tende a raffreddarsi rapidamente e spesso viene fatta scorrere via per aggiungerne di nuova bollente, con conseguente consumo maggiore.

In Giappone non ci si lava in vasca, ma ci si rilassa dopo la doccia.
In Giappone non ci si lava in vasca, ma ci si rilassa dopo la doccia.

Dopo essere rimasti ammollo in vasca per il tempo desiderato, in Giappone non manca un ultimo passaggio: un rapido risciacquo sotto la doccia, per sentirsi completamente puliti prima di andare a dormire. Un rituale che unisce praticità, rispetto per l’ambiente e benessere personale.

Concerti in Giappone: deflusso ordinato e senza caos

La madre di Shinhai Ventura non si è limitata a raccontare solo le abitudini legate al bagno. Nel suo video ha condiviso anche un’altra differenza che sorprende gli italiani: la gestione delle uscite ai concerti. La donna spiega che, in Giappone, il pubblico non lascia il luogo dell’evento tutto insieme. Le persone escono a sezioni, seguendo un ordine preciso: prima la sezione A, poi la B, la C e così via.

Questo metodo semplice riduce il rischio di spintoni, calche e comportamenti scorretti. In Italia, invece, il deflusso spesso avviene in maniera caotica (tutti vogliono arrivare in fretta all'auto o alla stazione della metropolitana), con la conseguenza di disagi e lunghe attese. La differenza mostra quanto la cultura giapponese tenga all’organizzazione collettiva e al rispetto reciproco.

Il funerale in Giappone: una cerimonia di grande significato

Un terzo aspetto che colpisce riguarda i funerali. In Italia, le famiglie scelgono solitamente tra sepoltura o cremazione. In Giappone, invece, la cremazione rappresenta la scelta quasi universale. Ma ciò che accade dopo rende la cerimonia unica.

Con delle bacchette particolari, i familiari raccolgono le ossa del defunto partendo dai piedi fino alla testa. Queste vengono deposte in un’urna, seguendo un ordine preciso che simboleggia il rispetto per la persona scomparsa. Il gesto, profondamente rituale, testimonia la forte spiritualità che attraversa la società giapponese e il modo in cui viene vissuto il legame con chi non c’è più.

Un ponte culturale tra Italia e Giappone

Le spiegazioni di Shinhai Ventura e di sua madre non rappresentano solo curiosità, ma offrono un ponte culturale tra due Paesi molto diversi. Le pratiche quotidiane, dal bagno al concerto fino al funerale, raccontano la storia di due società che hanno sviluppato approcci opposti alla vita comunitaria, all’igiene e al rispetto degli spazi collettivi.

L’Italia rimane legata a un modello familiare e sociale basato sulla spontaneità, mentre il Giappone tende a privilegiare la disciplina e l’armonia. Entrambi i mondi, tuttavia, trovano nel confronto un’occasione di arricchimento reciproco, come dimostra la testimonianza autentica di questa giovane tiktoker italo-giapponese.

 

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