Un italiano che vive in Canada ha svelato la più grande differenza a livello lavorativo tra i due paesi. Oltreoceano, infatti, ci sono meno limiti e preconcetti.
Il Canada, negli ultimi dieci anni, ha aperto le porte ai lavoratori stranieri per contrastare lo spopolamento di alcune zone e per puntare a una moderata crescita economica. Tuttavia, dalla seconda metà del 2024 quasi tutte province hanno ridotto in maniera decisa il numero di permessi temporanei.
Quella di cui più di è parlato è il Québec, che da inizio millennio ha accolto diverse decine di migliaia di lavoratori stranieri per poi decidere di fermarsi nel 2024.
Nello specifico, il governo federale ha stabilito che il numero complessivo di residenti temporanei (dunque non solo lavoratori ma anche studenti) non debba superare il 5% della popolazione. L’obiettivo, salvo imprevisti, verrà centrato entro il 2027, grazie a nuove limitazioni.

Questo non vuol dire che il Québec abbia chiuso totalmente le porte a chi voglia costruirsi una carriera qui. È diventato più difficile ottenere permessi lavorativi ma ci sono settori in carenza cronica (come sanità, assistenza agli anziani e agroalimentare) dove i lavoratori servono ancora in gran numero. Nelle altre province, c’è meno selettività ma è finita l’epoca delle “porte aperte” a tutti: i criteri sono più stringenti rispetto al passato recente. In estrema sintesi, potremmo dire che il Canada punta a stabilizzare i tanti lavoratori immigrati entrati qui negli scorsi dieci anni, mentre non sente il bisogno di nuovi ingressi, ad eccezione di alcuni settori dove la manodopera è carente. Un italiano, Edoardo Navarra, fa parte di coloro che nel passato recente hanno scelto questo paese per costruirsi una vita nuova
La grande differenza tra Canada e Italia secondo un italiano
“Qui ogni persona, a qualsiasi età, può decidere di reinventarsi, di annullare la propria carriera e di iniziarne un’altra, iscriversi all’università, aprire un’attività, anche se hai 65 anni. Questo in Italia non succede. Noi cresciamo con questa idea che il contratto a tempo indeterminato sia la cosa più importante al mondo. Non importa che io soffra: se trovo il lavoro fisso devo fare la pensione. Cambiare potrebbe essere una cosa terribile: sai cosa lasci ma non sai cosa trovi”, esordisce Navarra.
Nei passaggi successivi, il content creator spiega che in Italia se a 32 anni decidi di cambiare lavoro, prendi una laurea, termini a 36 anni, avrai grosse difficoltà ad essere assunto perché considerato “vecchio”. “Mettiamo che vuoi fare l’avvocato ma per una vita hai lavorato come cameriere. In Italia ti diranno che sei folle, che è difficile laurearti e anche dopo la laurea nessuno ti assumerà”.
A suo dire, in Italia c’è classismo: “Se hai fatto una professione per qualche anno, automaticamente non sei abilitato a farne un’altra perché sei troppo poco intelligente. In Canada ogni lavoro è molto rispettato. Qui nessuno ti dirà che non puoi fare l’avvocato perché da giovane hai lavorato come cameriere. Questa è una delle cose che più di manda fuori dell’Italia e il motivo per cui lo consiero un paese fallito. La gente è classista e ignorante. In Italia abbiamo la mentalità del contratto a tempo indeterminato che, anche se sottopagato, teniamo stretto perché ci dà garanzie".
