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L’Asia è il continente più popoloso del pianeta. Solo India e Cina superano insieme i 2,8 miliardi di abitanti, quasi la metà della popolazione mondiale. Contando tutte le nazioni arriva a 4,7 miliardi, dunque abbondantemente più della metà degli esseri umani vive qui. In mezzo a questa vastissima area si trova un fenomeno curioso: spostandosi da ovest a est, il colore della pelle delle persone cambia in modo improvviso. A ovest, tra India e Penisola Arabica, prevalgono tonalità scure. Ma basta attraversare il Bangladesh per trovare popolazioni con tratti e carnagioni completamente diversi, come in Myanmar, Thailandia o Laos. Cosa spiega questo cambiamento così netto?
Un confine invisibile tra Sud Asia e Sud-Est Asiatico
Il Bangladesh rappresenta un vero “punto di svolta” tra due mondi. Non solo perché si trova tra India e Myanmar, ma perché è il crocevia di migrazioni, culture e patrimoni genetici differenti. Il tiktoker e divulgatore @fahim.explains ha affrontato la questione con un approccio scientifico, basandosi su studi genetici condotti negli ultimi anni. Analizzando il DNA di migliaia di cittadini bengalesi, i ricercatori hanno scoperto che tra il 10% e il 15% della popolazione ha antenati provenienti dal Sud-Est Asiatico. Una percentuale che scende sotto l’8% nel nord dell’India.
Questa differenza genetica, apparentemente piccola, ha contribuito a rendere i tratti somatici dei bangladesi leggermente diversi da quelli dei vicini indiani, ma non al punto da trasformarli del tutto. Tuttavia, basta spingersi più a est, nelle aree collinari di Chittagong, per osservare un cambiamento ancora più marcato.
Le popolazioni delle Chittagong Hill: il ponte tra due continenti
Nelle Chittagong Hill Tracts vivono comunità come i Chakma, i Marmar e i Tripura. Queste tribù possiedono fino al 60% di DNA proveniente dall’Asia orientale. I loro tratti sono inconfondibili: zigomi alti, occhi a mandorla e pelle più chiara. I territori che abitano queste tribù sono, come li ha definiti Fahim, “il ponte tra due mondi”, il punto d’incontro genetico e culturale tra l’Asia meridionale e quella orientale.
Ma perché questa transizione avviene proprio qui e non altrove? Per comprenderlo bisogna guardare alla geografia del Bangladesh, che ha giocato un ruolo decisivo nel determinare le rotte migratorie e, di conseguenza, la distribuzione delle caratteristiche fisiche delle popolazioni asiatiche.
Il ruolo della geografia e delle barriere naturali
Il Bangladesh si estende in gran parte su un’enorme pianura alluvionale, ma è circondato da rilievi imponenti: le Meghalaya Hills a nord e le Chittagong Highlands a est. Queste catene montuose, unite ai grandi fiumi come il Brahmaputra e il Gange, hanno reso difficile per secoli il passaggio delle popolazioni.

Durante le migrazioni preistoriche, le genti del Sud Asia — con pelle più scura, tratti simili a quelli dravidici e abitudini agricole consolidate — si spinsero verso est. Allo stesso tempo, popolazioni del Sud-Est e dell’Est Asiatico, caratterizzate da carnagioni più chiare e tratti mongolici, si muovevano verso ovest. Ma il Bangladesh, con i suoi fiumi impetuosi e le giungle fitte, rimase un’area difficile da attraversare. Questo isolamento parziale ha fatto sì che le due “correnti umane” si incontrassero solo in misura limitata.
Un laboratorio di diversità genetica e culturale
Oggi il Bangladesh conserva le tracce di questa storia millenaria. È una terra dove convivono influenze genetiche, linguistiche e culturali provenienti da due mondi diversi. A ovest, l’eredità indiana si manifesta nei tratti più scuri, nella religione e nelle abitudini sociali. A est, invece, si percepiscono le influenze del Sud-Est Asiatico, visibili nei volti e nei costumi delle popolazioni tribali.
Gli antropologi considerano il Bangladesh un vero laboratorio di diversità genetica. Ogni gruppo etnico racconta una storia di migrazioni, incontri e adattamenti. È anche un esempio di come la geografia possa modellare, nel corso di millenni, l’aspetto delle persone e persino la loro cultura.
Il confine più naturale che ci sia: quello umano
A est dell’India, dunque, la pelle scura “smette” non per una ragione improvvisa, ma per un lungo intreccio di clima, isolamento e movimenti umani. Il Bangladesh è stato — e resta — un filtro naturale tra due grandi aree del continente asiatico. Da un lato, le pianure indiane e i deserti della penisola arabica; dall’altro, le foreste e le montagne del Sud-Est Asiatico. In mezzo, un popolo che porta in sé il segno di entrambi i mondi.
Capire questo fenomeno non significa solo spiegare un dettaglio fisico, ma raccontare una parte della storia umana: quella che, da millenni, scolpisce i nostri volti e i nostri colori in base ai percorsi che abbiamo attraversato.
