Italo-coreana dà 5 consigli 'fondamentali' a chi vuole visitare la Corea del Sud

La content creator coreami_, nata in Italia da genitori coreani, ha deciso di condividere la sua esperienza di viaggio nella Corea del Sud con un video che ha attirato l’attenzione di migliaia di utenti. Tornata a Seul per rivedere la famiglia, ha raccolto una serie di osservazioni pratiche per chiunque sogni di visitare questo Paese moderno, affascinante e, in molti aspetti, profondamente diverso dall’Italia. I suoi cinque consigli fondamentali aiutano a evitare errori comuni e a vivere la Corea in modo più autentico, tra differenze culturali, clima imprevedibile e abitudini quotidiane spesso sorprendenti.

1. Capelli e clima: l’aria coreana mette alla prova la pazienza

Tra i primi aspetti che colpiscono chi arriva in Corea del Sud, c’è la qualità dell’aria. Le grandi città come Seul o Busan soffrono di un livello di inquinamento che, unito all’umidità costante, mette a dura prova chi ha i capelli lunghi. Coreami_ lo racconta con naturalezza: “In Italia li lavavo un giorno sì e uno no, perché tra shampoo, asciugatura e piega impiegavo anche quaranta minuti. Qui, invece, torno a casa la sera con i capelli oleosi, perché l’aria è inquinata”.

La creator, insomma, invita a mettere in conto lavaggi frequenti e a portare con sé prodotti adatti all’umidità. Non è solo una questione estetica: la combinazione tra smog e clima può incidere anche sulla salute della cute e sulla sensazione di freschezza. Per chi viaggia in estate, la parola d’ordine diventa “leggerezza”: shampoo secco, elastici sempre a portata di mano e un asciugacapelli da viaggio non dovrebbero mai mancare.

2. Meteo imprevedibile: fidarsi delle app è un errore

Un altro punto essenziale riguarda il meteo coreano. In Corea del Sud, le previsioni non sempre rispecchiano la realtà. Coreami_ suggerisce di non affidarsi completamente alle app del tempo: “Se il cielo è nuvoloso, portatevi comunque un ombrello. Anche se l’app non segnala pioggia, è probabile che arrivi da un momento all’altro”.

La stagione delle piogge, conosciuta come jangma, può trasformare una giornata soleggiata in un temporale tropicale nel giro di pochi minuti. Gli abitanti locali lo sanno bene e non escono mai senza un ombrello pieghevole nello zaino. Per i turisti, questa abitudine può sembrare eccessiva, ma si rivela preziosa dopo il primo acquazzone improvviso.

3. Quando piove, piove “di lato”: attenzione alle pozzanghere

In Corea, la pioggia non cade sempre dritta. “Qui piove laterale”, racconta la creator, “e la rete fognaria non è perfetta. Mi è capitato di aspettare l’autobus e venire letteralmente investita da un’onda quando è passato un bus”. Un episodio che spiega perché molti coreani indossino infradito o stivali impermeabili anche in città: non è solo moda, ma pura praticità.

In Corea del Sud, la rete fognaria non è particolarmente efficace e quando piove, spesso, le strade si allagano.
In Corea del Sud, la rete fognaria non è particolarmente efficace e quando piove, spesso, le strade si allagano.

Le strade possono allagarsi in pochi minuti, e la pioggia intensa tende a risalire dai tombini. Coreami_ consiglia di scegliere calzature resistenti e pantaloni che si asciughino facilmente. Le foto perfette sotto l’ombrello arriveranno comunque, ma meglio essere preparati alla realtà più umida del previsto.

4. Casse automatiche e numero di telefono: la sorpresa dei turisti

Un aspetto curioso e spesso sottovalutato riguarda le casse automatiche coreane. Nei fast food e in molti negozi, prima del pagamento, viene richiesto un numero di telefono locale. “Molti turisti vanno nel panico e bloccano la fila. È successo anche a me”, racconta coreami_. “Alla fine ho preferito pagare alla cassa con una persona fisica”.

In Corea del Sud, infatti, molti servizi digitali si basano su un sistema di identificazione (utile a evitare frodi con carte di credito) chiamato I-PIN, disponibile solo per cittadini e residenti. Per i viaggiatori, la soluzione più semplice è evitare le casse automatiche e pagare di persona, oppure chiedere aiuto al personale. È un piccolo dettaglio, ma utile per evitare momenti di confusione in un Paese dove la tecnologia è onnipresente.

5. Convenience store: aperti 24 ore, ma non sempre convenienti

Chiunque abbia visto video sulla vita in Corea conosce i convenience store, i famosi “conbini” aperti 24 ore su 24. Coreami_ li ama, ma mette in guardia: “Sono perfetti per uno snack notturno o se ti serve una medicina per il mal di testa, ma non sono economici”.

Molti turisti italiani interpretano la parola “convenience” come “conveniente”, ma in inglese significa “comodo”. L'autrice del video fa l'esempio della busta di patatine, che può costare 1,50 €, mentre al supermercato una confezione da sei arriva a 5 €. Di giorno conviene fare scorta nei market tradizionali, lasciando ai conbini solo le emergenze. È una differenza sottile, ma che a fine viaggio fa la differenza sul budget.

Con i suoi consigli sinceri e un tono diretto, coreami_ riesce a mostrare una Corea del Sud reale, fatta di contrasti, praticità e piccoli dettagli quotidiani. Dietro la modernità dei grattacieli e delle insegne al neon, resta un Paese che sorprende ogni giorno, anche chi ha le sue radici proprio lì.

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