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Negli ultimi anni i pagamenti digitali hanno conquistato anche l’Italia. Prima della pandemia era insolito pagare un caffè con carta di credito, smartphone o smartwatch. Oggi la situazione è completamente diversa: milioni di persone effettuano operazioni di pochi euro attraverso strumenti elettronici. La legge, d’altra parte, ha eliminato da tempo il vincolo dei 20 euro minimi e obbliga tutti gli esercizi commerciali ad accettare carte e pagamenti digitali. In questo scenario, che sembrava spingere verso l’eliminazione progressiva del contante, la notizia proveniente dalla Banca Centrale Europea (BCE) ha colto di sorpresa cittadini e osservatori.
Con un bollettino dal titolo eloquente, “Keep calm and carry cash”, la BCE ha invitato i cittadini europei a mantenere sempre in casa una quota minima di denaro contante. Anche la Banca d’Italia ha rilanciato il documento, sottolineando come questo consiglio abbia un valore concreto per affrontare eventuali crisi improvvise. Ma quali scenari si nascondono dietro questo invito? L’economista italiano Angelo Vaccariello, seguito da migliaia di utenti su TikTok, ha fornito una spiegazione chiara e accessibile.
Perché la BCE chiede di conservare contanti in casa
Vaccariello ha ricordato come la BCE abbia parlato di vere e proprie crisi che possono mettere in stand-by i pagamenti digitali. In Spagna, solo pochi mesi fa, un blackout durato oltre 50 ore ha reso impossibile qualsiasi transazione che richiedesse elettricità. Questo tipo di episodi dimostra la fragilità di un sistema che si regge interamente su infrastrutture tecnologiche.

L’economista ha sottolineato che in Paesi come Olanda e Austria i governi hanno già fissato delle linee guida precise: ogni cittadino dovrebbe avere in casa tra i 70 e i 100 euro in contanti. Una cifra sufficiente a coprire le spese essenziali di un individuo per tre giorni, tra cibo, acqua ed energia. La BCE, dunque, non propone un ritorno al passato, ma suggerisce una forma di resilienza finanziaria per affrontare emergenze concrete.
Gli scenari di rischio: blackout e attacchi informatici
Secondo Vaccariello, però, dietro le parole ufficiali si nasconde un’altra preoccupazione. “Non possiamo dimenticare che l’Europa sta vivendo un conflitto ibrido con la Russia”, ha affermato. Questo conflitto non si combatte soltanto sul piano militare o geopolitico, ma si sviluppa anche attraverso attacchi informatici. Banche, sistemi di pagamento e infrastrutture digitali sono obiettivi sensibili per gli hacker, che potrebbero bloccare i circuiti di pagamento da un momento all’altro.
La BCE, pur senza citarlo direttamente, avrebbe quindi richiamato i cittadini a una maggiore consapevolezza: in un contesto internazionale instabile, l’accesso al contante rappresenta una garanzia minima di autonomia. Il contante non ha bisogno di energia elettrica, né di connessioni internet, ha spiegato l’economista, ricordando come gli imprevisti informatici possano diventare sempre più frequenti e gravi.
L’Italia e il rapporto privilegiato con il contante
Se in molti Paesi europei l’utilizzo dei pagamenti elettronici è ormai predominante, l’Italia conserva un rapporto particolare con il denaro contante. Secondo le stime più recenti, nel nostro Paese circolano tra i 200 e i 250 miliardi di euro in banconote e monete. È una cifra tra le più alte dell’Unione Europea e testimonia una cultura che continua a dare valore fisico al denaro.
Questa caratteristica, osserva Vaccariello, potrebbe rivelarsi un vantaggio in caso di emergenze. Gli italiani, abituati a gestire ancora buona parte delle spese quotidiane con il contante, sarebbero meno esposti a una paralisi totale rispetto ad altri cittadini europei. La BCE non propone dunque un cambio di rotta radicale, ma un invito alla prudenza, che in Italia trova già una base solida.
Pagamenti digitali e contanti: due strumenti che devono convivere
La diffusione dei pagamenti digitali ha reso più semplici e veloci moltissime operazioni quotidiane. La BCE stessa non ne mette in discussione l’efficienza, né suggerisce di rinunciare all’innovazione tecnologica. Tuttavia, il consiglio di tenere sempre in casa una scorta minima di contanti rappresenta un invito a non dimenticare l’importanza della diversificazione. Affidarsi esclusivamente a un sistema, per quanto evoluto, espone a rischi che possono emergere nei momenti più imprevedibili.
L’analisi dell’economista italiano mostra come dietro una comunicazione apparentemente banale si nascondano riflessioni profonde su economia, sicurezza e geopolitica. Prepararsi a gestire situazioni di crisi non significa avere paura, ma esercitare responsabilità. Conservare contanti in casa, quindi, non è un ritorno al passato, ma una scelta di equilibrio tra tradizione e modernità, tra resilienza e innovazione.
@angelovaccariello Soldi contanti in casa: perché Bce lo suggerisce? #economia #soldi #bce #euro #crisi ♬ suono originale - Angelo Vaccariello
