Su Netflix c'è una serie tv rimasta nell'ombra, poco conosciuta e sottovalutata: è molto originale ed è un thriller fuori dal comune.
“Respira, Inspira, Uccidi” è una serie crime poco conosciuta su Netflix, ma molto valida. Mescola, infatti, thriller, ironia e una dose inaspettata di filosofia zen. Disponibile sulla piattaforma dal 31 ottobre 2024, la produzione tedesca, tratta dal bestseller di Karsten Dusse, ha già catturato l’attenzione degli amanti del genere per la sua capacità di unire il noir più cupo con una comicità tagliente e surreale.
La serie tv sottovalutata su Netflix: un vero capolavoro thriller
Al centro della storia c’è Björn Diemel, un avvocato di successo, ma schiacciato dal peso di una vita che non riesce più a controllare. Lavora per clienti legati alla criminalità organizzata, si divide tra scadenze, stress e una famiglia che sente di trascurare ogni giorno di più. La moglie, stanca di vederlo sempre più distante, gli suggerisce di iscriversi a un corso di consapevolezza. È da questo punto che la sua esistenza cambia radicalmente, in un modo che nessuno avrebbe potuto immaginare. Se apprezzate il genere thriller, c'è un'altra serie che non dovreste assolutamente perdere.
Durante il corso, Björn impara i principi della mindfulness: respirare, ascoltare se stesso, lasciar andare ciò che non serve. Ma quando cerca di applicare questi insegnamenti nella sua quotidianità, finisce per reinterpretarli in modo del tutto personale. Il suo “lasciar andare” assume un significato letterale e inquietante, trasformandosi in una serie di omicidi che lui stesso giustifica come parte del suo nuovo equilibrio interiore. La sua vittima più celebre è il boss mafioso Dragan Sergowicz, un uomo violento e imprevedibile, che rappresenta tutto ciò da cui Björn vuole liberarsi.

Eliminare Dragan non è la fine: è solo l’inizio di una spirale di eventi sempre più assurdi, dove la calma apparente dell’avvocato si intreccia con un mondo criminale che non smette mai di bussare alla porta. La serie riesce a tenere insieme due universi lontanissimi: da una parte la riflessione sul benessere mentale, sulla ricerca di sé, sul bisogno di respirare in un mondo che corre troppo veloce; dall’altra, un’ironia feroce e un tono grottesco che ricordano “Fleabag” e “House of Cards”. Per alcuni, inoltre, ricorda anche Dexter. Come in quelle serie, anche qui la quarta parete viene abbattuta: Björn parla direttamente allo spettatore, confessa i suoi pensieri più intimi e accompagna il pubblico dentro la sua mente, tra meditazioni e omicidi pianificati con la stessa calma di una sessione yoga.
Perché vale la pena vederla
L’atmosfera è costruita con cura: colori freddi, ritmo serrato, dialoghi che oscillano tra la comicità e la crudeltà. Ogni episodio (in totale 8) è un piccolo viaggio nella psiche di un uomo che cerca di riconquistare il controllo. Lo fa, però, abbracciando il lato più oscuro di sé. In questo senso, “Respira, Inspira, Uccidi” non è solo un crime, ma una riflessione pungente sul paradosso della modernità: la ricerca della pace interiore in un mondo che non conosce pace.
Nonostante sia ancora poco conosciuta, ha avuto successo tra gli amanti del genere. Infatti, la produzione ha annunciato anche l'arrivo della seconda stagione. Tutto questo è dovuto anche alla sua originalità nel panorama europeo. Mentre molti titoli si limitano a seguire le regole del giallo classico, questa produzione osa di più. Usa la violenza per far ridere e la meditazione per spaventare, ribaltando completamente i codici del genere.
Il risultato è una storia che intrattiene, ma allo stesso tempo costringe lo spettatore a chiedersi fino a che punto sia disposto a giustificare le proprie scelte, se convinto che siano “per il proprio benessere”. L’interpretazione del protagonista è uno dei punti di forza: riesce a rendere Björn allo stesso tempo simpatico e inquietante, vittima e carnefice, uomo comune e genio del male. È impossibile non empatizzare con lui, anche quando compie atti imperdonabili. Forse perché, dietro la sua follia, c’è un desiderio molto umano: quello di ritrovare se stesso.
