Il cantautore che ha fatto sognare tutti a Sanremo si racconta in un documentario su RaiPlay: è completamente gratis.
C’è un albero di noci, fuori dallo studio di Dario Brunori, che diventa il simbolo di un viaggio umano e musicale. È da lì che parte “Brunori Sas – Il tempo delle noci”, il nuovo documentario diretto da Giacomo Triglia, disponibile gratuitamente su RaiPlay, che racconta la genesi dell’ultimo album del cantautore calabrese, “L’albero delle noci”. Sessantacinque minuti che scorrono come un diario filmato, dove la musica si intreccia alle domande, ai silenzi, alle fragilità di un artista capace di mettere in discussione sé stesso per ritrovare un senso, dentro e fuori dal palco. Brunori Sas, rivelazione di Sanremo 2025, torna così a mostrarsi nella sua forma più sincera: un uomo prima ancora che un cantautore. Il film di Triglia, uscito nel 2025 e prodotto in Italia, non è un semplice dietro le quinte, ma un ritratto intimo e universale di chi vive l’arte come strumento di conoscenza e cura.
Il cantautore rivelazione di Sanremo Brunori Sas si racconta: è gratis su RaiPlay
“Il tempo delle noci” attraversa un momento cruciale nella vita di Brunori. È il periodo in cui dubbi, stanchezza e incertezze prendono spazio, ma diventano anche la spinta per ricominciare. Il documentario racconta questo equilibrio fragile con grande delicatezza, seguendo il cantautore mentre prova, scrive, si ferma a riflettere e poi riparte. Non ci sono filtri, né pose costruite. La telecamera si fa compagna di viaggio, testimone di un percorso interiore che ha il sapore di una rinascita. Accanto a lui, una figura chiave: Riccardo Sinigallia, produttore artistico e amico, con cui Brunori condivide dialoghi densi e silenzi pieni di significato. È un confronto tra due sensibilità affini, tra due modi di intendere la musica come racconto dell’anima.
L’albero delle noci, che Brunori osserva ogni giorno dalla finestra, diventa il simbolo di tutto. Radici e rami che parlano di appartenenza, memoria e cambiamento. È la metafora di un uomo che, per crescere, deve accettare di cambiare forma, di lasciare cadere i frutti maturi per far spazio a nuovi inizi. In questo sguardo semplice e poetico c’è la chiave del documentario: la natura come specchio dell’esistenza, il tempo come misura della trasformazione. Il documentario alterna sessioni in studio, frammenti di vita quotidiana, materiali d’archivio e momenti di intimità domestica.

Emerge così il peso dolce della paternità, l’importanza della famiglia e del ritorno a una dimensione più raccolta. Brunori parla della casa, della compagna Simona Marrazzo, del bisogno di ritrovare equilibrio tra notorietà e normalità. È un ritratto in cui ogni gesto quotidiano diventa poesia, in cui la fragilità non è debolezza ma forza silenziosa. Triglia costruisce il racconto con uno stile partecipato e discreto, lasciando che siano gli sguardi e le pause a raccontare ciò che le parole non dicono. Il tono è confidenziale, ma mai invadente. La macchina da presa segue Brunori senza giudizio, come un amico che ascolta.
Una confessione in musica
“Il tempo delle noci” è anche un viaggio nella musica stessa. Si ascoltano le prime bozze delle canzoni, si vedono nascere i brani, si intuisce il lavoro minuzioso e istintivo che porta a un album tanto personale quanto universale. Brunori riflette sul ruolo dell’artista, sull’esigenza di raccontare la realtà senza perdere autenticità, sul rischio di diventare un personaggio. La sua voce, fragile e vera, accompagna lo spettatore dentro una confessione artistica che tocca chiunque cerchi di dare un senso al proprio cammino.
Il documentario si chiude con un’immagine potente: Brunori Sas sul palco di Sanremo 2025. Non come un trionfo, ma come un punto di arrivo e, insieme, di partenza. È la conclusione naturale di un percorso fatto di dubbi, scoperte, paure e nuove certezze. Sanremo diventa così il simbolo di una rinascita, non un traguardo da celebrare ma una tappa nel continuo viaggio verso sé stessi.
“Brunori Sas – Il tempo delle noci” non celebra un mito, ma racconta la bellezza che nasce dall’imperfezione. È un film che invita a fermarsi, a guardare dentro, a riconoscere che la fragilità può essere una forma di grazia. Un racconto sincero e profondo, che restituisce l’immagine più vera di Dario Brunori: quella di un artista che, come il suo albero, continua a cambiare restando fedele alle proprie radici.
