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Tra i detti popolari più diffusi in Italia, quello secondo cui le cozze non andrebbero mangiate nei mesi con la “r” ha resistito per generazioni. Ma oggi, in tempi di allevamenti controllati e importazioni internazionali, questo consiglio ha ancora senso? A chiarire la questione è intervenuto un pescivendolo pugliese molto seguito sui social, che ha smontato il mito con competenza e un pizzico di ironia.
Il vecchio detto dei mesi con la “r” e la sua origine
La tradizione vuole che le cozze – o mitili, per usare il termine scientifico corretto – vadano evitate nei mesi che contengono la lettera “r” (in inglese, perché in italiano 'gennaio' non ce l'ha): gennaio, febbraio, marzo, aprile, settembre, ottobre, novembre e dicembre. Si riteneva che solo nei mesi estivi, da maggio ad agosto, fossero davvero buone e sicure da mangiare. In passato, questa credenza aveva una sua logica: le cozze venivano raccolte localmente, senza grandi sistemi di refrigerazione, e il caldo favoriva il periodo di riproduzione e crescita ottimale dei molluschi.
Chi le mangiava nei mesi freddi rischiava di trovarsi davanti a mitili meno pieni, dal sapore meno intenso o, peggio, deteriorati per via della scarsa conservazione. Tuttavia, quella regola appartiene a un tempo in cui la catena del freddo non esisteva, e i pescatori si affidavano a ciò che il mare offriva stagione per stagione.
La risposta del pescivendolo di Foggia: “Tutte cavolate”
A smentire il mito è stato un pescivendolo di Foggia, conosciuto su Instagram come @laperladelmarefoggia. In un video diventato virale, ha risposto con schiettezza alla domanda che gli fanno tutti i clienti in questo periodo: “Le cozze si possono mangiare nei mesi con la ‘r’?”. Il suo commento è stato diretto: “Tutte cavolate. È vero che nei mesi caldi le cozze locali, come la tarantina o la garganica, raggiungono la maturità massima. Ma oggi non ha più senso dire di evitarle in autunno o in inverno”.
Mentre parla, il pescivendolo mostra una cozza spagnola allevata in Italia, appena arrivata nel suo banco. “Guardate che colore: arancione vivo, piena d’acqua e durissima”, spiega, ricordando che la qualità non dipende solo dal mese, ma anche dalla provenienza e dal metodo di allevamento. Poi prende una “datterina”, più piccola ma completamente piena di polpa: “Anche questa è freschissima, e siamo a ottobre. Non serve aspettare l’estate per mangiare cozze buone”.
Come sono cambiate le cozze con la tecnologia e l’importazione
Negli ultimi vent’anni, la filiera ittica ha fatto passi da gigante. Le cozze vengono oggi allevate in ambienti controllati, monitorate costantemente e conservate in condizioni ottimali fino al momento della vendita. Questo permette di garantire mitili sicuri e gustosi tutto l’anno. Inoltre, l’Italia importa grandi quantità di cozze da Spagna, Grecia e Croazia, nazioni dove le condizioni climatiche consentono cicli di produzione diversi, compensando così la stagionalità locale.

Le cozze spagnole, ad esempio, vengono allevate in acque ricche di nutrienti e raggiungono una maturità costante anche nei mesi più freddi. Le tecniche di trasporto refrigerato e il controllo sanitario riducono al minimo i rischi di contaminazione. Per questo, anche a ottobre o a dicembre, nei mercati italiani si trovano cozze freschissime e sicure da consumare.
Come scegliere e conservare le cozze fresche
Il pescivendolo foggiano ha ricordato che più del mese conta la qualità del prodotto. Le cozze devono essere chiuse e pesanti, segno che all’interno c’è ancora molta acqua di mare. Il guscio non deve presentare crepe, e l’odore deve essere intenso ma non sgradevole. Una volta acquistate, andrebbero consumate entro 24 ore e conservate in frigorifero, coperte da un panno umido.
Chi vuole assicurarsi un prodotto eccellente può chiedere sempre l’origine e la zona FAO di provenienza, indicata obbligatoriamente sull’etichetta. Questo dettaglio, spesso trascurato, fa la differenza tra una cozza mediocre e una di alta qualità.
La verità di oggi: le cozze si possono mangiare sempre
Il consiglio dei “mesi con la r” ha avuto senso in un’Italia pre-industriale, quando i frutti di mare arrivavano in tavola poche ore dopo la pesca. Oggi, con i sistemi di allevamento moderni e le importazioni, quella regola è superata. Le cozze locali restano protagoniste dell’estate, ma anche in autunno o in inverno si possono gustare mitili eccellenti, provenienti da altre aree del Mediterraneo.
Come ha ricordato il pescivendolo di Foggia, l’importante è affidarsi a negozi di fiducia, scegliere prodotti tracciabili e non lasciarsi guidare da falsi miti. In fondo, la tradizione può anche evolversi: ciò che conta è portare a tavola sapori autentici, in qualsiasi mese dell’anno.
@laperladelmarefoggia ✅ Quando mangiare le cozze? Seguimi per i prossimi video 💯 #viral #pescheria #fyp #neiperte #cozze ♬ Walking Around - Instrumental Version - Eldar Kedem
