Non sopporti gli odori forti? Ecco cosa vuol dire, secondo la psicologia

Ti è mai capitato di entrare in un luogo e provare subito fastidio per un profumo intenso, un deodorante troppo pungente o l’odore poco piacevole di un cibo cucinato da poco? Se la risposta è sì, potresti avere un’ipersensibilità olfattiva chiamata iperosmia. Non si tratta solo di un capriccio del naso: la psicologia e la medicina spiegano che dietro questa condizione ci sono ragioni complesse, che coinvolgono corpo e mente.

Cos’è l’iperosmia e perché alcuni odori diventano insopportabili

L’iperosmia è una condizione caratterizzata da una percezione olfattiva molto più intensa del normale. In chi la sperimenta, odori che la maggior parte delle persone percepisce come lievi diventano invadenti, fastidiosi o addirittura nauseanti. Questa sensibilità può manifestarsi in modo temporaneo oppure diventare persistente, influenzando la qualità della vita quotidiana.

Le cause non sono univoche. Spesso si tratta di un intreccio di fattori organici e psicologici. Tra le cause fisiologiche più comuni troviamo variazioni ormonali, come quelle legate alla gravidanza o alla menopausa, e disturbi tiroidei, in particolare l’ipertiroidismo. Anche alcune malattie neurologiche – come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer – possono accentuare la sensibilità agli odori. Perfino l’uso o la sospensione di sostanze come caffeina, nicotina o alcuni farmaci può temporaneamente alterare la percezione olfattiva.

Quando la mente amplifica gli odori: il legame con l’emotività

La psicologia ha da tempo osservato come il nostro sistema limbico, la parte del cervello che gestisce emozioni e ricordi, sia strettamente collegato all’olfatto. Per questo, un odore può risvegliare sensazioni intense o ricordi lontani. Tuttavia, nelle persone più ansiose o emotivamente sensibili, questo legame diventa ancora più forte: l’odore viene interpretato come un potenziale pericolo o come una fonte di stress.

Se non sopporti gli odori forti, c'è una spiegazione scientifica molto precisa.
Se non sopporti gli odori forti, c'è una spiegazione scientifica molto precisa.

Gli studi condotti da università come la Harvard Medical School e l’Università di Pisa hanno mostrato che, in situazioni di tensione o stress prolungato, il cervello può abbassare la soglia di tolleranza sensoriale. In pratica, ciò che prima era sopportabile diventa improvvisamente disturbante. È una forma di iper-vigilanza sensoriale che spesso accompagna periodi di forte pressione emotiva o di affaticamento mentale.

I luoghi chiusi e la “trappola” dell’odore: cosa succede nel cervello

Molte persone riferiscono che il fastidio per gli odori forti aumenta in ambienti chiusi. In questi casi il cervello interpreta la situazione come una minaccia, perché la possibilità di “fuggire” è limitata. Il risultato è un crescendo di disagio: il corpo reagisce con sintomi fisici come mal di testa, nausea o irritabilità.

Inoltre, le persone con una spiccata sensibilità ambientale tendono a vivere gli stimoli sensoriali in modo più intenso rispetto alla media. Non si tratta di una debolezza, ma di una caratteristica neuropsicologica riconosciuta. L’odore diventa, per queste persone, un segnale d’allarme che scatena emozioni difficili da controllare.

Il bisogno di controllo e la vulnerabilità emotiva

Secondo la psicologa statunitense Elaine N. Aron, che ha studiato le cosiddette personalità altamente sensibili, la reazione sproporzionata a odori forti può riflettere un bisogno inconscio di controllo sull’ambiente. Quando qualcosa di imprevisto, come un profumo intenso, rompe l’equilibrio percepito, la mente lo vive come un’invasione. In chi ha una forte componente ansiosa o un temperamento emotivo, questo può generare una risposta amplificata.

Non è raro che chi soffre di iperosmia riferisca anche una maggiore sensibilità ai rumori, alle luci o al contatto fisico. Tutti questi segnali raccontano una mente che elabora il mondo in modo profondo e dettagliato, ma che fatica a filtrare ciò che risulta eccessivo.

Come convivere con la sensibilità agli odori

Non esiste una cura unica per l’iperosmia, ma è possibile gestirla. I neurologi consigliano di individuare le cause organiche con esami mirati, mentre psicologi e psicoterapeuti suggeriscono percorsi di consapevolezza corporea e tecniche di rilassamento. La mindfulness, per esempio, può aiutare a ridurre la reattività agli stimoli e migliorare la tolleranza sensoriale.

In alcuni casi, ridurre le fonti di stress, curare l’alimentazione e regolarizzare il sonno può fare una grande differenza. È importante anche evitare profumi e detergenti troppo intensi negli ambienti domestici e di lavoro, per favorire un senso di equilibrio olfattivo.

Lascia un commento