RaiPlay lo toglie tra poco: correte a vedere questo gioiello da 8 candidature ai David di Donatello

RaiPlay sta per dire addio a uno dei film più sorprendenti del suo catalogo e avete solo tre giorni per recuperarlo prima che scompaia: un vero gioiello.

"Magnifica presenza”, diretto da Ferzan Özpetek, è quel tipo di titolo che sfugge al radar di molti e poi lascia il segno. Basta entrare nella sua atmosfera per capire perché continua a essere considerato uno dei lavori più raffinati e simbolici del regista. La storia scivola via tra luci soffuse, ironia sottile e un velo di malinconia che avvolge ogni scena, creando un mondo sospeso che cattura lo spettatore dal primo all’ultimo minuto.

Il capolavoro nascosto su RaiPlay: un gioiello da recuperare e che sta per sparire

Non è un film che si limita a intrattenere. Invita a entrare nella vita del suo protagonista come se ci si affacciasse sulla soglia di un appartamento dove qualcosa vibra nell’aria, qualcosa che non è facile spiegare. Proprio così si sente Pietro Ponte, interpretato da un Elio Germano incredibilmente intenso e fragile. È un giovane siciliano arrivato a Roma con un sogno: diventare attore. Vive di piccoli lavori, si alza alle prime luci del mattino per preparare dolci e mette da parte ogni euro per costruirsi un futuro in una città che lo affascina e lo spaventa.
Quando trova un appartamento a Monteverde pensa di aver fatto un passo avanti nella sua vita.

raiplay gioiello
Una scena dello spettacolare film su RaiPlay

Quattro mura che sembrano pronte ad accoglierlo, un posto dove immaginare un domani migliore. Il problema è che non ci vive da solo.  Le prime notti qualcosa si muove, si sente un fruscio, una presenza che sfugge allo sguardo ma non alla sensazione. Pietro scopre presto che la casa è occupata da una compagnia teatrale degli anni Quaranta, sospesa in un limbo che non ha tempo e non ha spiegazione. Sono spiriti, ma non spaventano. Raccontano un’altra epoca, un’altra Roma, un mondo di sipari, costumi e destini interrotti bruscamente durante la guerra.

Da qui il film prende una direzione che Özpetek padroneggia come pochi. Pietro entra in contatto con queste presenze e, invece di fuggire, si lascia coinvolgere. A volte le osserva incredulo, altre volte le asseconda, quasi come se avessero qualcosa da insegnargli. Non è solo lui ad aiutarle a trovare pace. Sono loro a spingerlo a guardarsi dentro, a capire cosa lo blocca e cosa teme davvero. Il confine tra realtà e sogno si assottiglia, e tutto scorre in un equilibrio delicato che non diventa mai artificioso. Il film, scompare da RaiPlay tra tre giorni, quindi, correte a vederlo prima che sia troppo tardi.

Un cast eccezionale e sorprendente

Il cast attorno a Germano contribuisce alla magia del film. Paola Minaccioni è brillante e incisiva, Giuseppe Fiorello aggiunge profondità emotiva, Margherita Buy e Vittoria Puccini portano sullo schermo una sensibilità che dialoga perfettamente con l’atmosfera del racconto. Anna Proclemer, con la sua presenza scenica imponente, regala uno degli ultimi personaggi iconici della sua carriera. Lo spettatore si ritrova immerso in un coro di voci, ognuna con un peso e una storia che aiutano a costruire la trama emotiva. “Magnifica presenza” è stato accolto dalla critica con entusiasmo e qualche riserva.

Ha ottenuto nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, oltre a una pioggia di riconoscimenti ai Globi d’oro. Molti hanno lodato la capacità del film di evocare temi profondi senza perdere la leggerezza della commedia. Qualcuno ha trovato la narrazione ricca al punto da rischiare di divagare, ma proprio questo tratto rappresenta il modo in cui Özpetek riesce a raccontare la complessità delle emozioni. Il vero cuore del film resta però il suo sguardo sulla memoria. Sulla necessità di ascoltare ciò che sembra sepolto, sia nella storia sia dentro se stessi. Pietro impara che il passato non è mai davvero lontano. A volte bussa alla porta e chiede ascolto.  Questa idea si riflette nella messa in scena, nei dettagli della fotografia, nelle scelte registiche che ricordano il cinema di Fellini, Buñuel e Almodóvar, ma senza imitazioni.

Özpetek prende quei richiami e li trasforma in qualcosa di intimo e personale. La colonna sonora aggiunge un tocco ulteriore. Pasquale Catalano e la cantante turca Sezen Aksu costruiscono un tessuto musicale che accompagna lo spettatore in questo viaggio, alternando brani ricercati e atmosfere delicate. Prima che il film lasci RaiPlay sarebbe un peccato non dedicargli una serata. Basta premere play e farsi trascinare da una storia che parla di arte, identità, sogni e fantasmi che non fanno paura. Racconta il bisogno di sentirsi parte di qualcosa, di trovare la propria voce e di accettare che, a volte, la presenza più magnifica è quella che ci cambia senza rumore.

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