Come identificare una persona passivo-aggressiva? Sul suo conto, dicono molto le frasi che usa. Quasi sempre, infatti, sono "forme indirette" per far passare un messaggio preciso.
Negli ultimi anni abbiamo sentito e letto spesso questa combinazione di aggettivi per descrivere un individuo e i suoi comportamenti: passivo-aggressivo. Il problema di queste persone è che risulta difficile capire cosa intendano davvero, perché ci girano spesso attorno.
Esistono, però, delle tattiche per comprendere il messaggio che vuole lanciare chi non esprime concetti in maniera diretta e chiara. Anche perché quasi tutti coloro che mettono in atto questo comportamento usano le stesse frasi per mascherare la propria frustrazione.
La prima è: “Non voglio litigare con nessuno, però…”, e giù con sfoghi al sapore del veleno. Però... vuoi, perché è qualcosa che stai trattenendo da tempo e non vedi l’ora di esplodere. Probabilmente lo farai e le conseguenze saranno peggiori del previsto, proprio perché qualcuno potrebbe arrabbiarsi non solo per il messaggio che vuoi lanciare, ma anche per quella premessa.
Le frasi di una persona passivo-aggressiva
Un’altra frase tipicamente passivo-aggressiva che deve far suonare l’allarme è: “Abbiamo priorità diverse”. È un modo indiretto per dire: “Io ho ragione, tu torto”. Si esprime lo stesso concetto, autoconvincendosi perfino di essere più maturi rispetto al destinatario, che ha “priorità diverse”. Il sottotesto è: “Non voglio litigare con te, ma voglio ferirti facendoti notare che io do peso a cose più importanti rispetto a te”. Insomma, una frase che, se ascoltata spesso, deve farvi riflettere molto sulla persona che avete di fianco.
Una frase ancora più subdola è: “Pensavo che già lo sapessi”. Peccato che leggere nella mente di un individuo, malgrado il processo tecnologico, sia ancora impossibile nel 2025. Se qualcuno si infastidisce per non essere stato messo al corrente circa una questione e lo esprime a parole, la persona passivo-aggressiva risponderà così e ne riderà sotto i baffi, perché avrà dimostrato 'superiorità'. Altre due parole da non sottovalutare solo: “Stavo scherzando”. Quando una battuta non fa ridere nessuno ed è anche semi-offensiva, non è più una battuta. È solo un modo per ‘nascondere’ una stilettata sotto il velo dell'ironia. Se il destinatario è chiaramente offeso, una persona matura gli chieerà scusa, mentre la passivo-aggressiva dirà che stava scherzando, ma in realtà ha solo tolto un sassolino dalla scarpa.

Ultima frase a cui prestare attenzione è: “Sembra che non andassi di fretta” e fare un sorrisino. Questo è un modo indiretto per dire: “Sono arrabbiato/a per le continue perdite”. È legittimo lamentarsi se qualcuno è in grave ritardo e non ha neppure avvisato, ma bisognerebbe essere diretti ed esprimerlo chiaramente. Anche perché usare la forma indiretta: “Non andavi di fretta” confonde il destinatario, che non capisce il messaggio. Se, al contrario, sentisse: “Sono una persona puntuale e non mi piace quando qualcuno fa ritardo e non avvisa”, allora capirebbe e proverebbe ad essere puntuale in un’eventuale “prossima volta”. Insomma, meglio essere diretti: essere passivo-aggressivi non fa passare il messaggio in maniera chiara e fa innervosire ulteriormente il destinatario.
