"Non rimettere il tappo di sughero", sommelier mostra cosa fa lei quando le avanza del vino

Warner, sommelier americana e Wine Educator conosciuta online come ConfidenceUncorked, ha conquistato milioni di visualizzazioni con un video in cui mostra un metodo semplice ma efficace per conservare il vino avanzato. Il suo consiglio, sorprendente per molti appassionati, va contro l’abitudine più diffusa: non rimettere mai il tappo di sughero nella bottiglia aperta.

Perché non si deve rimettere il tappo di sughero

La maggior parte delle persone, quando non finisce una bottiglia di vino, tende a rimettere il tappo di sughero, pensando di sigillarla. Tuttavia, chi conosce bene l’enologia sa che il sughero è un materiale poroso, e quindi non ermetico. Anche se viene inserito con cura, lascia comunque passare una piccola quantità di ossigeno, alterando nel tempo le caratteristiche del vino. L’ossidazione, anche minima, può modificare aroma, gusto e colore.

Warner spiega che questo gesto, apparentemente innocuo, accelera il processo di ossidazione. «Il mio palato – racconta – riconosce chiaramente la differenza anche dopo sole 24 ore: il vino con il tappo di sughero cambia, perde brillantezza e freschezza».

Il metodo alternativo della sommelier Warner

La soluzione che Warner suggerisce è alla portata di tutti e non richiede strumenti costosi: usare un barattolo di vetro con chiusura ermetica. Negli Stati Uniti viene chiamato mason jar, mentre in Italia, specialmente nel Nord e in Liguria, è noto come arbanella. Qualsiasi contenitore in vetro con guarnizione in gomma e chiusura a leva va bene, purché sia air-tight, ovvero non faccia passare l'aria. Ermetico.

La sommelier non rimette il tappo di sughero ma versa il vino avanzato in un contenitore di vetro ermetico
La sommelier non rimette il tappo di sughero ma versa il vino avanzato in un contenitore di vetro ermetico

Il principio è semplice: ridurre al minimo il contatto del vino con l’ossigeno. Versando il vino avanzato nel barattolo, l’aria presente viene notevolmente ridotta rispetto alla bottiglia mezza vuota. «Così il vino resisterà diversi giorni», spiega Warner. Il risultato, secondo la sommelier, è nettamente superiore rispetto a quello ottenuto con il tappo di sughero.

La spiegazione scientifica dietro la scelta

Ogni vino, una volta aperto, entra in contatto con l’aria e inizia a ossidarsi. Questo processo, se non controllato, trasforma gradualmente il vino in aceto. Il sughero, materiale naturale ricavato dalla corteccia della quercia, è perfetto per l’invecchiamento di vini chiusi, ma non è adatto alla riconservazione post-apertura. Dopo aver estratto il tappo, la sua struttura interna cambia, perde elasticità e non aderisce più come prima.

Un contenitore ermetico, invece, limita l’ingresso di ossigeno e preserva la stabilità del vino. È un principio ben noto agli esperti di conservazione alimentare: meno aria, più durata. Questo vale in particolare per i vini bianchi e rosati, più sensibili all’ossidazione, ma anche per i rossi giovani che puntano su profumi freschi e fruttati.

Come conservare correttamente il vino avanzato

Oltre all’uso del barattolo di vetro, alcuni raccomandano di riporre il vino in frigorifero, anche se si tratta di un rosso. La temperatura più bassa rallenta i processi chimici e preserva aromi e struttura. Quando si desidera berlo di nuovo, basta riportarlo a temperatura ambiente, lasciandolo respirare per alcuni minuti prima di servirlo.

Chi volesse adottare questo metodo può anche scegliere di utilizzare più barattoli piccoli, così da evitare di riaprire continuamente lo stesso contenitore e limitare ulteriormente l’esposizione all’aria. È un accorgimento che molti professionisti del vino conoscono bene e che sta trovando largo consenso anche tra i consumatori domestici.

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