Italiano che vive da 20 anni indica i pro e contro di Siviglia, in Spagna

Vivere a Siviglia è il sogno di molti italiani che desiderano trasferirsi in Spagna. Clima mite, breve distanza dal mare, vita rilassata, buon cibo e costi accessibili: sono solo alcuni dei motivi che spingono sempre più persone a guardare verso l’Andalusia. Ma com’è davvero la vita nella capitale andalusa? A raccontarlo è Alberto, un italiano che tra pochi giorni festeggerà vent’anni esatti di vita a Siviglia, dove gestisce il profilo @siviglia_con_alberto. Nel suo racconto ha elencato con sincerità i pro e i contro di vivere a Siviglia, partendo dagli aspetti positivi che rendono questa città unica.

Una città a misura d’uomo, dove tutto è a portata di mano

Secondo Alberto, Siviglia resta una città “a misura d’uomo”. Ci si sposta facilmente a piedi o con i mezzi pubblici, che funzionano bene e coprono anche i quartieri più periferici. Le distanze non sono mai eccessive e, nonostante sia una metropoli culturale, non ha perso il suo ritmo tranquillo. Il centro città può essere attraversato senza stress. Questo aspetto, unito alla sicurezza e alla pulizia delle strade, contribuisce a creare un senso di vivibilità che molti italiani faticano a trovare altrove.

Tradizioni forti e identità autentica: la Feria e la Semana Santa

Uno degli elementi che più affascinano Alberto è il forte legame della città con le sue tradizioni. A Siviglia, la Feria de Abril è un evento imperdibile: una settimana di balli, musica e convivialità che trasforma completamente la città. Gli abitanti indossano abiti tradizionali e le strade si riempiono di casetas, piccole tende dove si mangia, si beve e si danza il flamenco. Subito dopo, arriva la Semana Santa, la Settimana Santa, considerata una delle più solenni di tutta la Spagna. Processioni spettacolari attraversano le vie del centro, tra silenzio, tamburi e incenso.

Secondo Alberto, Siviglia è ancora molto economica, se si scelgono con cura i posti dove andare a mangiare e bere.
Secondo Alberto, Siviglia è ancora molto economica, se si scelgono con cura i posti dove andare a mangiare e bere.

Clima piacevole, prezzi ancora accessibili e burocrazia più semplice

Il clima di Siviglia è uno dei suoi grandi vantaggi. L’inverno è mite, e per gran parte dell’anno si vive all’aperto. Alberto specifica che il clima è sia un pro che un contro: il caldo estivo può diventare estremo, con temperature che spesso toccano i 50 gradi nelle ore centrali del giorno.

Dal punto di vista economico, la città resta più accessibile rispetto a molte località italiane. Uscire a mangiare e bere è ancora economico, anche se – come precisa Alberto – “bisogna sapere dove andare”. I locali frequentati dai residenti, fuori dalle zone turistiche, offrono piatti tipici e tapas a prezzi davvero competitivi.

Un altro punto a favore è la burocrazia spagnola. “Ho fatto tutto senza grandi problemi: NIE, patente, medico, partita IVA, acquisto della casa. È stato tutto più semplice rispetto all’Italia”, racconta. Una dichiarazione che molti espatriati condividono: la Spagna, pur avendo regole precise, tende ad essere più snella nei processi amministrativi.

I contro di vivere a Siviglia: turismo di massa e caldo estremo

Naturalmente, non mancano i lati negativi. Il primo, per Alberto, è la turistificazione del centro storico. L’afflusso costante di visitatori ha spinto molti sivigliani a trasferirsi nei quartieri più periferici. “Il centro è bellissimo, ma non appartiene più ai residenti, che sono andati via”, commenta. Un fenomeno comune anche in altre città spagnole, alimentato da piattaforme di affitti brevi e dall’arrivo massiccio di nomadi digitali.

Un altro limite è la posizione geografica. Siviglia si trova nell’estremo sud-ovest della Spagna, relativamente isolata dalle grandi metropoli come Madrid, Barcellona o, in misura minore, Valencia. L’aeroporto è ben collegato durante l’estate, ma non offre voli intercontinentali, ad eccezione del vicino Marocco.

Problemi irrisolti e differenze culturali

Tra gli aspetti che continuano a infastidire Alberto, c’è anche lo sfruttamento animale. “Le carrozze trainate dai cavalli per i turisti sono ancora presenti", osserva. Come molti ricordano, in altre città europee sono state vietate. È un tema che divide l’opinione pubblica locale, ma che resta visibile nel cuore della città.

Infine, una curiosità che per molti italiani diventa un piccolo grande ostacolo: gli orari dei pasti. In Andalusia è normale pranzare dopo le 15 e cenare verso le 22. "Dopo vent’anni non mi sono abituato e nemmeno la mia digestione". Ovviamente se si è in casa, nulla vieta di pranzare alle 12:30 e cenare alle 20:00, ma quando si è in situazioni sociali con gente del posto, è quasi obbligatorio abituarsi ai loro ritmi.

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