Su RaiPlay un amore forte che nasconde un segreto: ha conquistato Venezia

La Tana: il film italiano che scava nell’anima e che ha conquistato Venezia, da riscoprire su RaiPlay.

Ci sono film che non fanno rumore, ma lasciano il segno. La Tana, opera prima di Beatrice Baldacci, è uno di questi. Un dramma intimo e disturbante, capace di toccare corde profonde con una delicatezza che disarma. Uscito nel 2021 e presentato alla Biennale College Cinema del Festival di Venezia, oggi è disponibile su RaiPlay ed è una di quelle scoperte che meritano di essere fatte, soprattutto da chi ama un cinema che sa emozionare senza artifici.

RaiPlay, storia d'amore che brucia con un segreto: ha commosso la critica a Venezia

La storia si apre su un’estate apparentemente tranquilla. Giulio, diciottenne sensibile e introverso, trascorre le giornate nella casa di campagna dei genitori. Tutto scorre nella monotonia delle piccole abitudini, finché nella villa accanto arriva Lia. È una ragazza più grande, affascinante e imprevedibile, che porta con sé un’aura di mistero e un dolore nascosto. Tra i due nasce un legame intenso, fatto di sguardi, silenzi e improvvisi slanci di passione. Ma dietro quella vicinanza si nasconde una realtà oscura, che lentamente viene a galla.

Lia, interpretata da Irene Vetere, non è la ragazza libera e spensierata che sembra. Sta affrontando qualcosa di molto più grande di lei: si prende cura della madre, gravemente malata, in una casa che diventa simbolo di chiusura e paura. È una “tana”, un luogo dove rifugiarsi ma anche dove restare intrappolati. Il giovane Giulio, interpretato da Lorenzo Aloi, si trova così coinvolto in un mondo che non comprende del tutto, fatto di dolore, responsabilità e solitudine.

Una regia d'impatto

Beatrice Baldacci riesce a raccontare questa storia con uno sguardo puro, sincero, mai compiaciuto. La sua regia sceglie il formato 4:3, una cornice stretta che accentua la sensazione di intimità e costrizione. Ogni inquadratura diventa una finestra sull’animo dei personaggi, sui loro turbamenti e sulle loro paure. Non c’è spazio per il superfluo, solo per ciò che davvero conta: le emozioni.

la tana raiplay
Una scena del film che ha conquistato Venezia e disponibile su RaiPlay

Il film è un percorso di scoperta e crescita, dove l’adolescenza si intreccia al dolore, e la scoperta dell’altro si fonde con la paura della perdita. Lia e Giulio rappresentano due fragilità che si cercano e si respingono, due solitudini che provano a riconoscersi. La Tana non parla solo di malattia, ma anche di accettazione, di fine dell’innocenza e di amore in forme imperfette.

Il legame con l’esperienza personale della regista è evidente. Baldacci aveva già raccontato il rapporto con la madre nel documentario Supereroi senza superpoteri (2019), e in La Tana riprende quel tema con una chiave più simbolica e narrativa. La malattia diventa specchio di un’intera condizione umana: la paura di affrontare ciò che ci spaventa, la necessità di rifugiarsi in un luogo sicuro, ma anche la voglia di uscire alla luce.

Perché vale la pena vederlo

Il cast funziona alla perfezione. Irene Vetere dà corpo a una Lia complessa e magnetica, capace di mescolare fragilità e sensualità in modo autentico. Lorenzo Aloi restituisce con naturalezza il senso di smarrimento di un ragazzo che si affaccia alla vita adulta e scopre la sofferenza. Accanto a loro, Hélène Nardini, Paolo Ricci ed Elisa D’Eusanio completano il quadro con interpretazioni misurate e intense.

La Tana è un film piccolo, ma costruito con una grande sensibilità. La fotografia calda e polverosa, i silenzi carichi di significato, la lentezza dei gesti: tutto contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, dove ogni dettaglio ha un peso. È un racconto che non ha paura di prendersi il suo tempo, di lasciare che le emozioni si sedimentino.

La critica ha accolto positivamente il film, sottolineando la maturità dello sguardo della Baldacci e la capacità di costruire tensione emotiva con mezzi essenziali. La Tana ha ottenuto una candidatura ai Nastri d’Argento e, pur con un incasso modesto, è entrato nel cuore di chi ama un cinema d’autore autentico e sincero. Guardarlo oggi su RaiPlay significa riscoprire un’opera che parla di noi, delle nostre paure e del bisogno di trovare rifugio. È un film che non urla, ma resta dentro. Una storia che, come una tana, ci accoglie e ci costringe a guardare dentro noi stessi.

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