Italiana residente nell'estremo nord della Norvegia indica le più grandi difficoltà di vivere qui

Le Isole Svalbard rappresentano un luogo affascinante e allo stesso tempo estremo. Situate nell’Oceano Artico, costituiscono l’area abitata più vicina al Polo Nord e sono conosciute per fenomeni unici come il sole di mezzanotte in estate e la lunga notte polare in inverno. Una realtà suggestiva che attira curiosi e viaggiatori da tutto il mondo. Adattarsi per pochi giorni è fattibile, ma il tutto diventa estremamente complesso per chi sceglie di viverci tutto l’anno. Specialmente se è nato e cresciuto in luoghi con un clima totalmente diverso. A raccontare in prima persona le difficoltà della vita alle Svalbard è Giulia al Polo, tiktoker italiana che da diversi anni ha deciso di stabilirsi in questo arcipelago norvegese.

Una vita tra natura incontaminata e sfide quotidiane

Giulia ha spiegato ai suoi follower che la scelta di trasferirsi alle Svalbard nasce dal desiderio di vivere in un ambiente estremo e incontaminato. Tuttavia, ammette che i contro superano nettamente i pro. «L’unico pro reale che supera tutti gli altri – racconta – è la passione e la voglia di vivere in un luogo estremo e incontaminato».

Le sue parole trovano eco in quelle di tanti altri residenti, spesso costretti ad adattarsi a condizioni di vita che un turista percepisce solo per pochi giorni, ma che un abitante affronta 365 giorni l’anno. A Longyearbyen, la città principale, la vita è già complicata; in zone ancora più remote, come Bjordalen dove vive Giulia, diventa una sfida continua.

Niente acqua corrente e soluzioni alternative

La prima grande difficoltà riguarda i servizi di base. Nella sua abitazione non esistono né acquedotti né fognature. «Ci dobbiamo arrangiare con serbatoi per l’acqua e con WC speciali che bruciano i rifiuti, invece di scaricarli nelle fogne» spiega Giulia. Questo significa vivere con una costante attenzione alla gestione delle risorse, pianificando ogni uso e riducendo al minimo gli sprechi. Per chi proviene dall’Italia, dove l’accesso a questi servizi è quasi scontato, l’adattamento non risulta affatto immediato.

Il concetto di “normalità” cambia radicalmente: l’acqua non scorre dal rubinetto, i sistemi di smaltimento non sono automatici e ogni piccola abitudine quotidiana richiede organizzazione e consapevolezza.

La presenza degli orsi polari: un rischio reale

Alle Svalbard vivono più orsi polari che esseri umani, e questo rappresenta una minaccia costante. Giulia abita a Bjordalen, che significa letteralmente “valle dell’orso”. Si tratta dell’unico passaggio naturale che permette agli orsi di muoversi dall’entroterra al fiordo. «Non è frequente incontrarli – racconta – ma in passato è successo, anche vicino all’aeroporto». Per questo motivo, chi esce dalle aree più abitate deve portare con sé un’arma da fuoco. Camminare senza protezione diventa un rischio concreto, e la convivenza con i predatori segna profondamente lo stile di vita di chi sceglie questa terra.

Giulia Al Polo ha elencato tutti i contro di vivere nell'estremo Nord della Norvegia
Giulia Al Polo ha elencato tutti i contro di vivere nell'estremo Nord della Norvegia

Il timore non ferma Giulia, che vede nel contatto con la natura selvaggia anche un valore unico, ma non ne sottovaluta mai i pericoli.

Abitare in zone remote e vincoli sugli affitti

Un altro ostacolo riguarda le regole abitative. Nella zona in cui vive Giulia non è possibile affittare case a turisti, per ragioni di sicurezza. «Sono felice di trovarmi lontano dal centro abitato e l'ho scelto io – spiega – ma ogni spostamento richiede la macchina o lunghi percorsi a piedi, sempre con la necessaria attrezzatura contro gli orsi». La distanza dalla città comporta isolamento, difficoltà di approvvigionamento e una logistica quotidiana che non lascia spazio all’improvvisazione.

Chi decide di trasferirsi qui deve accettare queste regole, che non solo limitano le possibilità economiche, ma influenzano la vita sociale e le relazioni con la comunità locale.

Un clima estremo: freddo e neve senza tregua

Infine, il clima artico rappresenta la prova più dura. Le temperature possono scendere fino a -40 gradi, mentre le nevicate copiose rendono complicato persino uscire di casa. «Quando ho comprato casa – ricorda Giulia – abbiamo dovuto spalare metri di neve solo per poter entrare». Questa diventa una routine quotidiana: spalare, liberare i passaggi, garantire accesso e sicurezza. Ogni inverno la vita rallenta, e la resistenza fisica diventa indispensabile per affrontare giornate che sembrano infinite.

La notte polare, che avvolge le Svalbard per mesi, aggiunge un ulteriore livello di difficoltà. Non si tratta soltanto di buio: vivere senza sole per un periodo così lungo mette a dura prova anche la mente e richiede una grande capacità di adattamento psicologico.

Il racconto di Giulia mostra quanto la vita alle Svalbard non sia un’avventura turistica da cartolina, ma una realtà complessa, dura e affascinante allo stesso tempo. La scelta di viverci non si riduce a una moda o a un capriccio, ma diventa un vero e proprio stile di vita, costruito giorno dopo giorno tra sfide estreme e piccoli momenti di meraviglia.

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