Italiana lascia la Corea del Sud dopo quattro anni: "Cosa mi mancherà di più"

La Corea del Sud è uno dei paesi asiatici che più affascinano gli italiani. Moderna, dinamica e incredibilmente efficiente, è spesso considerata la “porta d’Oriente” più vicina all’Occidente, seconda solo al Giappone per attrattiva culturale e tecnologica. Tra le tante persone che hanno scelto di viverci c’è anche wackymarty, una content creator italiana che ha trascorso quattro anni nel Paese per studiare all’università. Ora, con la laurea in vista e il ritorno in Italia sempre più vicino, ha deciso di raccontare cosa le mancherà di più della sua vita in Corea del Sud.

I gabinetti smart: comfort e tecnologia quotidiana

Tra le prime cose che Marty cita c’è un dettaglio che, per chi vive in Asia, è ormai la normalità: i WC intelligenti. “In inverno è una sensazione impagabile”, racconta, riferendosi al sedile riscaldato che in pochi secondi regala un comfort difficile da trovare in Italia. Non solo: questi dispositivi sono dotati di doccino integrato, sostituto del bidet, e di un sistema automatico di scarico e chiusura della tavoletta che mantiene il bagno sempre pulito. “Li vorrei tanto in Italia, ma poi penso che costano un sacco e che abbiamo già il bidet, quindi forse non ne vale la pena”, ammette con ironia. Una piccola abitudine quotidiana che però, nel freddo inverno coreano, fa davvero la differenza.

La content creator italiana ha elencato le 5 cose che le mancheranno di più della Corea del Sud, che lascerà dopo quattro anni da studentessa universitaria.
La content creator italiana ha elencato le 5 cose che le mancheranno di più della Corea del Sud, che lascerà dopo quattro anni da studentessa universitaria.

Privacy su quattro ruote: i vetri oscurati

Un altro dettaglio che Marty porterà con sé nel cuore riguarda le automobili. In Corea del Sud i vetri oscurati sono la norma, non un optional. “È giusto che le macchine abbiano i vetri oscurati di default. Non trovo corretto che chi cammina per strada possa vedere dentro la tua auto”, spiega. Una scelta legata al rispetto della privacy, tema molto sentito in Asia. “L’unico lato negativo – aggiunge – è quando qualcuno ti viene a prendere in macchina sotto casa non sei sicura che l’autista sia quello giusto. Ma per il resto è una cosa utilissima che vorrei anche in Italia”.

I convenience store: piccoli templi dell’efficienza

In Corea del Sud, i convenience store (o “conbini”, come vengono chiamati in Giappone) sono un vero simbolo di praticità. Aperti 24 ore su 24, presenti in ogni quartiere e anche nei paesini più sperduti, offrono di tutto: snack, bevande, frutta, medicine e piatti pronti come il kimbap o i celebri triangolini di riso. “Anche in Italia ci sono i supermercati aperti 24 ore su 24, ma sono enormi. Nei conbini invece entri, prendi quello che ti serve e in pochi secondi sei fuori”, racconta Marty. “Appena torno in Corea dall'Italia, la prima cosa che faccio è andare in un convenience store”. Un’abitudine semplice ma che rappresenta bene la velocità e l’efficienza tipiche della vita coreana.

Pagamenti digitali ovunque

Un altro aspetto che l’Italia deve ancora raggiungere, secondo Marty, è quello dei pagamenti digitali. In Corea del Sud, anche la bancarella più piccola del mercato accetta carte e trasferimenti istantanei, persino per importi minimi. “Quando esco con gli amici in Italia, c’è sempre chi ha solo contanti, chi la carta, chi gli spiccioli. In Corea invece basta un clic: uno paga per tutti e gli altri inviano la cifra sul momento nella chat di gruppo, basta creare un link. Tutto in pochi secondi”, racconta. Un sistema veloce, sicuro e ormai parte integrante del modo di vivere urbano coreano.

Il food delivery: un modello di efficienza

Infine, c’è un altro aspetto che la content creator rimpiangerà profondamente: il food delivery a livello 'avanzato'. In Corea del Sud è un servizio capillare e ultra efficiente. “Qualsiasi ristorante mi mandava il cibo a casa in venti minuti, spesso senza costi aggiuntivi”, spiega. Le piattaforme offrono sconti continui e una rete di consegne talmente efficiente che molti locali hanno deciso di dedicarsi solo al take away. “In Italia è tutto più lento e spesso più caro. In Corea, invece, il delivery è parte della vita quotidiana, lo trovo molto più efficiente e conveniente.”

Quattro anni di vita dall’altra parte del mondo lasciano un segno profondo. Marty tornerà in Italia con il cuore pieno di ricordi e con la consapevolezza di aver vissuto in un Paese che ha fatto della tecnologia e dell’organizzazione una forma di arte. Ma soprattutto, porterà con sé un modo diverso di guardare alla quotidianità, fatto di piccole comodità e di una costante ricerca di efficienza che, in fondo, rende la Corea del Sud così unica e affascinante.

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