Svegliarti presto al mattino ti sembra una tortura? Ecco cosa vuol dire, secondo la psicologia

Se ogni mattina la sveglia ti sembra un nemico giurato, sappi che non sei solo. La difficoltà nel svegliarsi presto, spesso scambiata per “pigrizia”, può in realtà nascondere cause psicologiche o biologiche ben più complesse. Secondo la psicologia moderna e le ricerche sui ritmi circadiani, questa fatica a lasciare il letto può essere collegata a depressione, ansia, stress cronico o a una naturale predisposizione del corpo a funzionare meglio in orari diversi da quelli “socialmente accettati”.

Quando svegliarsi presto diventa una sfida psicologica

Il termine tecnico per descrivere la difficoltà estrema nel lasciare il letto al mattino è dysania. Non si tratta di semplice stanchezza, ma di un segnale che il corpo e la mente stanno lottando contro qualcosa di più profondo. Gli psicologi spiegano che la dysania è spesso legata a depressione, ansia o stress emotivo prolungato.

Nel caso della depressione, la difficoltà a svegliarsi è accompagnata da un calo di motivazione e da una sensazione di vuoto o di inutilità. Studi clinici mostrano che circa il 75% delle persone con disturbi depressivi presenta anche problemi di sonno, con risvegli difficili e un senso di pesantezza mentale fin dal mattino.

L’ansia, soprattutto quando diventa cronica, interferisce con la qualità del sonno e rende più difficile rilassarsi la sera. Questo porta a un circolo vizioso: il cervello resta in uno stato di “allerta” anche di notte, rendendo il risveglio particolarmente faticoso. Lo stress, invece, può rendere il letto un rifugio: un luogo dove ci si sente al sicuro dalle responsabilità e dalle preoccupazioni quotidiane.

Il ruolo del cronotipo e dei ritmi circadiani

Non tutti i cervelli e i corpi funzionano allo stesso modo. Alcune persone sono “gufi” per natura, cioè più attive e lucide la sera, mentre altre sono “allodole”, energiche al mattino presto. Questa predisposizione è determinata dal cronotipo, ovvero la tendenza biologica a preferire certi orari per dormire e per essere produttivi.

Un recente studio condotto dall’Università di Stanford e pubblicato su ScienceDirect ha evidenziato che le persone con cronotipo serale, costrette a svegliarsi presto, mostrano livelli più alti di irritabilità e rischio di disturbi dell’umore. In altre parole, svegliarsi all’alba quando il proprio corpo è “programmato” per dormire fino a tardi può creare uno sfasamento interno che influisce sulla salute mentale.

Molte persone sono di cattivo umore appena sveglie.
Molte persone sono di cattivo umore appena sveglie.

Allo stesso modo, un’alterazione dei ritmi circadiani — il nostro orologio biologico — può compromettere il riposo e la capacità di adattarsi agli orari sociali o lavorativi. Quando il ritmo interno non coincide con quello esterno, l’effetto può essere simile a un jet lag cronico.

Non è solo pigrizia: cosa dice la psicologia del sonno

Gli esperti di psicologia del sonno spiegano che non esiste un orario “giusto” per tutti. La dottoressa Helena Miranda, psicologa del sonno intervistata da El País, sottolinea che “forzare il corpo a svegliarsi prima del proprio ritmo biologico può generare stress, ansia e cali di concentrazione”.

La ricerca della Università di Oxford ha confermato che dormire secondo il proprio orologio interno migliora la memoria, la produttività e il benessere emotivo. Chi rispetta i propri ritmi naturali può avere un rendimento cognitivo fino al 20% superiore rispetto a chi tenta di adattarsi a orari forzati.

Questo spiega perché alcune persone si sentono piene di energia solo nel pomeriggio, mentre al mattino faticano a “funzionare”. Non è una questione di volontà, ma di sincronizzazione tra cervello e ambiente.

Lascia un commento