Perché il cuore ha questa forma (che non ha nulla a che vedere con l'anatomia)? In pochi lo sanno

Da quando sei nato/a, disegni (a mano o sulla tastiera del tuo smartphone) il cuore come due lobi e una punta. Ma perché lo fai, visto che il cuore di un essere umano è totalmente diverso nella forma?

Il content creator @albyverse ha risposto a un dubbio che in molti si sono posti, in un’epoca in cui si mandano ‘cuoricini’ digitali a raffica. Perché, anche prima dell’invenzione degli smartphone e degli emoji, il cuore umano veniva rappresentato graficamente nel modo che tutti conosciamo?

Chi ne ha visto uno ‘vero’ sa bene che la forma della parte più importante del corpo umano (se si ferma, tutto finisce) è ben diversa. Ma allora perché da decenni e decenni lo rappresentiamo così? Tutto inizia diversi secoli fa, nell’Antica Grecia, ad essere precisi nel VII secolo a.C..

Le foglie di edera, sacre al dio Dionisio, in quell’epoca rappresentavano un simbolo di amore eterno e fedeltà e ricordavano vagamente la forma attuale del 'cuore'. Quattrocento anni più tardi, nel III secolo a.C., nella città di Cirene, cresceva una pianta che si è estinta circa trecento anni dopo.

L'edera, nell'antica Grecia, rappresentava l'amore eterno e la sua foglia aveva una forma simile al cuore stilizzato che usiamo da svariati secoli
L'edera, nell'antica Grecia, rappresentava l'amore eterno e la sua foglia aveva una forma simile al cuore stilizzato che usiamo da svariati secoli

Dall'antica Grecia al Medioevo

Questa pianta, simile a un grosso finocchio, si chiamava Sifio e veniva usata come contraccettivo e afrodisiaco. I semi di questa pianta avevano una forma molto simile a quella del cuore stilizzato che conosciamo da anni e di cui abusiamo sui social. Questa pianta fu omaggiata nell’Antico Impero Romano: alcune monete d’argento, infatti, avevano i semi di silfio impressi sopra. “Il silfio era così prezioso che valeva letteralmente il suo peso in oro”, assicura Albyverse.

Andiamo avanti fino al III secolo d.C.. il medico Galeno fu il primo nella storia a descrivere perfettamente la forma del cuore umano dal punto di vista anatomico, dopo averne estratto uno da un individuo deceduto.

Facendo un ulteriore grosso salto in avanti temporale arriviamo al Medioevo, al 12esimo secolo. All’epoca era convinzione diffusissima che il cuore fosse il luogo dell’anima e delle emozioni. Sulla base delle scoperte di Galeno, lo si disegnava con la forma di una pigna rovescita. La ‘svolta’ arriva nel Rinascimento, quando si inizia a disegnare il cuore come lo conosciamo oggi.

Tuttavia, a differenza del Medioevo, non si credeva più che fosse la sede dell’anima e delle emozioni ma solo dell’amore spirituale. Solo nel 1800 si stabilì che il cuore fosse anche il luogo dell’amore romantico e le rappresentazioni continuavano a essere quelle che ancora oggi, nel 2025, usiamo.

La sintesi

In sintesi: il cosiddetto cuore “a due lobi e una punta” è una semplificazione grafica e simbolica, frutto di errori commessi nell'arco di vari secoli, che è passata dalle teoria di Aristotele sulle presunte “tre cavità” del cuore all’omaggio al Silfio, la pianta simile a un finocchio gigante simbolo di fertilità.

Un altro episodio importante non citato da Albyverse è la scoperta del manoscritto francese “Roman de la poire”, di un anonimo innamorato francese del XV secolo che disegna proprio un cuoricino stilizzato per la destinataria della sua lettera romantica.

Importante anche il contributo delle carte da gioco francesi, che dal XVI secolo in poi iniziano a diffondersi anche nel resto d’Europa, rendendo ‘eterno’ il simbolo del cuore. Oggi l’emoji del cuore è fissa nella top 3 annuale di quelle più utilizzate, seconda solo alle faccine che ridono.

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